Riflessioni
Ad osservare la donna anziana sembrano esserci centinaia di piccoli occhi
dorati, poco interessati, indifferenti, mentre sopra le giovani troneggiano
occhi grandi, spalancati, vividi, abbagliati dall'estasi effimera della
bellezza. Come un sarcofago "Le tre età della donna" raccontano
all'osservatore la storia di una vita: passato, presente e futuro
inscindibilmente collegati. In un crescendo temporale il quadro ci presenta
un universo di equilibri forme e colori vivaci, una sfumatura che va dal
tenero al sensuale fino a colori cupi, emaciati, consumati. Lo spettatore
passa dalla pace dei sensi all'essere avvolto da sensazioni di debolezza,
stanchezza e disperazione (il cambio di colorazione e di tratto mostra
secchezza, stasi, ondulazioni inestetiche e criticità). La bellezza fugge,
il tempo passa. L'idillio della perfezione si sfalda e viene attratto in un
oscuro baratro; Klimt vuole mostrarci da un lato una donna aggrappata e
china su se stessa, dall'altro una aggrappata e china sulla sua progenie
(che protegge con la testa). Amore intenso in contrapposizione a solitudine
del rimpianto. Da una parte abbiamo l'unione (rappresentata dalle stoffe che
legano madre e figlia), dall'altra l'abbandono (metaforizzata nel distacco
dal terreno). Per la donna anziana il movimento ascensionale attraverso la
vita (la parte argentata a destra e a sinistra) non può che portare verso la
destinazione finale: la morte (la parte nera in alto). La rappresentazione
sembra voler suggerire che la serenità della donna e della bambina siano ben
radicate nel contesto della vita e nonostante le spinte verso l'alto (i
triangoli isosceli in basso a destra) che comunque questa riesce a mantenere
la sua posizione e anzi a proteggere la piccola creatura indifesa.
Dall'altro lato, abbiamo invece la vecchia donna che, pian piano, si sente
levitare verso la fine, verso la notte dell'ultimo sonno. Interessante
notare che le due figure a destra hanno gli occhi chiusi mentre l'altra li
copre con la mano; le prime, in una fase onirica, non hanno interesse a
vedere, la terza ha intereresse invece a non guardare, a non vedere, a non
ricordare la giovinezza. E' qui che troviamo la dicotomia tra accettazione
(dovuto alla condizione beata) e rifiuto (dovuto alla constatazione del
tempo fuggito). Dal punto di vista tecnico è d'obbligo notare quanto la
costruzione astratta di sfondo sia in grado di alterare la percezione
dell'osservatore: come difatti si può notare le figure umane rappresentate
acquistano grande realismo in un contesto assurdo quale quello intorno a
loro (illusioni di preziosi ori, sete e gioielli luccicanti). "Le tre età della donna"
sembrerebbe prestarsi infine a due interpretazioni differenti ma
coesistenti. E' in sostanza l'osservatore a scegliere il suo soggettivo modo
di vedere il "bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto". La parte negativa
(sinistra) si protende in equilibrio spaziale e volumetrico con la parte
positiva (destra); l'insieme che ne consegue pare quasi ricordare il tao, è
come se positività e negatività si stessero toccando nel ciclo della vita
(il tao "dilatato" potrebbe partirebbe da sinistra, area nera con cerchio
bianco in basso, per arrivare a destra con l'area bianca e il cerchio nero
in alto).
|
<% 'ADV_ORGANIZER 1.1 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output
response.write(organize_adv(0,categoria,120,90,,,8,,1,0,1,))
%>
|
<% 'ADV_ORGANIZER 1.1 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output
response.write(organize_adv(0,categoria,728,90,,,7,,1,0,1,))
%>
|