Precipitare - Un'opera intensa, carnale, viscerale che descrive la
sofferenza di una donna mentre precipita senza un terreno dove cadere, verso il vuoto, vittima della tiepida indifferenza del roseo mondo
antistante. Eccetto una vaga tensione nei capelli non c'è alcun
movimento, nessuna profondità, c'è solo un lento ma inesorabile
propagarsi di tenue nebbia. Al centro individuiamo un simbolo rosso che
lascia all'osservatore la possibilità di cogliere più significati e
nessuno specificatamente; a differenza delle precedenti opere vi sono
più dettagli, parecchie domande e nessuna risposta. Pare quasi di poter
percepire una delicata aria scivolare ai fianchi del soggetto, una
carezza che allevia il malessere diffuso. La posa della donna è rigida, il volto
e la sua espressione sono celati ma la sua postura lascia intuire che non si vuole arrendere, stringe i denti, il suo tempo si
volatilizza, è lacerato ma ha un obiettivo. Che cosa la spinge a
non lasciarsi andare? La figura bianca in basso, una misteriosa
creatura dallo sguardo acceso. Si tratta di una
nuova vita in grembo: allo stesso tempo problematica e straordinaria. Il
feto si appoggia dolcemente a quell'essere che scopriamo madre. In
questa situazione paradossale il piccolo non intende
appieno cosa sta accadendo, si guarda intorno curioso e non sa cosa la
madre sta sacrificando per lui, a quale prezzo lo sta proteggendo, sopra
ogni altra priorità: che sia questa amore, passione o libertà.
"Ferite e
lacerazioni, dovunque. Il temporale nella sua impetuosità è preso
d'assedio dalla sua inutile vastità."
Olio su tela
(anno 2008)
Temporale ferito - Tagli, cicatrici che non si possono rimarginare
nel loro stesso turbinoso espandersi creativo. Il quadro presenta un
notevole distaccamento da quello che sembrava uno stile già pronto
a consolidarsi. Alla perdita di contorni definiti si contrappone
tuttavia un'evoluzione della texturizzazione già presente in alcune
delle creazioni precedenti. Integralmente realizzato con il solo uso
delle dita, il dipinto pone un arduo quesito estetico all'osservatore e
all'artista stesso: desideri lacerati si muovono in una struttura
prospettica nuova, l'intera questione geometrica lascia spazio al caos,
specchio di una situazione interiore indefinita. Ci sono direzioni,
punti di partenza e punti di arrivo ma la forza dell'instabilità oppone
resistenza al conseguimento della cura, del ritorno ad uno stato di pace
e perfezione. Lo spettatore che si avvicina all'opera si trova di fronte
ad una disgregazione e ad una continua lacerazione, è difatti il
rosso/rosa il vero protagonista della scena, come se la tela fosse
completamente ricoperta da quel colore e le nuvole fumose non fossero
altro che un sottile strato di pelle. A perimetri di colore
definito si sostituiscono aree quasi "macchiate", espressione di una
purezza perduta.
"Una goccia di
felicità e impazienza colora il grigio di un mondo coperto dalle
tenebre."
Olio su tela
(anno 2007)
Petra - Un volto nasconde qualcosa, pallida tensione che cresce
nelle distanze prospettiche, nello spazio che si diffonde senza sosta e
sempre più compresso. Pronto ad esplodere. Simboli, forme e tanti colori
caratterizzano un momento di pienezza senza pari, una passione aperta a
desideri sempre più incontenibili. Colore e forme ammiccano alla
sensibilità cromatica dell'osservatore ma nel contempo corrispondono
distrazione, compiacimento, felicità. Un'espressione d'amore che
introduce però l' elemento di angoscia, quasi a voler presagire una
crisi, una disillusione imminente. Il volto è scuro, triste, abbattuto,
sta per parlare ma l'incessante processo creativo di volumi e oggetti lo
immobilizza impedendogli di svelare il segreto che porta con se. Non ci
sono aree libere ogni spazio bianco si vede riempito di idee e proposte
atte a dare soddisfazione.
"Fuga dalla vita
nell'apparente, solitudine, ogni giorno: una ferita."
Olio su tela
(anno 2007)
Fuga difficile di sibili metallici - In questo quadro struttura e
linearità fanno da preciso sfondo ad un'impalcatura simbolica rigida. Il
soggetto imprigionato e stanco di vivere nella prigione bianca, oltre le
cui sbarre è impossibile vedere sta cercando di evolvere, uscire dalla
bidimensionaltà dell'apparire per approdare lentamente verso la terza
dimensione dell'essere: l'autoaffermazione. Dalla sua amarezza, dal suo
sforzo partono raggi sbiaditi di colore, speranza in un futuro radioso.
