Seconda fase: bontà ed ispirazione evangelica
In questa seconda fase emergono in D'Annunzio sentimenti di bontà ed
ispirazione evangelica, di cui è massima espressione il Poema paradisiaco,
dove sono in particolare evidenti le influenze del decadentismo francese.
Il poema è diviso in
varie sezioni: ortus conclus (prigione dei sensi), ortus larvarum
(apparizioni femminili) e ortulus animae (bontà recuperata). Dominano i
temi della purezza,
della nostalgia dell'infanzia e del ricordo espressi in un lessico
dimesso. Per quanto riguarda la prosa abbiamo invece:
- Giovanni Episcopo, racconto lungo narrato in prima persona;
il protagonista, Giovanni, si dice
succube di un suo amico a lui superiore che lo sevizia moralmente; alla fine
uccide l'amico perché aveva picchiato suo figlio; in Giovanni è dipinta la
figura dell'inetto, colui che
non è capace di reagire;
- L'innocente, Tullio Hermil riaccetta in casa la moglie che lo aveva
tradito ed era rimasta incinta; si illude di riuscire ad accettarla con il
figlio, ma alla
fine espone quest'ultimo al gelo dell'inverno e lo uccide; emergono i temi della colpa e del
castigo; risente di Tolstoj e di Dostoevskij;
Questa fase è la più importante perché scrive Le Laudi del cielo, del mare,
della terra e degli eroi, raccolta poetica di 7 libri, come le stelle delle
Pleiadi, anche se in realtà sono solamente 5:
- Maia o Laus vitae (la lode della vita), il tema è la
rievocazione di un viaggio in Grecia; si celebra il superuomo
rappresentato da Ulisse e dal poeta stesso che ricerca la forza
originaria del mito greco; è presente una componente sensuale rappresentata
dalla fusione panica dell'uomo con la natura;
- Elettra, libro degli eroi, componimento a sfondo nazionalistico
in cui non è esaltato solo il super-uomo ma anche la super-nazione;
- Alcyone, è il più importante, invoca una tregua della volontà
superomistica per entrare in sintonia con la natura, semplicemente descrive la
storia di un amore sullo sfondo della Versiglia (Toscana) estiva;
i racconti sono ambientati presso l'Arno e il Serco, o presso
Settiniano (dove vi era la Capponcina) e narrano del rapporto amoroso con
Ermione, descritta come fusione con la natura stessa, in uno scambio
continuo di forza con essa; dal punto di vista stilistico è evidente un profondo studio della parola e una
grande sperimentazione metrica;
- Merope, include Canzoni della guerra d'Oltremare, componimenti
scritti per la guerra di Libia (1912), si tratta di una vera e propria
esaltazione della violenza
e del razzismo;
- Asterope o Canzoni della guerra latina, componimenti scritti in
occasione della Prima Guerra Mondiale, anch'essi molto violenti;
Per la prosa invece in questa fase abbiamo:
- Il trionfo della morte (1894), D'Annunzio sperimenta tutti i temi del
decadentismo europeo, nella prima parte si rifà a Huysmans, mentre nella
seconda parte si esaltano i miti della morte e del sangue con suggestioni legate
alla musica di Wagner; tratta di Giorgio Aurispa, personaggio legato ad Ippolita Sanzio,
donna a
cui è unito da un rapporto di attrazione e repulsione al contempo; inoltre
lei gli impedisce di realizzarsi, è rappresentato il contrasto tra
realizzazione personale e inettitudine; Giorgio decide di buttarsi da una
rupe, ma lo fa abbracciato a lei;
- Le vergine delle rocce, Claudio Cantelmo si reca presso una famiglia
abruzzese nobile in decadenza (Capece Montaga) con molte figlie femmine e vuole
trovare fra queste una che sia la sua compagna per generare il super-uomo;
l'ambiente è decadente, è rappresentato il disfacimento dell'aristocrazia
meridionale;
- Il fuoco (1900), trasposizione allegorica dell'amore fra D'Annunzio ed
Eleonora Duse, sono esaltate la bellezza, l'arte, usa una prosa musicale
(fortemente influenzata da Wagner e dal suo "teatro totale"); lui è
Stelio Effrena, lei è Foscarina (protagonista), aspirano a rivivere i miti,
gioco amoroso ma soccombono sotto grandi passioni che impediscono le loro
aspirazioni;
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