- Magic Gladius -
 
XIII GIORNATA
 Violenza, passione e istinto (protagonisti: Sisal, Arkdes e Secruel)

Magic Gladius
 

Violenza, passione e istinto

Tra gli alberi risuonano i miei pensieri, mossi dal vento ascoltano ciò che è posto al di là della mia prigione. Il mio corpo è immerso nella terra, ormai da un anno. Non posso camminare. Tutti i giorni all'alba Secruel viene a coprirmi di neve verde, un liquido magico che annienterà la mia parte cosciente per restituirmi all'istinto della natura. Le mie gambe si tramuteranno in radici, le mie braccia in germogli. Piango. Come primogenita di un druido, non ho scelta, devo riunirmi con l'immenso corpo pulsante di Katra ed elevarmi a spirito.

Intorno a me stanno quindici tronchi d'albero in cerchio; segnano il destino che mi opprime, sono diventati la mia prigione. Attraverso le feconde protuberanze della vegetazione posso sentire, posso avvertire sempre meglio ciò che mi circonda; attraverso gli alberi, attraverso l'erba, ho imparato ad ascoltare, riesco ad entrare in simbiosi con la Foresta Sacra.

Sogno ciò che gli altri vivono. Sogno immobile. Le altre ragazze della mia età camminano, corrono, io invece diventerò uno spirito, un'ardocoda.

Sento Mjuna, Jamen e Bihan preparare degli scherzi ai loro genitori, giocare nell'acqua... Consolo Miska quando piange, faccio sbocciare i fiori di fronte alla sua finestra. Riconosco la mia amica Devinna che ride con Esmalon, avverto il loro calore quando si appartano, i loro problemi che scompaiono quando si tengono per mano, la loro... passione... a me tutto questo è negato.

Se avessi anche io la possibilità di scegliere la mia vita allora canterei, griderei, riderei e troverei una persona tra le cui forti braccia potrei abbandonarmi... non mi importerebbe del suo aspetto, mi basterebbe un po' di amore e di sincerità.

Non posso uscire, le mie gambe non si possono più muovere. Rimarrò nel silenzio a sognare con l'unica consolazione che presto i miei pensieri svaniranno e al loro posto giungerà istinto e obbedienza incondizionata alla mia terra.

Mentre Arkdes sogna, un giovane druido, Sisal, cammina verso il suo altare; il ragazzo è accompagnato dal vecchio Secruel, padre del futuro spirito.

Secruel - "Ragazzo, ora che la tua preparazione è giunta al termine, sta per avviarsi la parte più difficile del tuo cammino... D'ora in poi agirai in autonomia e soltanto i saggi di Montrak potranno contestare le tue decisioni. L'ultimo compito che ti affido come tuo tutore è quello di vegliare sull'altare di purificazione in ardocoda di mia figlia Arkdes... Sono vecchio ormai e..." - Sospirando - "Anche se per noi il tempo scorre più lentamente, non credo vivrò abbastanza a lungo da poterla vedere mutata in spirito della foresta..."

Sisal - "Maestro, non svolgerò questo compito come incarico datomi da un superiore ma come favore ad un amico... Secruel, ho un debito incolmabile nei tuoi confronti e sarà per me un onore aiutare la tua primogenita a diventare una protettrice della nostra gente..."

Secruel - "Non dubitavo di poter contare su di te... Tieni, questo anello sarà il simbolo della mia fiducia, non perderlo mai, ora sei un uomo... Con la nuova stagione abbandonerò la foresta e partirò alla volta di Sollus. Concentrerò i miei ultimi respiri per aiutare i nostri soldati impegnati al fronte..."

Sisal - "Grazie terrò questo simbolo sempre con me... Maestro, prima di andare ti devo parlare di quelle visioni... Si sono fatte più nitide e temo sia..."

Secruel - "Non parlarmene più ti prego, le visioni sono una cosa che riguarda solo te ormai. Usa la tua anima per attuare ciò che ritieni giusto fare. Confido che la preparazione che hai ricevuto ti guiderà verso le scelte più coerenti. Come ti ho già detto sono vecchio e la mia mente risulta più annebbiata, per questo lascio il consiglio dei saggi in favore del campo di battaglia..."

Sisal - "Non devi farlo per forza, Reyan è ben più attempato di te e tu hai ancora molto da insegnare..."

Secruel - Dopo un attimo di silenzio - "Reyan...? Figliolo, un giorno forse avrai l'onore e il peso di far parte del consiglio dei saggi, in quel momento ti accorgerai che l'alone di mistero e riverenza per il consiglio non nasconde altro che le comuni debolezze di ogni centro di potere... Invidia, rancori, tradimenti... Non è più il mio posto."

Pronunciate queste ultime parole il volto di Secruel si fa più serio.

Secruel - "Non fidarti di nessuno. Tieni le tue visioni lontane dal consiglio."

Dopo aver appoggiato la mano sulla spalla di Sisal, il saggio si allontana nell'intricato labirinto della foresta. Il giovane druido non aveva mai sentito parlar male dei vertici del regno di Montrak; a nessuno era permesso anche solo pronunciare il nome di un membro del consiglio prima del raggiungimento della carica di druido.

Scosso nel profondo, Sisal, si incammina verso l'altare di Arkdes. Privo di spiegazioni plausibili a rivelazioni tanto sconvolgenti si interroga su come agire e su chi fidarsi a riguardo delle visioni. Ripensando alle parole di Secruel giunge alla conclusione di essere il solo possibile consigliere di se stesso. Di fronte a lui compare poi il suo trascorso di studente e il giorno di affidamento della carica di druido.

