- Orazio: Satire o Sermones -
 
 Scritto da: VeNoM00
ARTICOLO IMMAGINE


Temi e contenuti

Le Satire (o Sermones) di Orazio sono composte da due libri, il primo formato da 10 e il secondo da 8 satire. I temi affrontati nel primo libro sono vari, dall'incontentabilità umana dovuta all'avidità del denaro all'etica sessuale, dall'imperfezione umana alla narrazione di vicende autobiografiche (viaggi, amicizie, ecc.). Tutte queste tematiche sono impregnate di concetti epicurei.

Fonti

Quintiliano diceva che la satira era un genere tutto italico, infatti le fonti sono letterati latini come Lucilio, Ennio e Varrone. L'origine della parola "satira" è un misto di vari nomi, originariamente era una rappresentazione drammatica mista di musica, mimica, danza, versi ecc. Poi con Ennio e Lucillio si evolve e diventa un componimento con vari metri e argomenti.

  • Lucilio per primo utilizza il verso esametro, che Orazio eredita insieme alla varietà di argomenti e l'atteggiamento censorio: censurava i vizi degli uomini, li andava a colpire; prende anche ispirazione per l'attaccare direttamente gli avversari, lo spirito (trattare di temi seri in modo arguto e divertente) e l'impostazione soggettiva.
  • Varrone, autore delle Sature Menippee, poiché si rifaceva a Menippo di Gadara, satira con tema erotico e licenzioso.
  • Commedia greca per lo spirito, per l'aspetto divertente e arguto.
  • Diatriba ellenistica, genere di letteratura filosofica divulgativo: i filosofi creavano dialoghi a partire da una trattazione filosofica, lo scopo era convincere l'uditorio, non si faceva quindi solo riferimento alla teoria, ma si usava un linguaggio semplice (sermo cotidianus), comprensibile a tutti. Il fondatore della diatriba è Bione di Boristene, il tema principale era la mempsimoiria, ovvero la lamentazione dello scontento e la pleonexia, ovvero l'eccessiva avidità dell'uomo che lo rende scontento.
  • Plauto e Terenzio, riprende la commedia latina: prende la comicità ma si contrappone a Plauto per il fatto che riteneva che lo stile non dovesse essere sciatto e volgare, sarà quindi elegante pur senza eccessiva aulicità. Si avvicina quindi di più a Terenzio per il tono stilistico medio, ma con una pregnanza semantica della parola molto maggiore, attribuibile alla sua esperienza neoterica.
Stile
  • stile medio,
  • caratterizzato dalla brevitas (concisione delle espressioni),
  • dal labor limae,
  • dal leptos (eleganza),
  • dalle simmetrie,
  • dal decorum (scelta del vocabolo più adatto),
  • dall'ordo verborum (sintassi chiara e limpida),
  • uno stile allusivo (riferimenti a miti, episodi, immagini che presuppongono una conoscenza già acquisita),
  • ricco di callida iunctura (accorta associazione di due termini, così che l'associazione acquisisca un maggiore significato particolare rispetto al significato normale che esso ha, di campi semantici diversi).

Tutto ciò crea il classicismo oraziano.
 


Ritratto di Orazio seduto su un trono mentre beve del vino
 
<< INDIETRO