Carme 85 - Odi et amo
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et exrucior.
Odi et amo è stato definito un carme intraducibile per la sua pregnanza
semantica; è breve ed improvviso, comincia ex abrupto; Catullo arriva ad allontanarsi dal sentimento e ad analizzarlo con occhio
quasi filosofico, osservandolo come fosse una cosa a se stante;
È da notare la totale assenza di aggettivi o sostantivi, tutto quanto è lasciato
ai verbi che portano alle radici stesse della vita; molto importante è anche l'opposizione dell'attivo e del passivo del verbo fare
(faciam e fieri) che indicano dapprima un tentativo di controllare le proprie
azioni ma subito dopo una sottomissione ad un sentimento che è più forte dell'autore;
Infine, excrucior, ovvero "essere in croce" (si noti che è totalmente
assente ogni possibile riferimento alla crocifissione redentrice cristiana),
era la pena data agli schiavi, termine utilizzato sopratutto in ambito popolare,
evidenzia una gravissima situazione di sofferenza.
Proposte di traduzioni d'autore
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Odio e amo. Forse mi chiederai come sia
possibile;
non so, ma è proprio così, e mi tormento.
(Salvatore Quasimodo)
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Odio e amo. Come questo sia possibile
mi sfugge, ma lo sento ed è uno strazio.
(Vincenzo Guarracino)
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Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.
Non so, ma sento che questo mi accade: è la mia croce.
(Francesco Della Corte)
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Io odio e amo. "Come fai?" mi chiedi.
Non lo so. Ma lo sento e sono in croce.
(Franco Caviglia)
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Odio e amo. - Esser può? - (tu forse dimandi). Lo
ignoro;
Ma nel cuor mio lo sento, tanto che peno in croce.
(Guido Mazzoni)
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Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio e al mio amore.
(Guido Ceronetti)
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Odio e amo. Perché io faccia così, forse ti
interessa sapere.
Non lo so. Ma sento che è così e sono in croce.
(Gian Battista Pighi)
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