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- Scultura - |
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OPERA |
LA PAROLA ALL'AUTORE |
DATI TECNICI |
CRITICA |
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Bronzo
(III secolo a.C.)
h 69 cm
conservato a Roma nei Musei Capitolini |
Ritratto di Bruto Capitolino - Eccelso esempio di ritratto italico
dell'Alto Ellenismo. Nonostante ora si trovi su di un busto, in origine,
molto probabilmente, era posto su di una statua equestre, poiché il
volto è leggermente rivolto in basso a destra: posizione caratteristica
del cavaliere che avanza lentamente. Gli antichi ritrovatori di questo
ritratto identificarono il personaggio dallo sguardo severo in Giunio
Bruto, primo console repubblicano, nonché colui che caccio l'ultimo re
romano: Tarquinio il Superbo.
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Lisippo
Marmo
(l'originale è del 325 a. C.)
h 29 cm
conservato a Vienna Kunsthistorisches Museum |
Ritratto di Aristotele - Altro ritratto della cerchia di Lisippo,
esempio di ritrattistica psicologica, eseguito quando lui era ancora in
vita ed era precettore di Alessandro. I caratteri più evidenti sono la
fronte stempiata (indicante l'età avanzata), la classica barba del
filosofo e il mento forte e pronunciato. Sono da notare anche i capelli
all'indietro tipici di chi non ha interesse a nascondere le proprie
calvizie e gli occhi infossati per accentuare il tono di severità.
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Bronzo
(460-450 a.C.)
h 205 cm conservato a Riace, Reggio Calabri, al Museo archeologico
nazionale |
Guerriero, Bronzo di Riace - Una delle massime espressioni della
scultura di tutti i tempi: un guerriero nudo con entrambi i piedi ben
appoggiati a terra (il peso è però concentrato sulla sola gamba destra).
La posizione degli arti superiori ci fa intuire che stesse impugnando
uno scudo e una lancia (andate disperse). Sul capo portava inoltre un
elmo corinzio non calato sulla faccia: il soldato è in posizione di
riposo.
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Marmo
(originale del 60-50 a.C.)
h 26 cm
dalla tomba dei Licini a Roma, conservatoa Copenaghen, Ny
Carlsberg Glyptotek |
Ritratto di Pompeo - Il viso è pingue e la bocca è atteggiata ad un
lieve ma tremendo corruccio, lo sguardo è acuto e penetrante. La
capigliatura è folta e insolitamente lunga per i canoni del suo tempo.
Questa testa probabilmente apparteneva ad una statua in cui lui era
rappresentato sulla prua di una nave con in mano un tridente che lo
raffigura quindi come un nuovo Nettuno, che aveva liberato il mar
Mediterraneo dalla minaccia dei pirati.
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Phyromachos di Atene
Marmo
(l'originale è del 200 a.C.)
conservato nei Musei vaticani |
Ritratto di Antistene - Phyromachos, oggi è poco conosciuto in età
ellenistica era molto famoso, come dimostra il papiro trovato in una
tomba egizia, dove è elencato tra i sette più famosi scultori greci
(come Lisippo, Prassitele, Skopas, Policleto, Mirone e Fidia). Sebbene
quella che presentiamo è una riproduzione i tratti sono probabilmente da
attribuirsi a questo scultore: il filosofo ha uno sguardo intensissimo,
il volto è di una plasticità violenta, i tratti fisionomici e la mimica
facciale sono molto accentuati e infine le ciocche della barba e dei
capelli sono rigonfie. È inoltre interessante la posizione della
mandibola; essa è infatti piuttosto rientrante, come se Antistene si
stesse mordendo il labbro inferiore in segno di sforzo intellettivo.
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Marmo
(II-I secolo a.C.)
h 204
cm
ritrovata a Milo, ora conservata al Louvre di Parigi |
Afrodite Panneggiata detta Venere di Milo -
L'anonimo scultore greco ha voluto giocare col corpo della dea,
mostrandola in una scena non totalmente nuda ma in cui sta per
diventarlo, in modo da renderne più piacevole la conquista. Gli stili
adottati dallo scultore sono due: il corpo e le formosità ricordano
l'Afrodite Cnidia (altra celebre opera scultorea di età ellenistica)
mentre la simmetria, l'imperturbabilità, e lo sguardo lontano formano un
viso che segue stili del V secolo a.C.
