Apokolokyntosis
Apokolokyntosis è un termine greco che letteralmente può
significare Zucchificazione dell'imperatore o forse
Deificazione di una zucca (Kolokunte significa zucca),
ironico pamphlet in occasione della morte dell'imperatore Claudio. Il
titolo latino è Ludus de morte Claudi.
Morto Claudio, il dio Apollo intona un canto di gioia per
l'avvento di Nerone; Claudio recatosi presso Giove gli parla in
maniera incomprensibile. Il defunto imperatore viene affidato ad
Ercole che ha il compito di capire chi fosse (tredicesima fatica di
Ercole). Alla fine Claudio viene mandato negli Inferi perché non si era
stato possibile capire molto di lui, se non che aveva fatto assassinare
molti parenti. A questo punto egli vede il funerale di se stesso e
capisce di essere morto. Processato, è condannato a giocare per sempre
ai dadi con bussolotto forato; Caligola lo richiede come schiavo,
ma alla fine è assegnato ad un liberto perché gli faccia da aiutante.
Il tono è evidentemente ironico e scanzonato. La fonte è la satira
menippea, ovvero gli scritti di Menippo di Gadara (III sec. a.C.) e
dei suoi seguaci: una mescolanza di versi e prosa, introdotta a Roma da
Varrone, dai temi scherzosi uniti a temi seri ed erotici.
Tragedie
Seneca scrive nove tragedie più una tragedia praetexta
pseudo-senechiana (ovvero probabilmente non sua) chiamata Octavia,
dall'ambientazione romana. Le tragedie senecane sono:
- Agamemnon (Agamennone);
- Oedipus (Edipo);
- Phoenissae (Le Fenicie);
- Hercules Furens (Ercole Furioso);
- Medea: la trama è la stessa della corrispondente tragedia
di Euripide; Medea è stata abbandonata da Giasone per sposare la
figlia del Re di Corinto, Creonte; la donna, furiosa, grazie alle
arte magiche con le quali aveva aiutato l'amato a recuperare il
vello d'oro, uccide Creonte e la figlia; infine, pur soffrendone,
uccide i figli avuti da Giasone e vola via su un carro trainato da
serpenti alati;
- Phedra (Fedra): la vicenda è analoga (sebbene con
notevoli differenze) a quella dell'Ippolito di Euripide;
Fedra moglie di Teseo, re d'Atene, dichiara il suo insano amore per
il figliastro Ippolito che tuttavia la respinge; la matrigna per
vendetta lo accusa di aver tentato di usarle violenza; tuttavia
Ippolito muore divorato da un mostro marino mandato del dio del mare
(che aveva gettato una maledizione su Teseo); Fedra confessa la sua
colpa e si uccide;
- Thyeeste (Tieste): Atreo è un tiranno furioso con
il fratello Tieste per avergli sedotto la moglie e insidiato il
regno; fingendo una riappacificazione Atreo convince Tieste a
tornare da lui con i figli, i quali vengono però uccisi dallo zio
che ne cuoce le carni e le serve al fratello; Tieste si ciba dei
suoi stessi figli e infine viene a sapere dell'inganno, restandone
inorridito mentre Atreo gode della crudeltà della sua vendetta;
- Troades (Le Troiane)
Caratteristiche
Non è ben chiaro lo scopo delle opere: sono ricche di contenuti
anti-tirannici, ma come poté scrivere queste tragedie in un periodo
simile? Si suppone che in realtà non siano state scritte contro i
tiranni ma ai tiranni perché non cadano in certi errori, lo sarebbe
dunque parenetico (di ammonizione). Seneca scrive in qualità di
precettore di Nerone, fase in cui ancora poteva ancora permettersi di
dare consigli forti.
Nelle tragedie sono descritti in dettaglio vari omicidi, cosa che
nella tragedia greca non poteva accadere, questo lascia supporre che
siano state scritte più per essere lette che recitate. Inoltre Seneca
riteneva che il teatro avesse influssi negativi sul popolo perché
fomentava passioni negative.
Le tragedie presentano toni cupi, tinte fosche, episodi
tragici, contrasto tra furor (passione sfrenata, impulso
irrazionale) e ragione, il gusto per i particolari orridi e
infine letterarietà (spazio ad elementi della tradizione
letteraria, come l'oltretomba). Quello che a Seneca interessa non è lo
svolgimento della vicenda in sé ma la sua paradigmaticità, ovvero che
sia un esempio utile a qualcuno.
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