- Storiografia greca e romana prima di Tacito -
 
 Scritto da: VeNoM00
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Pre-storiografia

Con il V sec. a. C. si iniziare a parlare pre-stroriografia: a quel tempo vi erano infatti i logografi, autori che si occupavano di descrizioni geografiche e di studi cronologici, con l'intento di separare il mito dalla storia. A partire da Erodoto e Tucidide si può invece iniziare a parlare di storiografia in senso pieno.

Prima storiografia

Erodoto

Erodoto visse agli inizi del V sec. e si occupò delle Guerre persiane. Nella sua visione la storiografia doveva essere il ricordo di fatti grandi e meravigliosi, degni di essere tramandati. Per questo l'oggetto precipuo della storia è la guerra. Inoltre lo storico deve indagare le cause,  e deve per questo assumere un atteggiamento tendenzialmente oggettivo. Erodoto sostiene l'autopsia, ovvero il vedere di persona: i fatti narrati devono essere stati visti in prima persona, oppure sentiti da altri che li hanno visti di persona, ciò significa dare valore alla tradizione orale.

Tucidide

Siamo verso la fine del V sec. a.C., e anch'egli si occupa di avvenimenti a cui ha partecipato di persona, in particolare la guerra del Peloponneso. Usa uno schema annalistico (descrizione anno per anno) e ha come obiettivo ricostruire la realtà, fatti reali accostati da discorsi (supposti, quindi inventati). Tucidide spesso indaga le cause più vere delle battaglie e non solo quelle ufficiali. Questa indagine sulle cause più vere è anche correlata alla sua visione della storia come maestra di vita (historia magistra vitae).

Epoca classica

Senofonte

Altro storiografo greco che risente dell'influenza di Tucidide. Scrive l'Anabasi e le Elleniche. L'Anabasi racconta in prima persona la spedizione di Ciro contro Artaserse. Ciropedia, racconta della vita di Ciro II di Persia, di cui era stato precettore.

Eforo

Eforo inaugura la tendenza alla compilazione, raccogliere informazioni da altre fonti.

Epoca ellenistica

Nell'epoca di Alessandro vi sono due tendenze contrapposte: una che tendeva a dare grande importanza alla forma e un'altra che si concentrava maggiormente sul contenuto.

Polibio

Ultimo storiografo greco, visse nel II sec. a.C.. Fu autore di un'opera di storia su Roma e trattò dell'efficacia della Costituzione romana perché univa i punti di forza della monarchia, della democrazia e dell'aristocrazia. Il suo obiettivo era essere utile all'uomo politico: la sua opera doveva servire per evitare errori.

Storiografia romana

Cesare

Scrive dei commentari, non opere storiche, ma diari di guerra. Ricordiamo principalmente il De Bello Gallico e il De Bello Civili.

Sallustio

Sallustio è uno storiografo moralista (mise ad esempio fortemente in evidenza ambitio e avaritia) che si serviva della forma monografica. Ricordiamo il Bellum Iugurthinum e Bellum Catilinarium.

Livio

Scrive gli Ab urbe condita libri, in cui esalta Roma. L'impostazione è annalistica e moralistica, come in Sallustio.

Catone il censore

Riteneva che la storia non fosse fatta solamente dai grandi uomini e per questo dava ampio spazio alla storia del popolo.

 


Busto di Erodoto
 
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