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Marco Viganò
Marco Viganò nasce a Milano.
La sua formazione si struttura presso l'Istituto
d'Arte di Monza dove si diploma nella sezione di comunicazione visiva e
fotografia sotto la guida di insegnanti quali: Michele Provinciali, A.G.
Fronzoni, Narciso Silvestrini, Nanni Valentini, Zeno Birolli e Giuseppe
Pontiggia.
Frequenta la Facoltà di Filosofia alla Statale di Milano.
egli anni settanta gli viene affidata la cattedra di
fotografia ai corsi serali presso la Scuola Umanitaria di Milano diretta
da Albe Steiner. Negli stessi anni insegna fotografia presso l'Istituto
Europeo di Design di Milano nella sezione di visual design. Tiene un
corso di still life presso il Centro Umbria Arte, organizzato dalla CEE.
Inizia, nell'ottantatre l'attività di insegnante
all'Istituto d'Arte di Monza nei laboratori di comunicazione Visiva.
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Concezioni
"Nell'attraversare questo mondo ognuno di noi lascia delle
impronte più o meno profonde, più o meno evidenti. La loro ripetizione
si trasforma in tracce che permettono a colui che le insegue di
identificarci e di scovare la nostra tana e le nostre abitudini. Esse
intessono la nostra storia. La fotografia è per sua stessa natura e,
comunque vadano le cose, traccia. Traccia del passaggio e indica che ciò
che stiamo guardando è stato lì, in quel dato istante dell'esistere. Le
mie immagini sono prodotte senza l'uso della macchina fotografica.
Deposito un oggetto, un elemento organico su di un foglio di carta
sensibile e lo lascio in esposizione all'aperto, al sole, alla pioggia
per giorni e giorni. Non me ne curo, l'incuria è elemento fondante, le
intemperie e la luce lavorano per me. Io conduco la mia vita, loro la
loro. Ma poi ad un certo punto tolgo "l'oggetto soggetto"
dell'esposizione. Non una vera e propria fotografia così come la si
intende correntemente, ma un lucigramma. Quanto tempo è passato dal
momento della sua esistenza come oggetto non lo sappiamo. Ne rimane così
l'impronta, che testimonia più che altro un'assenza. Le immagini non
sono state "fissate" perciò sono destinate alla scomparsa,
all'annerimento totale finchè cadranno in oblio, condanna che ogni
immagine deve subire, quasi sempre nella sostanza, a volte nel suo
significato originale. Una considerazione può essere tentata a fronte di
queste "fotografie". In un'epoca in cui la velocità delle informazioni
viaggia attraverso i fotoni, unità di misura dell'energia luminosa e
perciò stesso unità di misura della massima velocità sino ad ora
conosciuta, queste immagini sono, al contrario, il risultato di una
lunga, sofferta esposizione alla luce naturale ed è proprio questo che
ha permesso la corrosione e lo struggimento della carta sensibile e
degli elementi-soggetto stessi che addirittura in certi casi hanno
depositato lentamente ma inesorabilmente non solo, il colore della loro
stessa essenza ma hanno portato alla luce un'aura, quasi che
possedessero un'anima. Le immagini tutte sono dei reperti che aumentano
la loro forza storico visiva più passa il tempo, più il tempo di quell'immagine
si allontana dall'esperienza del tempo che stiamo vivendo."
M. Viganò
La tecnica fotografica
"Il mio interesse attualmente si rivolge alla fotografia realizzata
senza l'uso della macchina fotografica (ho realizzato anche alcuni
esperimenti usando soltanto gli acidi di camera oscura) o se la uso
faccio riferimento a strumentazioni quali ad esempio il mezzo di
riproduzione a foro stenopeico. Il mio atteggiamento si rivolge, non
tanto ad una contrapposizione al mondo dell'immagine digitale, quanto
piuttosto alla rivitalizzazione della storia del mezzo fotografico come
asse portante della conoscenza visiva.
L'era attuale dei mezzi di riproduzione visuale non nasce dal nulla
ovviamente ma è il risultato di una evoluzione tecnologica che se non è
accompagnata dalla conoscenza della propria storia diventa sterile
riproduzione fine a sè stessa. La memoria è fondamento del progresso,
non solo visivo."
M. Viganò
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MOSTRE
1979 - Circolo B.Brecht, Milano
1986 - Spazio Magna Pars, Milano
1991 - Inizia la collaborazione con Museo Teo
1991 - "Pierrot visionnaire", Studio Vertigo, Milano
1992 - "L'inquieto dopo la conquista", Università Bocconi, Milano
1993 - "Creativi in mostra" Serrone, Villa Reale di Monza
1995 - "Il Castello delle Arti incrociate", Castello di Piovera,
Alessandria
1995 - "Creatività" Studio Ted, Milano
1996 - erotismo.it, Alterstudio, Milano
1996 - "Cooking art" Bloom di Mezzago, Milano
2000 - Percorsi del margine, Studio 25, Milano
2000 - "Collettiva" Galleria Contemporanea e Art Book, Milano
2001 - Presso la galleria Mudima di Milano espone due opere nell'ambito
della rassegna dal titolo Il desiderio organizzata da Monnalisa
2002 - "Collettiva" Galleria d'Arte Contemporanea, Milano
2006 - "200 Artisti per 100 Anni", organizzata dalla CCGIL, Palazzo del
Governo, Siracusa |