C'è difatti una possibilità, un'esile speranza che può realizzarsi:
esiste un cuore, una concretezza celata che spinge per poter uscire. In
mezzo ai sibili del metallo arrugginito, si avverte il peso del un parto
di un ego immerso in una situazione opprimente, complessa. Le ferite che
corrono sul corpo amputato della figura umana evidenziano una difficile
individuazione della propria sessualità comunque volta ad
un'affermazione. Nonostante tutte le difficoltà che il bianco pone
(metafora di una purezza forzata) la donna si alzerà e dotata di arti
propri camminerà in piena libertà.
"Una notte come molte, l'ispirazione irruppe nella quiete e nel
silenzio della vita comune."
Olio su tela
(anno 2004)
Traslazione del reale - "La traslazione del reale" è un'opera che
pone le basi di un passaggio verso una dimensione sconosciuta,
corrisponde ad un primo tentativo di varcare la soglia dell'inconoscibile.
Un'apertura artistica impregnata di un simbolismo carico di sensualità,
contraddizione, divieto, desiderio, violazione ma anche innocenza,
spontaneità e trascinamento sentimentale. Ogni cosa sembra un eco
amplificato di una realtà sempre meno fedele a se stessa, tanto meno da
dare il via ai voli pindarici dell'adimensionale, dell'invenzione,
dell'inesistente seppur asservito a cornice del reale. C'è come un
dubbio nel quadro, si presenta tra calore e freddo, una situazione
apparentemente rilassata seppur misteriosa e preludio di accadimenti
incerti. La parte figurativa è appoggiata ad un più ampio desiderio di
chiarezza, una prima esigenza di strutturazione destrutturalizzante: lo
sfondo perde il carattere figurativo in favore di una geometria più
espressiva.
"Piccolo uomo dovunque tu sia il tempo sarà con te..."
Olio su tela
(anno 2003)
Il tempo di ghiaccio - Un'opera molto
importante per la formazione dell'artista è stata "Il tempo di ghiaccio", dipinto
in un periodo più sereno della sua giovinezza, stravolge i vecchi
equilibri per far posto a nuove tendenze (parte di quest'opera è stata
dipinta con le nude dita)... L'ironia dell'orologio (al centro) e
dell'uomo mutilato (sulla destra) vuole comunicare l'idea del tempo che
corre velocemente ma in maniera statica poichè esso è "extensio animae"
e seppur non esista come realtà a se stante ci invecchia e al fine, ci
sconfigge); l'uomo in nero rappresenta quindi (immaginariamente)
l'umanità vinta dal tempo.
"Grande e maestoso nell'infinito cielo..."
Olio su tela
(anno 2003)
Incombe - La figura del volatile (simbolicamente
il
male e la corruzione) incombe appunto sulla chiesa che, ormai
ricorrente in questi dipinti, è metafora della spiritualità; da notare: la
scomparsa di molti dettagli e l'apparente squilibrio cromatico, è indice
indiscusso di insicurezza e paura che però, trova uno spiraglio di
speranza nella piccola luce emessa dal campanile della basilica, la
quale, in questo caso, si tramuta in faro: guida divina dei pellegrini
su una terra insidiosa.
"Tanto freddo, troppo freddo..."
Olio su tela
(anno 2002)
La trilogia, freddo, tanto freddo - Mentre
copriva di colore questa tela lo spirito dell'artista era fortemente scosso,
(il personaggio al centro è il pittore stesso). Il bianco che taglia
come una coltellata la scena rappresenta simbolicamente la pacata
solitudine (una sorta di locus amenus)... Il contrasto è voluto: il
rosso indica il calore (umano), mentre il bianco, la pallida e "criogenica"
indifferenza... Da notare è anche il fatto che la pennellata nella parte
destra è più dura, "rugosa" e multiforme; sullo sfondo a destra troviamo
invece la chiesa (la spiritualità) e il paese (i contatti col mondo),
essi sono lontani e difficili da raggiungere...
"L'ispirazione arrivò durante un viaggio in treno, come se il paesaggio
che vedevo correre mi avesse sussurrato cosa dipingere..."
Olio su tela
(anno 2002)
La trilogia, la vite dell'iperuranio - In quest'opera (chiamata
anche la "croce scura") inizia a
presentarsi la concezione spirituale; in alto a sinistra si
scorge un "dio" sotto forma di demone che, nell'iperuranio (rif. a
Platone) si compiace, nascosto tra le nubi, del suo operato e della
sofferenza che porta all'uomo la conoscenza; un altro aneddoto interessante è
il fatto che ad una certa ora del giorno (18.00) la luce permette di
scorgere nel dipinto, in alto a destra una "J" che sta per "Julia"...
"Fu così che decisi...
osservando la magnificente
imponenza di una montagna mentre nascondeva chissà dove il sole..."
Olio su tela
(anno 2001)
Tramonto - Questo quadro, il primo in
assoluto che l'artista ha dipinto, è un insieme di equilibri tra nero e bianco,
tra colori caldi e colori freddi, tra scorci prospettici e visioni
irreali, tra ombra e luce... Forse un preludio di alcune delle successive
creazioni incentrate sull'ancestrale lotta tra bene e male...