Etimologia del termine
Alessandro Manzoni nasce nel 1785 a Milano e muore nel 1873,
figlio di Pietro Manzoni e Giulia Beccaria (figlia di Cesare
Beccaria) anche se voci dicevano che il padre fosse un amico di lei,
Giovanni Verri (uno dei fratelli Verri). Giulia si separa dal marito e
si mette con Carlo Imbonati con il quale, dopo vari viaggi, si
stabilisce a Parigi, mentre Alessandro a Milano frequenta le
scuole dei Somaschi, e in seguito dei Barnabiti, severi
collegi cattolici.
Manzoni in questo periodo entra in contatto con Cuoco e Lo
Monaco, due napoletani che avevano sostenuto la rivoluzione
napoletana del 1778, poi fuggiti per il suo fallimento. Vincenzo Cuoco
scrive un Saggio sulla rivoluzione napoletana e il romanzo
Platone in Italia (primo romanzo in Italia); nel saggio Cuoco
tenta di analizzare le cause del fallimento della rivoluzione: era colpa
dello scarso coinvolgimento del popolo.
Manzoni rifiuterà l'educazione ricevuta, recandosi presso la madre a
Parigi nel 1805, appena morto Imbonati. L'ambiente parigino è ancora
molto illuminista: entra in contatti con gli Ideolog e conosce
Claude Fauriel. Scrive ivi In morte di Carlo Imbonati dove
esprime una sua prima idea di poesia e di cultura.
Nel 1808 si sposa con la calvinista Enrichetta Blondel, la quale
nel 1810 diventa cattolica sotto la guida dell'abate Degola, così
anche l'autore si converte al cattolicesimo. Nel 1812 inizia a stendere
gli Inni sacri, che nel progetto dovevano essere 12 ma che in
realtà saranno solamente 5. Nel 1816 scrive Il conte di carmagnola,
e in seguito il saggio Osservazioni sulla morale cattolica, nel
1820 scrive la Lettera a monsieur Chauvet e il Discorso sopra
alcuni punti della storia longobardica in Italia, in seguito alle
ricerche che aveva fatto per scrivere la tragedia Adelchi (scontro tra
Adelchi e Carlo Magno), nel 1821 scrive le due odi, Marzo 1821
(pubblicata nel 1848) e il 5 maggio, nel 1823 primo abbozzo del
Fermo e Lucia e la lettera Sul romanticismo al marchese
Cesare d'Azeglio, nel 1827 scrive i Promessi sposi, versione
ultimata nel 1840-1842 con correzioni stilistiche. Nel 1828 scrive il
saggio Del romanzo storico in cui nega la validità del romanzo
storico (pubblicato nel 1850), in seguito alla morte di varie figli e
della moglie (dopo alcuni anni si sposerà con Teresa Borro Stampa). In
fondo all'edizione del 1840-1842 vi è il romanzetto Storia della
colonia infame in cui parla dell'ingiusta condanna di un untore
(coloro che si riteneva spargessero un unto portatore di peste). Nel
1847 scrive la Lettera a Giacinto Carena sulla questione della
lingua nazionale.
Formazione
Manzoni studia approfonditamente gli autori classici, in particolare
Virgilio, Orazio e Cicerone.
Dalla famiglia materna (i Beccaria) eredita un grande patrimonio di
ideali anti-tirannici: nel carme In morte a Carlo Imbonati
ipotizza un dialogo con lo spirito di Carlo Imbonati e gli chiede qual è
il fine della poesia e della vita. Riportiamo la risposta riportata nel
componimento.
Sentir, riprese, e meditar: di poco
esser contento: da la meta mai
non torcere gli occhi, conservar la mano,
pura e la mente: de le umane cose
tanto sperimentar quanto ti basti
per non curarle: non ti far mai servo
non far tregue coi vili, il santo Vero
mai non tradir né proferir mai verbo
che plauda al vizio o la Virtù derida.
In questo passo Manzoni esprime le sue idee sulla produzione letteraria
prima della conversione: Imbonati propone un ideale di comportamento
eroico, il vero intellettuale deve offrire un impegno morale
rigoroso e deve essere coerente con le sue idee, non bisogna
scendere a patti con nessuno (non ti far mai servo, non far
tregue coi vili). Il santo Vero, ancora privo di prospettiva
cristiana, coincide con il rigore morale.
Alla formazione di Manzoni contribuiscono poi i due rivoluzionari
napoletani, Cuoco e Lo Monaco, con il sentimento di patria e
della necessità di un moto insurrezionale popolare, non calato
dall'alto, anche se in seguito cambierà opinione in proposito.
Questi ideali di stampo illuminista non saranno scartati da Manzoni in
seguito alla conversione, anzi li riterrà non contrari a quelli
cristiani, l'uno esalta l'altro: l'uguaglianza illuministica è
anche quella evangelica. Manzoni non è un religioso sentimentale,
analizza e critica i passaggi evangelici: è molto razionale come
dimostra ne Le osservazioni sulla morale cattolica.
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