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Scritto da: aFiGoZ | Discuti sul FORUM | ||
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Non ripetere ma "azzardare". Tutto parte da un'idea, personale, libera da preconcetti esterni, mai vista e mai sentita. Dal pensiero si passa alla concretizzazione ma non come costrizione bensì come esternazione di un'impetuosa passione, di un qualcosa che non può restare in noi. Cercare di creare un'opera d'arte può significare mettersi di fronte a limiti che mai avremmo immaginato di avere. Non è affatto facile uscire così tanto dagli schemi da concepire ciò che miliardi di vivi e miliardi di miliardi di trapassati non hanno pensato in anni e anni di vita. I compendi mentali comuni portano (sia consciamente che inconsciamente) a replicare o a rielaborare e troppo raramente a creare. Tuttavia occorre praticare un distinguo: proprio perchè la scienza ci ha insegnato che "nulla si crea e nulla si distrugge" l'artista si distingue dall'uomo comune nel modo in cui elabora gli enti in suo possesso, dal tipo di enti che riesce a combinare e dalla loro "dimensione significativa" (intesa come correlazione, somiglianza, legame, ecc.). Mentre il "passante" non fa altro che calpestare i granelli di sabbia sul suo cammino, l'artista si piega e li riunisce per creare un castello. Mentre chiunque è in grado di mettere in relazione bottiglia e acqua, pochi sono in grado di fare la stessa cosa, ad esempio, con acqua e aria. Fare arte significa trovare nessi e crearne di nuovi (anche illogici) tra gli enti che ci circondano (che si tratti di foglie, pennelli, nubi, idee, automobili, ecc.).
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