Donna senza giustizia
Per vedere, riconosci di non guardare.
Nella notte della parte sei intensa,
vuoi radere al suolo il dire, di non esistere, lo voglio.
Perduta in un'affascinante barca fuori dalla ricerca, pura,
pura, cingi perdite dal contenuto e il repellente grasso,
consumato vacillio di molli pugni gelati.
Fatti di passaggi, di schemi,
di lingue. Mi spengo nel darmi ragione.
Tu, piccolo bottone di luna, la mia assetata,
tu che giri su una ruota che va a staccarsi e godi,
godi dell'acqua di un falso abbondante,
di un vetro tetro di occhi.
Non sai che accadrà, che accadrà il nulla.
Gli altri mangeranno e pance a due e cani a deridere.
Il tuo protendere di idee va ogni volta un gradino più in basso,
è inebriante alimento di te divina ma non di tale intesa,
non di sostanza, la tua di carne è aspirazione,
piccoli tuoi, fanno delle pazzie divinità.
Saggezza o sapienza o caso?
Creare non è vivere è vivere.
Non è mai stata tua arroganza esistere, ma,
ma cerchi risposte, senza domande.
Troverai il nulla, nulla che le tue dita toccheranno
e
quando sparirà, la prima mente e il ceppo tuo
nulla potremo...
Voliamo un po' insieme,
adesso.
Venerdì 15 ottobre 2010 - 19.26.55
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