- Il riccio dell'Etiopia -
 
ANIMALI NEL MONDO
IMMAGINE DESCRIZIONE

Il riccio dell'Etiopia
 


Riccio dell'Etiopia

GRUPPO: mammiferi
ORDINE: insettivori
FAMIGLIA: erinaceidi
GENERE: paraechinus aethiopicus

PESO: fino a 700 g
LUNGHEZZA (testa e corpo): 14-27 cm
LUNGHEZZA CODA: 1-4 cm

MATURITA' SESSUALE: 9-11 mesi
RIPRODUZIONE: luglio-agosto
PERIODO DI GESTAZIONE: 35-42 giorni
NUMERO DI PICCOLI: 2-6
INTERVALLO FRA LE NASCITE: un anno

DIETA TIPICA: insetti, ragni, scorpioni, serpenti, uova di uccelli, carogne
VITA MEDIA: 8 anni

CURIOSITA'


NOTE INTERESSANTI

  • È uno dei ricci più piccoli, ma nel tempo si adattato a vivere anche in zone molto ostili.
  • Grazie alle spine di cui è dotato sul dorso riesce a sopraffare anche animali velenosi come serpenti e scorpioni.
  • Per evitare il calore torrido del deserto si rifugia sotto la sabbia durante le ore di caldo più intense.
  • I suoi aculei hanno risvolto negativo: non sono facili da pulire e per questo sono spesso infestati da pulci e zecche.
  • Gli aculei negli urti evitano di fare pressione sul dorso piegandosi grazie alla loro base sottile e flessibile.
  • Lo sciacallo attacca questo riccio costringendolo ad aprirsi tramite le sue urine.

Habitat Comportamento

Habitat
Questa specie di riccio si trova spesso  nelle aree marginali dei deserti settentrionali di Arabia e Africa, dove la temperatura in estate può raggiungere i 40 °C di giorno, fino ad alcuni gradi sotto lo zero durante la notte. Il riccio dell'Etiopia sopravvive al caldo scavandosi buche nella sabbia dove può mantenere costante  la propria temperatura. Inoltre le condizioni estreme dell'habitat hanno portato questo animale a ridurre il proprio metabolismo alla metà rispetto al riccio diffuso in Europa grazie ad una parsimoniosa gestione delle energie e dei liquidi.
 

Comportamento
Durante la notte il riccio esce dalla sua tana e si serve dei sensi che ha maggiormente sviluppato (olfatto e udito) per individuare le proprie prede. Finita la caccia riesce a ritrovare la sua tana con facilità grazie ai segnali odorosi con i quali la circonda. In questo modo tiene lontano altri esemplari della sua stessa specie.
La vita del riccio d'Etiopia è minacciata da predatori come rapaci, sciacalli e iene, ma quando si sente in pericolo si aggomitola, aguzza gli aculei e un muscolo sul dorso si contrae rendendolo un'impenetrabile palla spinosa.
 
Nutrimento Riproduzione

Nutrimento
Il riccio dell'Etiopia si ciba di insetti, rettili, frutti, semi e altre sostanze vegetali, ma all'occorrenza anche carogne e uova di uccelli. Apprezza particolarmente gli scarafaggi, per la loro ricchezza d'acqua ma è in grado di fronteggiare anche animali ben più pericolosi quali scorpioni e serpenti (tra cui anche la letale vipera cornuta). La sua tecnica per attaccare questi animali è sempice ed efficace: copre il viso con gli aculei lasciando fuori solamente occhi e orecchie, neutralizzando l'attacco venefico dell'avversario e quindi sferrandogli un colpo letale sulla spina dorsale.
 

Riproduzione
Durante la breve stagione riproduttiva il maschio va in cerca di una femmina ricettiva, che inizia a corteggiare assiduamente. Prima che la futura partner ceda però tenta di cacciare il maschio con sonori sbuffi o addirittura morsi. Ad accoppiamento avvenuto il maschio abbandona la femmina, che comunque lo scaccia prima del parto.
Alla nascita il piccolo è cieco e sordo e i suoi aculei si trovano sotto uno strato di pelle ulteriormente avvolto in un liquido che serve per preservare la partoriente. Dopo poco tempo dalla nascita il liquido si riassorbe ed iniziano a spuntare i primi aculei bianchi, che in pochi giorni saranno seguiti da altri più scuri. All'età di tre settimane il piccolo inizia a formare i primi denti, e può così iniziare a uccidere senza pericolo scorpioni e serpenti. A 40 giorni il riccio è autonomo e si allontana dalla madre.
 
IMMAGINI E LINK
LISTA
  • IMMAGINE 1 - Un riccio dell'Etiopia tra le rocce.
  • IMMAGINE 2 - Gli aculei di un esemplare di riccio dell'Etiopia.
  • IMMAGINE 3 - Un piccolo di riccio dell'Etiopia in una mano.
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