Riflessioni
Sleep è la rappresentazione di un mondo celato tra
l'immaginario collettivo e la visione soggettiva dell'osservatore.
L'ambiente, visione onirica di un mondo umano, non si distacca del tutto
dalle leggi dell'equilibrio cromatico, dei volumi, delle ombre e del
dettaglio credibile: non è la tecnica (caratterizzata da un certo
virtuosismo) ad essere surreale ma gli stessi elementi esposti: su più
piani, in contemporanea, con differenti direzioni della luce (ecc.). Le
figure definite tra la nebbia bianca sullo sfondo rappresentano più
situazioni di sogno (la luna ne è la testimonianza più evidente), distanti
le une dalle altre, separate e unitarie allo stesso tempo (perchè
appartenenti alla medesima fonte). Tutto
trasmette una sensazione di distaccamento, di immersione nello stupore ad
occhi chiusi. Osservando il quadro si avverte quasi un fremito, un tremore, un lento
brivido, la figura centrale è come se stesse delicatamente ondeggiando. Dal colore alle forme ogni
istanza riporta ad una sensazione di abbandono metafisico: un sonno
instabile. La testa in primo piano sembra fatta di una densa e calda cera liquida,
ha fattezze "mostruose" e possiede l'estensione/dilatazione spazio-temporale
di un incubo ma è ben lungi dal trasmettere inquietudine; questa non si
muove difatti verso l'osservatore, "vaga immobile" in direzione della
propria impegnata concentrazione; lo sguardo è assente, rapito da una calma
estatica simile all'amarezza (ma senza toccarne l'accento più grave). Non c'è solo
un crogiolo di forme, nell'opera si evidenzia una
necessaria concentrazione (si veda la fronte corrugata, l'assente occhio
chiuso, le labbra stupite e l'instabilità della struttura portante), una
degna intensità per un momento così solenne: quello dell'unico slancio
creativo concesso a tutti, il sogno. Nel profondo silenzio di tutti i sensi
(si veda soprattutto l'orecchio coperto e privo di sostegni che lo
definiscano) è la mente ad essere protagonista. I legni che sorreggono e danno forma alla grande testa definiscono un
equilibrio e una compattezza instabile, tesa al mutamento ostacolata però
dai "paletti della realtà". I bastoni sembrano simboleggiare la ragione, il punto
"stabile", l'ancora a
terra che permette alla fantasia (mutevole e indefinita) di essere riconosciuta, esplorata e in
ultima analisi limitata; interessante notare che il bastone più lungo (in
secondo piano sulla destra) non sostiene le conformazioni del volto ma
l'intera scena, l'intero mondo dell'inconscio; senza quel sostegno l'intero
sistema non avrebbe di che esistere. La parte conscia della mente viene
quindi proposta come tramite per poter apprezzare la distanza che passa tra
realtà e immaginazione. La ragione studia, scompone e misura la creatività
ma nella sua lentezza ne altera/limita i confini.
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