- Sleep (pittura ad olio) -
 
 Analisi critica opera di: Salvador Dalì
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Sleep

Autore: Salvador Dalì
Dati tecnici
: olio su tela, 51x78cm
Datazione
: 1937
Ubicazione: collezione privata
Curiosità: n/a
 

COMMENTI E RIFLESSIONI

Riflessioni

Sleep è la rappresentazione di un mondo celato tra l'immaginario collettivo e la visione soggettiva dell'osservatore. L'ambiente, visione onirica di un mondo umano, non si distacca del tutto dalle leggi dell'equilibrio cromatico, dei volumi, delle ombre e del dettaglio credibile: non è la tecnica (caratterizzata da un certo virtuosismo) ad essere surreale ma gli stessi elementi esposti: su più piani, in contemporanea, con differenti direzioni della luce (ecc.). Le figure definite tra la nebbia bianca sullo sfondo rappresentano più situazioni di sogno (la luna ne è la testimonianza più evidente), distanti le une dalle altre, separate e unitarie allo stesso tempo (perchè appartenenti alla medesima fonte). Tutto trasmette una sensazione di distaccamento, di immersione nello stupore ad occhi chiusi. Osservando il quadro si avverte quasi un fremito, un tremore, un lento brivido, la figura centrale è come se stesse delicatamente ondeggiando. Dal colore alle forme ogni istanza riporta ad una sensazione di abbandono metafisico: un sonno instabile. La testa in primo piano sembra fatta di una densa e calda cera liquida, ha fattezze "mostruose" e possiede l'estensione/dilatazione spazio-temporale di un incubo ma è ben lungi dal trasmettere inquietudine; questa non si muove difatti verso l'osservatore, "vaga immobile" in direzione della propria impegnata concentrazione; lo sguardo è assente, rapito da una calma estatica simile all'amarezza (ma senza toccarne l'accento più grave). Non c'è solo un crogiolo di forme, nell'opera si evidenzia una necessaria concentrazione (si veda la fronte corrugata, l'assente occhio chiuso, le labbra stupite e l'instabilità della struttura portante), una degna intensità per un momento così solenne: quello dell'unico slancio creativo concesso a tutti, il sogno. Nel profondo silenzio di tutti i sensi (si veda soprattutto l'orecchio coperto e privo di sostegni che lo definiscano) è la mente ad essere protagonista. I legni che sorreggono e danno forma alla grande testa definiscono un equilibrio e una compattezza instabile, tesa al mutamento ostacolata però dai "paletti della realtà". I bastoni sembrano simboleggiare la ragione, il punto "stabile", l'ancora a terra che permette alla fantasia (mutevole e indefinita) di essere riconosciuta, esplorata e in ultima analisi limitata; interessante notare che il bastone più lungo (in secondo piano sulla destra) non sostiene le conformazioni del volto ma l'intera scena, l'intero mondo dell'inconscio; senza quel sostegno l'intero sistema non avrebbe di che esistere. La parte conscia della mente viene quindi proposta come tramite per poter apprezzare la distanza che passa tra realtà e immaginazione. La ragione studia, scompone e misura la creatività ma nella sua lentezza ne altera/limita i confini.

 

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