- Magic Gladius -
 
XI GIORNATA
 Agguato e morte (protagonisti: Kosmos, Loug e Aran)

Magic Gladius
 

Agguato e morte

Un nuovo cielo si apre su Sollus. La brina si scioglie dolcemente al calore del sole e dalle piante si alza una fine nebbia che bagna la pelle; tra i primi raggi di luce che violano l'impenetrabile coltre grigia, passi decisi calpestano le foglie appassite. Si tratta della delegazione di uomini liberi guidata da Aran: con loro anche Loug e Kosmos.

Mentre trasportano pesanti scorte d'acqua e pelli Kosmos interrompe il silenzio del cammino.

Kosmos - Affaticato - "Ora puoi dirmi ciò che sapevi su Aran, dato che ci hanno presi come animali da soma almeno spiegami perchè hai voluto che accettassimo..."

Loug - Senza voltarsi - "Non so di cosa tu stia parlando."

Kosmos - Indispettito - "Avevi detto che avevi buoni motivi per seguire il tricheco mangia-uomini!"

Loug - Cercando di trattenere il sorriso - "Certo! Lui ci potrà allenare molto meglio di Wetes, farà di noi guerrieri valorosi."

Kosmos - Lasciando cadere le sacche d'acqua - "Cosa?! Noi avremmo abbandonato l'accampamento solo per la tua brama di romperti il collo? Aveva ragione Crivo! Perchè non gli ho dato retta?"

Loug - Incuriosito - "Crivo di Darra? Lo conosco! Che diceva?"

Kosmos - "Non faceva che ripetere: 'più sono grossi più sono sciocchi'!"

Loug - Buttando a terra a sua volta le pelli - "Ti sbagli! Più siamo grossi e più facciamo male!"

Tra i due inizia uno scontro che da verbale pian piano si trasforma in fisico. Tra pugni, calci e volti impressi nel fango Loug riesce ad avere la meglio costringendo Kosmos in una tremenda presa al torace.

Nel frattempo i guerrieri di Montrak proseguono silenziosi il tragitto; l'unico a fermarsi è proprio la loro guida: Aran. Il libero dopo aver osservato la resistenza di Kosmos si avvicina e con forza inaudita lo libera dal colosso.

Loug - "Argh!"

Aran - Serio - "Sei molto stupido Kosmos ma in questo momento serve anche la stupidità..."

Kosmos - Indispettito - "Io sarei uno stupido?!"

Aran - A bassa voce - "Voglio affidarti una missione, prima con Axtin si è trattato di una recita, ci siamo in verità intesi sulla cattura della spia. Abbiamo inscenato il litigio per dare la possibilità al nemico di uscire dall'accampamento mescolandosi a noi..."

Kosmos - innocentemente - "Cosa? Ma io non avverto il calore emanato, non è tra noi a meno che riesca a trattenere..."

Aran - Con sorriso soddisfatto - "Esatto. Solo un guerriero di alta casta può trattenere la propria aura, non ne ho mai fronteggiato uno... Sarebbe per me un grande onore catturarlo o ucciderlo..."

Kosmos - Agghiacciato - "Non so perchè ma non provo la stessa eccitazione all'idea... e ora...?"

Loug - " Voglio essere anche io del gioco, che cosa dobbiamo fare?"

Aran - "Va bene, tenete questo manufatto, si tratta di un bachrethu, inizia a vibrare in presenza di armi dotate di poteri oscuri, sono certo che costui ne possiede una. Raggiunta la gola di Frodend, farò preparare i miei uomini e non avrà scampo ma voi... dovrete smascherarlo prima, non farà caso a voi..."

Kosmos - "Non siamo addestrati per questo e se non ce la sentissimo? Se ci trovassimo faccia a faccia con lui saremmo spacciati!"

Loug - Fiero - "Kosmos taci! A nome di tutti e due accetto la nostra prima missione come reparto di Sollus in supporto ad una delegazione di Montrak!"

Kosmos - "Ecco un altro pazzo, Loug non può parlare a nome mio, io..."

Aran - "Bene, sapevo che avreste accettato. Datevi da fare e mantenete l'incognito. Da questo momento non dovrete più dare nell'occhio ed eseguire gli ordini miei e dei miei diretti collaboratori senza discutere..."

Loug - "Rimarrà soddisfatto di noi."

Kosmos - "Un momento siamo disarmati, cosa faremo se..."

Aran - "A quello penserò io. Mi avviserete..."

Di lì a poco Kosmos e Loug iniziano a muoversi in mezzo alla milizia con forzata disinvoltura, credendo così di non destare sospetto. Intanto Aran ritorna soddisfatto a capo della lunga carovana; con lui c'è Berg, valoroso e fidato guerriero di Montrak.

