Vita: le fonti e il rapporto con Lesbia
Le informazioni a riguardo della vita di Gaio Valerio Catullo ci sono
tramandate da S. Gerolamo che si rifā a sua volta alla biografie
di Svetonio.
Catullo vive nel I sec. a.C., nasce a Verona e muore nella Gallia
Cisalpina. A riguardo delle date esatte di nascita e di morte vi sono
dei dubbi: probabilmente 84 a.C.-54 a.C., il dubbio č dovuto al fatto
che fa riferimento ad eventi del 55 a.C., ma si sa anche che č nato
sotto il consolato di Cinna (84 a.C.-87) a.C.; viene da una ricca
famiglia che possiede una villa a Sirmione, si reca a Roma per
formarsi una cultura ma non fa un cursus honorum regolare, non č
infatti interessato alla politica.
A Roma si innamora di Clodia, sorella del tribuno Publio
Clodio, il quale fece esiliare Cicerone, che tornato, alla morte di
quest'ultimo difese un uomo sospettato di aver derubato Clodia,
approfittandone per descriverla come una sgualdrina. Invece Catullo ce
ne parla amorosamente lungo tutto il suo liber, mascherandola dietro al
nome di Lesbia, con toni dolci e amorevoli.
Ma perchč la chiama Lesbia? Č un riferimento alla poesia lirica nata
sull'isola di Lesbia nella Grecia nel periodo arcaico con Saffo
(a cui principalmente si ispira e emula) e Alceo, si tratta di
una poesia dolce e raffinata, in cui il poeta parla di se
e dei suoi sentimenti, solitamente accompagnata dal suono della lira (da
cui lirica); accade di frequente che vi siano descrizioni di
animaletti o piccoli doni (come ad esempio Il passero di
Lesbia) .
Sebbene Lesbia sia una donna sposata l'amore di Catullo per lei č
profondissimo: tra i due c'č una sorta di "foedus et fides",
ovvero il patto d'amore e la fedeltā. L'amore che ci descrive
Catullo non č passionale, va oltre č l'amore del marito, che conosce
bene e intimamente la sua donna, difatti sogna un amore matrimoniale, ma
in realtā quello dei due rimarrā sempre adultero.
Catullo si reca in Bitinia col proconsole Memmio, a Troade, a
visitare la tomba del defunto fratello, ritornato torna a frequentare
Lesbia ma viene a sapere dei suoi inganni, di cui riporta nell'opera;
muore poi nel 54 a.C.
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