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Mirone
Marmo
(450 a.C. circa)
h 124 cm Roma, museo nazionale romano |
Il discobolo - questa riproduzione di età
romana dell'originale bronzo realizzato dallo scultore greco Mirone,
rappresenta l'atleta nell'istante decisivo prima del lancio del disco,
prima che faccia esplodere tutta la sua forza, un momento pieno di
potenzialità in cui i muscoli si trovano alla massima tensione; sta
all'osservatore immaginare i rapidi movimenti che seguiranno quello
immortalato in questo marmo.
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Prassitele
Marmo
(340 a.C. circa)
h 215 cm
ritrovato nel Tempio di Era e conservato a Olimpia |
Ermes con Dioniso fanciullo - In questa
statua, rappresentante Ermes e suo fratello Dioniso in momento di sosta
durante la fuga da Era (la quale li odiava essendo figli illegittimi di
Zeus), Prassitele si allontana dal modello dello scultore greco
per eccellenza: Policleto; infatti il movimento è più libero, i due sono
ritratti in una situazione di intimità, durante una pausa nel lungo
tragitto verso l'Arcadia, dove troveranno la salvezza.
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Agesandro, Polidoro, Atanadoro da Rodi
Marmo
(seconda metà I secolo a.C. circa)
h 242 cm
conservato nei Musei vaticani |
Gruppo del Laoconte - "Temo i danai anche
quando portano doni", queste furono le ultime parole di Laoconte, come
narra l'Eneide, prima di morire coi figli tra le spire di due serpenti
mandati da Apollo. Questo gruppo rappresenta il culmine della sua
sofferenza, lui tenta inutilmente di evitare i morsi furibondi dei
serpenti, mentre il giovano alla sua destra si accascia morente. Le
movenze, i capelli, la bocca le sopracciglia creano una rappresentazione
del dolore umano come mai si ebbe in precedenza.
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Marmo
(l'originale è del 190 a.C circa)
h 253 cm
conservato a Firenze, Loggia dei Lanzi |
Menelao che sorregge il corpo di Patroclo
- Questo è un classico esempio dello stile barocco a Rodi: si rifà allo
stile pergameno, reinterpretando la sua parte barocca virtuosisticamente
ma pur sempre con criterio arrotondando gli eccessi e nobilitandolo con
richiami alla scultura classica. L'opera rappresenta un scena
dell'Iliade (fa parte di un gruppo di sculture a riguardo del poema
omerico). Le parti più importanti dell'opera sono la testa
drammaticamente penzolante di Patroclo, la muscolatura estremizzata di
Menelao e i rigonfi riccioli di entrambi i personaggi.
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Agesandro, Polidoro, Atanadoro da Rodi
Riproduzione di gesso
(l'oriringale è della seconda metà I secolo a.C. circa)
h 242 cm
conservato a Sperlonga |
Accecamento di Polifemo - Questa è la ricostruzione in gesso di uno
dei quattro colossali gruppi scultorei, narranti vicende dell'Odissea,
situati nella grotta nelle circostanze di una villa ad un centinaio di
chilometri a sud di Roma, a Sperlonga. Gli artisti che hanno realizzato
questo gruppo sono gli stessi autori del gruppo del Laocoonte. Il
ciclope non è morto ma sta ottusamente dormendo, fatto che si
contrappone con un grande effetto alla tensione a all'attenzione di
Odisseo (Ulisse) e dei suoi compagni.
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Lisippo
Marmo
(l'originale è del 318-317 a. C.)
h 31 cm
conservato a Roma nei Musei capitolini |
Testa di Socrate - Socrate, famoso per la sua bruttezza, viene qui
in tal modo rappresentato da Lisippo per andare contro a quanto era
regola in età classica, ovvero che ad una acuta intelligenza deve
corrispondere sempre anche una bellezza esteriore: i tratti sono quelli
solitamente attribuiti al satiro, infatti è evidente la sua pronunciata
calvizie, la fronte corrugata, le profonde rughe ai lati del viso e
infine il naso schiacciato, animalesco e profondamente piegato alla
radice.
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