La struttura
Il liber catulliano è formato da 116 carmi, suddivisi in 3 parti:
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1-60, brevi componimenti dai metri diversi;
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61-68, carmina docta, lunghi, argomento amore e
matrimonio;
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69-116, formati da versi distici elegiaci, ovvero una coppia di versi di un
pentametro e di un esametro.
Stile
Si ispira ai (ed è uno dei) poetae novi ovvero appartenenti alla poesia
neoterica. I neoteroi erano
poeti che scrivevano brevemente ma in maniera molto elevata, in contrapposizione ai poeti
epici che scrivevano testi molto lunghi. Inoltre vi è un rifiuto della politica
e dei contenuti tradizionali e storici, infatti i temi favoriti sono vita
appartata, amore, danze, banchetti. La definizione di neoteroi è stata data da
Cicerone che li chiama anche cantores euphorioniis (poeti di Euforione), poeti
novi, ma a questo nome non veniva attribuito un significato dispregiativo,
semplicemente mettevano in secondo piano la politica e si concentravano sullo
svago, otium contra negotium.
L'archetipo di questo tipo di poesia è il poeta e filosofo ellenistico di
Alessandria Callimaco. Egli è uno dei massimi esponenti della poesia ellenistica
e alessandrina (si ricordi la famosissima biblioteca). Callimaco nella sua opera
Aitia (cause)
dice che la poesia deve essere raffinata, breve e mitologica. Devono
essere brevi, bisogna fare un labor limae (lavoro di fino) per
eliminare tutti gli elementi superflui dai poemi.
Principi di Catullo
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L'opera deve essere ben rifinita, attraverso il labor limae;
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Emulatio: variatio in imitando, ovvero alludere senza imitare,
prendere elementi greci, apprezzabili da un pubblico colto;
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Poehilia: uso di metri diversi;
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Arte aristocratica, poesia come erudizione, il poeta è doctus, non per tutti
ma
solo per una cerchia ristretta.
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Il linguaggio è il sermo cotidiano, ovvero il linguaggio di tutti i giorni,
utilizza infatti espressioni comunemente usate.
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