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Il punto di partenza per affrontare i propri
limiti esteriori è uno solo: aprire gli occhi e constatare che
chiunque, uomo o animale che sia, ha dei difetti e dei pregi. Fin troppo spesso
capita di mettere a fuoco unicamente le proprie debolezze ed altrettanto unicamente
i punti di forza altrui.
Smettiamo di piangerci
addosso e passiamo al contrattacco. Dobbiamo capire che la debolezza non è data
dal difetto in se ma dal modo in cui lo affrontiamo e quindi dal modo in
cui ci proponiamo in pubblico. Per prima cosa dobbiamo imparare a distinguere due categorie:
- Difetti superabili - Su quelli superabili (es. pancetta, taglio
di capelli, ecc.) non abbiamo scuse, può volerci tempo e impegno ma possiamo e dobbiamo porvi rimedio; se non ci proviamo significa che non abbiamo a cuore il nostro obiettivo o che comunque è una
priorità inferiore (in questo caso non ha senso lagnarsi).
- Difetti "insuperabili" - Per difetti "insuperabili", o comunque
molto complessi da superare (es. quelli che richiederebbero l'intervento di
un chirurgo), la soluzione è affrontarli a viso aperto, accettarli, esporli
liberamente
e convertirli in una caratteristica solo nostra.
Proprio dai difetti "insuperabili" partiamo
perciò ad esporre dei comportamenti e dei modi di pensare utili a migliorare i
nostri rapporti sociali:
- Accettare - Il primo passo è guardarsi addosso fino a capire che
che non c'è fattore estetico che può precludere il nostro accesso al mondo.
Guardiamoci allo specchio e scopriamo cosa ci piace di noi, impariamo a
sorriderne, ad esserne fieri.
- Esporsi - I difetti o si eliminano o si espongono, cercare
maldestramente di nasconderli peggiora esponenzilamente la situazione: non
esiste nulla di peggio di ciò che si intuisce ma non si vede; coinvolgiamo i
limiti in un nostro equilibrio, in uno stile, armonizziamoci con loro.
- Imparare da altri - Guardiamoci attorno e scopriamo nuovi modi di
porci, prendiamo spunto da chi, con i nostri stessi "problemi", è riuscito a
crearsi una vita sociale che ci aggrada (amici parenti, star, ecc.).
- Attaccare - Se ci troviamo in ambienti ostili, iniziamo ad
"attaccare": in primo luogo noi stessi con dell'autoironia e, in casi di
estrema necessità, ad evidenziare simpaticamente i difetti altrui; nessuno
aggredisce chi si colpisce da solo e tanto meno chi dimostra di saper
colpire efficacemente gli altri.
- Sincerità - Se ci fanno del male non preoccupiamoci di dirlo, se
noi appariremo "sensibili", chi ci ha aggredito capirà che ci sta facendo
del male e magari la smetterà, o comunque lo capiranno le persone che gli
stanno attorno svalutandone l'attendibilità.
- Simpatia - Per compensare una mancanza esteriore è utilissimo
impiegare un po' di simpatia. Avere sempre pronta qualche battuta efficace,
la risata facile e tanta positività fanno crollare qualsiasi pubblico.
- Mai dare soddisfazione - Capire gli obiettivi dei/delle
decerebrati/e che ci dileggiano è facile, una volta compresi non facciamoci
mai umiliare o "mettere sotto": disilludiamoli e sorprendiamoli. Mai dare a
vedere che ce la siamo presa o che comunque hanno raggiunto il loro
obiettivo.
- Pregi - Mettiamo in evidenza i nostri pregi non vantandoci con le
parole ma dimostrandoli con i fatti e aiutando chi ha difficoltà in quei
campi dove noi eccelliamo.
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