Opere filosofiche
Cicerone inizia a dedicarsi alla filosofia per consolarsi della morte della
figlia e perchè si trova politicamente
escluso. Il suo obiettivo è giovare ai suoi concittadini mettendo a disposizione
il patrimonio culturale greco.
- Consolatio: riflessione sulle tematiche consolatorie che la
filosofia può dare, dimostra così il suo eclettismo.
- Accademica: rimangono due libri, Cicerone affronta il problema
gnoseologico aderendo al probabilismo accademico del platonismo, non nega
l'esistenza di una verità oltre i fenomeni tangibili, ma essa è proprio
oltre, non possiamo raggiungerla direttamente, bisogna quindi fermarsi ad
una conoscenza probabilistica e rifiutare quella assoluta
- De finibus bonorum et malorum: altro dialogo in cinque libri,
oggetto è la felicità e come arrivarci. Nei primi due libri Cicerone
espone la posizione epicurea (bene significa piacere, male significa
sofferenza), mentre nel secondo la confuta. Nell'altra coppia di libri
esplica e confuta anche lo stoicismo, (male significa vizio, bene significa
virtù). Nell'ultimo libro espone la teoria accademica, più vicina al suo
pensiero; secondo questa visione la felicità è virtù e piacere.
- Tusculanae disputationes: dialogo dall'interlocutore anonimo; il
tema è la felicità e i suoi ostacoli, ad esempio il timore della morte. Nel
primo libro afferma che non bisogna avere paura della morte poiché se
l'anima scompare con il corpo siamo liberi, mentre se sopravvive la vita
nell'aldilà sarà migliore. Nel secondo analizza il dolore fisico,
bisogna essere forti e sopportarlo, e se è insopportabile porterà alla morte,
dunque il problema si risolve. Nel terzo libro riflette su tutto ciò che è
male mentre nel quarto sui vari turbamenti dell'animo, e
infine nel quinto propone come vera felicità la virtù. Questa è l'opera
ciceroniana più umana, dato che prende
in esame i suoi dubbi, restandone quindi emotivamente coinvolto.
- De natura deorum, in tre libri, parla della filosofia epicurea e
stoica a riguardo della loro visione delle divinità; illustra la
contrapposizione tra il logos stoico e gli intermundia
epicurei;
- Cato maior o De senectute: dialogo che elogia la
vecchiaia.
- Laelius de amicitia: dialogo il cui argomento è l'amicizia;
- De officiis: trattato in tre libri per il figlio Marco; nel primo
volume indaga il
concetto di honestum, nel secondo di utile, nel terzo il contrasto fra
questi due. Conclude che non vi è conflitto in realtà, poiché ciò che viene
fatto contro il bene altrui (solo per l'utilità personale) mina le basi del
consorzio
umano e quindi è male per tutti, dunque anche per me stesso.
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