- Le tre età della donna (pittura ad olio) -
 
 Analisi critica opera di: Gustav Klimt
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Le tre età della donna

Autore: Gustav Klimt
Dati tecnici
: olio su tela, 180x180cm
Datazione
: 1905
Ubicazione: esposto alla Galleria nazionale d'Arte moderna a Roma
Curiosità: n/a
 

COMMENTI E RIFLESSIONI

Riflessioni

Ad osservare la donna anziana sembrano esserci centinaia di piccoli occhi dorati, poco interessati, indifferenti, mentre sopra le giovani troneggiano occhi grandi, spalancati, vividi, abbagliati dall'estasi effimera della bellezza. Come un sarcofago "Le tre età della donna" raccontano all'osservatore la storia di una vita: passato, presente e futuro inscindibilmente collegati. In un crescendo temporale il quadro ci presenta un universo di equilibri forme e colori vivaci, una sfumatura che va dal tenero al sensuale fino a colori cupi, emaciati, consumati. Lo spettatore passa dalla pace dei sensi all'essere avvolto da sensazioni di debolezza, stanchezza e disperazione (il cambio di colorazione e di tratto mostra secchezza, stasi, ondulazioni inestetiche e criticità). La bellezza fugge, il tempo passa. L'idillio della perfezione si sfalda e viene attratto in un oscuro baratro; Klimt vuole mostrarci da un lato una donna aggrappata e china su se stessa, dall'altro una aggrappata e china sulla sua progenie (che protegge con la testa). Amore intenso in contrapposizione a solitudine del rimpianto. Da una parte abbiamo l'unione (rappresentata dalle stoffe che legano madre e figlia), dall'altra l'abbandono (metaforizzata nel distacco dal terreno). Per la donna anziana il movimento ascensionale attraverso la vita (la parte argentata a destra e a sinistra) non può che portare verso la destinazione finale: la morte (la parte nera in alto). La rappresentazione sembra voler suggerire che la serenità della donna e della bambina siano ben radicate nel contesto della vita e nonostante le spinte verso l'alto (i triangoli isosceli in basso a destra) che comunque questa riesce a mantenere la sua posizione e anzi a proteggere la piccola creatura indifesa. Dall'altro lato, abbiamo invece la vecchia donna che, pian piano, si sente levitare verso la fine, verso la notte dell'ultimo sonno. Interessante notare che le due figure a destra hanno gli occhi chiusi mentre l'altra li copre con la mano; le prime, in una fase onirica, non hanno interesse a vedere, la terza ha intereresse invece a non guardare, a non vedere, a non ricordare la giovinezza. E' qui che troviamo la dicotomia tra accettazione (dovuto alla condizione beata) e rifiuto (dovuto alla constatazione del tempo fuggito). Dal punto di vista tecnico è d'obbligo notare quanto la costruzione astratta di sfondo sia in grado di alterare la percezione dell'osservatore: come difatti si può notare le figure umane rappresentate acquistano grande realismo in un contesto assurdo quale quello intorno a loro (illusioni di preziosi ori, sete e gioielli luccicanti). "Le tre età della donna" sembrerebbe prestarsi infine a due interpretazioni differenti ma coesistenti. E' in sostanza l'osservatore a scegliere il suo soggettivo modo di vedere il "bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto". La parte negativa (sinistra) si protende in equilibrio spaziale e volumetrico con la parte positiva (destra); l'insieme che ne consegue pare quasi ricordare il tao, è come se positività e negatività si stessero toccando nel ciclo della vita (il tao "dilatato" potrebbe partirebbe da sinistra, area nera con cerchio bianco in basso, per arrivare a destra con l'area bianca e il cerchio nero in alto).

 

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