Venerdì 18 aprile 2008 - 17.42.11 Il futurismo
Il futurismo tra guerra, dinamicità e pubblicità
Nel 1909 Marinetti pubblica Fondazione e Manifesto del Futurismo
in cui dichiara la poetica propria del movimento letterario in
questione; l'anno seguente viene pubblicato il corrispettivo per le arti
figurative: Manifesto dei pittori futuristi, firmato da
Boccioni, Balla, Severini ed altri. In seguito si ha
un Manifesto tecnico in cui viene enunciato l'obiettivo: creare
tramite pittura e scultura un'astrazione plastica
ovvero una sintesi tra visione esterna ed esperienza interiore.
I temi traggono spesso spunto dalla vita moderna e della città:
tram, stazioni, metropoli, energie, velocità, ecc. In questa situazione
di totale dinamicità i concetti di spazio e tempo vengono dilatati per
via di interferenze di visione e memoria.
L'obiettivo dei futuristi era dare spettacolo, il pubblico entra a far
parte dello spettacolo, deve essere coinvolto. La dimensione è
pubblicitaria (è infatti frequente l'uso di tecniche pubblicitarie),
si vuole ottenere un effetto immediato, non si cercano significati
profondi, la parola d'ordine è "colpire".
Il desiderio di dinamismo e modernità dei futuristi con l'avvento del
primo conflitto mondiale sfocia in politica con dichiarazioni
interventiste, al punto che molti arrivano ad arruolarsi volontari, in
particolare nel Battaglione ciclisti che sembrava sintetizzare così bene
il loro desiderio di unione tra uomo e macchina. Principali autori
- Umberto Boccioni: parte dagli sviluppi di Manet, il
colore-sensazione di Monet e Matisse e l'intelletto di
Cezanne e Picasso; il tentativo è solidificare impressionismo e
divisionismo;
- Giacomo Balla: divisionista e tratta di tematiche
sociali;
- Severini: punto di incontro tra cubismo francese e
futurismo italiano;
- Soffici: pittore futurista;
- Depero;
- Mario Sironi;
- Achille Funi;
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