Il termine degli studi, l'assunzione della responsabilità, il momento di separare con un profondo solco la giovinezza dalla maturità. Erano parole che Secruel pronunciava di continuo. Diceva anche che un giorno la nostra magia avrebbe reso un utile servigio agli elementi del cosmo. Mi chiedevo come. Da bambino pensavo a queste cose come semplici sciocchezze, buone per far divertire noi gefiri di infima categoria... ero convinto che se avessero dedicato anche solo due lune ad insegnarci la magia nella sua pratica saremmo...

Avverto di essere cresciuto... rivedo il momento in cui sono stato insignito della cenere dell'Albero del Tuono, un mattino solenne... ricordo che però l'avevo passato a gettare semi pruriginosi nella veste del viscido e saccente Mog... chissà se anche lui è diventato druido?

Il profumo che subodoravo era quello della libertà, niente più obblighi, frustrazioni, volevo muovermi nella foresta in cerca della vita; prima che accadesse sembrava affascinante, ora l'odore d'inesplorato si è fatto più acre.

Mentre più e più pensieri affollano la mente di Sisal, il tragitto che porta al giaciglio di Arkdes, si è ormai del tutto consumato. Attraversare il legno dei tronchi che imprigionano la ragazzina non è un problema. All'interno della Foresta Sacra i druidi acquisiscono capacità incredibili garantite dal favore di Natura.

Di colpo il turbine di dubbi e riflessioni che prima affollavano la mente di Sisal scompaiono, si sciolgono come neve al sole. Di fronte ai suoi occhi compare la ragazza. Immobile, nuda, immersa nella terra. Coperta di tagli da cui spuntano piccoli germogli verdi. La sua sagoma è illuminata dai raggi che penetrano dal fitto tetto di foglie e rami.

La visione risuona agli occhi dell'osservatore attonito come una lunga nota che non smette di propagarsi. La sua testa è inclinata verso sinistra, rivolge lo sguardo vacuo verso il sole, la sua bocca è aperta. Ha delle labbra la cui sensualità sfida la perfezione di Natura stessa: sono aperte e da loro scivola un filamento di linfa grezza. I suoi capelli sono bagnati e risplendono a contatto con la luce eterea. Di tanto in tanto sembra vibrare mentre i suoi occhi emanano riflessi puri come l'acqua.

Le pupille dilatate indicano il suo stato avanzato di evoluzione in spirito. Moriranno le gambe, le braccia e l'autocoscienza: forniranno nutrimento a radici e istinto vegetale.

Il silenzio è impetuoso, nulla distoglie gli occhi dalla sublime emozione che va a definirsi nella mente di Sisal. Il desiderio di averla è troppo forte, più forte di ogni costruzione razionale. Il druido le si avvicina, passo dopo passo e, nonostante la sua espressione non lo dimostri, Arkdes percepisce ogni sfaccettatura di ciò che le accade intorno. Le pare persino di avvertire i pensieri del suo visitatore e nuovo protettore.

Trema.

Non riesce a contenere l'emozione, lo spavento e l'eccitazione mentre le mani del ragazzo poggiano sull'intimità delle sue spalle inermi. La stanno toccando. La tensione la induce a sudare, avverte delle mani sul suo corpo: scivolano lungo le braccia, lentamente, mentre la figura in veste bianca si lascia cadere in ginocchio, di fronte a lei.

La pelle candida trema ancora, ancora e ancora di più.

Sisal perde ogni pudore di druido, ogni capacità di controllo: l'abbraccia e piange. L'abbraccia e la  scuote con forza. In un attimo il suo impenetrabile cuore è stato trafitto dalla freccia dorata dell'amore. Ora anche Sisal avverte i pensieri della ragazza, vede scorrere ogni sua sofferenza, ogni desiderio davanti ai suoi occhi.

Sisal - Gridando disperato ed irreale - "Svegliati! Ti prego svegliati!!"

Nulla. Sisal allora decide di violare una delle regole alla base del codice che ha studiato e, impugnato il suo scettro, ne scatena la magia per liberarla. Non riflette, non sa che è troppo tardi per poterla destare dall'incantesimo.

La potenza sprigionata è immensa, l'erba intorno si disintegra, i tronchi volano via come foglie secche, le radici si staccano, i germogli si carbonizzano; Arkdes riprende per un attimo il controllo delle corde vocali e urla.

Arkdes - Con occhi e bocca follemente spalancati - "Alllrgh!! Aaargh!! Aaaaaaaaargh!!"

Mentre Sisal giace svenuto a terra, urla strazianti si diffondono in tutto l'ambiente circostante. Arkdes sta morendo. Come un fiore reciso, lentamente.

L'aura intorno continua a propagarsi fino a quando lo scettro, diventato incandescente, non si dissolve per l'eccessivo potere sprigionato. Di lì a poco Secruel giunge sul posto insieme a soldati e altri druidi attirati dall'energia dispersa. Il saggio con lo scettro blocca parte del caos venutosi a formare. Il suo sguardo è scuro ma inaspettatamente privo d'ira. L'anziano ordina alle guardie di imprigionare Sisal.

Arkdes è in fin di vita, priva del sostentamento che l'aveva accompagnata fino a poco prima. Sotto gli occhi di tutti Secruel guarda silenzioso la ragazza che, disperata, afferra la sua veste. Chiede aiuto con gli occhi. Mentre uomini e natura tacciono i due sembrano parlare attraverso lo sguardo.
 

CONTINUA...

 

 
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