Riflessioni
Nel 1935 Paul Klee contrae una malattia che lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni (una particolare forma di sclerodermia). Questa alterata situazione lo induce a trasmettere nelle sue creazioni inquietudine e angoscia, sensazioni ben manifeste nella visione allo stesso tempo ironica e cupa di Scarecrow. La lucidità di uno studio cromatico persiste, ma la manifesta voce del bambino ha la prevalenza e la pennellata sottile si tramuta in intensa esternazione di indefinite forme mentali. Tonalità oscure pervadono la tela in un'obliqua contrapposizione-marrone terra/blu-notte. Tutto è stilizzato, tutto è sottile e grande allo stesso tempo, non c'è quasi prospettiva, tutto è carta inchiodata su altra carta; la testa circolare e gli arti della figura sono grondanti di un rosso sanguinante, quasi infilzati in un corpo che trova a fatica il suo equilibrio in un ondeggiare di collegamenti trasversali sempre più "ruvidi"; un ideogramma nascosto. L'aver dato luogo alla composizione sembra quasi uno sforzo dell'artista volto a ritrovare un appoggio, una via di fuga da un mondo ormai già fatalmente sconnesso.
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