Struttura Le odi sono divise in quattro libri più
il carmine seculare, scritto nel 17 a.C. per celebrale i ludi
seculares, che fu cantato da 27 giovinetti e altrettante fanciulle;
lo scritto ha un'impostazione allocutiva (da ad-loquor):
si rivolge per nome ad un lettore in seconda persona singolare.
Dal punto di vista metrico usa i metri eolici della poesia
alcaica (ispirandosi ai già citati Alceo e Saffo), la strofa alcaica
e lo asclepiadeo maggiore e minore.
Modelli
Orazio per il componimento delle Odi si rifà alla poesia alcaica,
che a sua volta prende ispirazione direttamente dalla lirica greca
arcaica, in particolare riferimento ai suoi maggiori esponenti: Saffo,
Archiloco e Alceo. Archiloco è modello per ciò che
riguarda numeros et animos, ovvero per i metri e lo spirito ma
non per res et verba, ovvero materia e parole.
Si ispira anche a Pindaro, noto nel linguaggio comune per i
voli pindarici. Egli scriveva infatti di sogni eventi impossibili e
fuor di logica. Rispetto a Pindaro, Orazio dichiara di essere inferiore
per l'ispirazione ma di essere superiore per il labor limae.
I temi
I temi principali sono di carattere civile, religioso, conviviale (o
simposiaco), gnomico (massime morali), e a volte erotico.
- I e II libro: poesie d'occasione (per celebrare
occasioni, compleanni e altro) e due blocchi tematici; il primo
sulla brevità della vita, le gioie dei conviti e l'esaltazione
dei godimenti della vita e il secondo sulle pene d'amore,
la celebrazione di Augusto, il dolore del poeta di fronte
alle guerre civili e una dichiarazione di poetica
(fine del primo libro).
- III libro: le prime sei odi sono le odi romane in
cui si celebra in particolare Augusto, più i temi dei primi
due libri.
- IV libro: stessi temi del III.
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