Berg - Sorridendo beffardamente - "Com'è andata? Ci hanno creduto?"

Aran - "Si, se non altro non sprecheranno più energie durante la marcia e soprattutto ci permetteranno di tendere le orecchie a ciò che ci circonda..."

Berg - Divertito - "Ah! Ah! Ah! Credono di avere un manufatto per le mani e invece è solo un rametto di kariva! C'è solo una cosa che non capisco, perchè portarli con noi? Sono solo un peso..."

Aran - Con tono quasi amichevole - "Berg, amico mio, forse faresti meglio a fare meno domande e ad ascoltare anche tu... senti? Gli uccelli non cantano più..."

Berg - "Cosa? Pensi ci attaccheranno?"

Aran - "Non lo escludo, la spia sta comunque percorrendo il nostro stesso cammino. Anche se non si è certamente mescolata a noi, ci cammina parallelamente con poco vantaggio. Non ho riconosciuto tracce e questa è l'unica via... si tratta di un essere pericoloso, prestiamo attenzione..."

Berg - "E se fosse in grado di volare?"

Aran - Concentrato - "Fa silenzio. Fermate tutti!" - Dopo un attimo - "C'è una donna laggiù, sembra essere immersa in sabbie mobili, qualcuno vada ad aiutarla e vedere chi è... Loug, tocca a te."

Loug - "Si, signore."

In lontananza un'affascinante donna dai capelli rossi e e la pelle olivastra è immersa nel terreno che però si presenta piuttosto solido. Sembra concentrata, immersa nella pace della natura. Quando il soldato le si avvicina senza esitazione questa apre gli occhi, volta la testa verso di lui e inizia a mordergli furiosamente una gamba. Il tutto avviene in un battito di ciglia.

Il dolore è lancinante, tutti gli arti di Loug sembrano intirizziti e nulla può mentre sente i suoi muscoli indebolirsi fino a squagliarsi. Nelle vene prende a scorrere e a diramarsi un veleno corrosivo che provoca paralisi. Aran ordina all'esercito di mantenere la posizione e nel contempo si lancia contro la donna. Avvicinatosi capisce cosa sta accadendo, si tratta di un'ardocoda, spirito della foresta: metà vegetale, metà umana.

Loug - "Aargh! Aiutatemi! Aiuto!"

Aran - Avvicinandosi lentamente a lei - "Ascolta, siamo di Montrak, non devi attaccarci, siamo fratelli, in noi scorre la stessa..."

Spirito - "Aishhh!"

Loug - Disperato - "Aiutatemi! Aaah! Ahhrgh!"

Aran - Con furia, dopo aver estratto rapido la spada - "Lascialo andare o dovrò trafiggerti!"

Spirito - Con voce inumana - "Aahhgssh! Vereskatur! Vereskatur!"

Aran - Avvicinandosi di più - "Noi non apparteniamo al Regno Nero! Non siamo nemici!"

Mentre Aran cerca di guadagnare terreno per rendere inoffensivo lo spirito, dalle fronde degli alberi piomba un uomo sulla creatura e le si avvinghia. L'essere si dimena con forza e tenta di morderlo ma l'aggressore è veloce e ad ogni tentativo di divincolarsi risponde con un serpentino cambio di posizione. Kosmos. La creatura ha tuttavia una risorsa imprevista: artigli di resina che escono dal terreno: il ragazzo viene trafitto ma non molla la presa e l'ira per il dolore lo rende ancora più determinato.

Aran stupefatto assiste alla scena senza decidersi ad intervenire. La creatura urla, si dimena, non pensa più al a Loug ma cerca unicamente di liberarsi. Tenta poi un altro affondo con gli artigli, Kosmos è nuovamente trafitto, questa volta in modo più grave. La sua stretta sembra avere un cedimento, non riesce più a muovere un braccio. L'ira però sale ulteriormente e per un attimo attorno al ragazzo aleggia una piccola aura; solo Aran riesce a percepirla. La stretta anche se con un braccio solo cresce a dismisura di intensità fino a staccare la testa dal corpo della creatura.

Aran - Esterefatto - "Ma come, come ci sei riuscito...?"

Kosmos sorridendo sviene, le sue palpebre calano, il corpo intero comincia ad vibrare. Lo sforzo muscolare è stato troppo grande. In quel momento, l'anatra, che nessuno aveva più visto, fa la sua comparsa e si appoggia sul suo viso, quasi a volerlo proteggere, Kosmos si calma. Loug è salvo, Aran sa come curarlo.

CONTINUA...

 

 
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