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Nella stragrande maggioranza dei casi, il punto
d'incontro che definisce un rapporto sentimentale è dato dal rispetto; in altri
termini il "rispetto" può poi essere definito come la reciproca ammirazione e
accettazione del partner.
A minare questo
equilibrio stanno innumerevoli fattori e uno di questi è proprio il
sopraggiungere del famigerato "paragone" (con una o più persone con
caratteristiche migliori/differenti). La comparazione può mostrarsi sotto
diversi aspetti e avere cause tra le più disparate, vediamone alcune:
- L'irraggiungibile - "Lui è famoso e ricco, tu non sarai mai
così...", dietro ad una frase del genere sta o un desiderio di litigio o una
bambinesca necessità di scaricare sul partner la nostra frustrazione; il
messaggio nascosto che trasmettiamo è difatti: "vorrei stare con lui ma non
ne ho le qualità quindi mi rassegno a stare con te".
- Il raggiungibile - "Hai visto che fisico asciutto ha quello?
Pazzesco!", questa è un esempio di frase che spesso pronunciamo quando il
nostro partner si cura di meno, si lascia andare. quando la tranquillità di
un rapporto stabile lo ha rilassato troppo. Si tratta di un campanello
d'allarme che vogliamo far recepire.
- Il peggiore - "Quello è addirittura peggio di te.", una frase del
genere non ha connotazioni particolarmente positive o negative ma nasce da
un malessere lieve o passeggero più facilmente recepibile dal partner. Non
può esserci vera discordia se l'insulto non è indirizzato direttamente verso
il partner.
- Il rivale - "Che figo che è il mio compagno di scuola!", questa è
la frase peggiore che si può dire ad un partner e di solito individua due
cose: o un incontenibile desiderio verso quella persona (parliamo solo di
lui e non rispettiamo più il nostro partner) o, se detta con tono
aggressivo, un forte desiderio di litigare.
Come è ovvio il nostro partner non è impassibile
a queste stimolazioni e a ciascun paragone possono seguire reazioni differenti,
vediamo insieme alcune di queste:
- Frustrazione e abbattimento - Se la "vittima" del paragone non
crede o sa di non poter competere con l'avversario tenderà (con buona
probabilità) ad avvilirsi e a peggiorarsi in quel dato campo dove è stato
colpito; questo perchè avvertendo di non poter vincere azzererà anche quel
minimo impegno che metteva prima.
- Ira - La reazione nei confronti di un apprezzamento diretto verso
un avversario può tramutarsi facilmente in litigio che, a seconda
dell'intensità e della precedente situazione di stabilità/instabilità, può
incrinare o distruggere del tutto la coppia; non sono pochi i ragazzi e le
ragazze che si lasciano per una frase fuori luogo.
- Desiderio di riscatto - Lo sminuire il proprio partner può, nel
più nefasto dei casi, insinuare in lui un desiderio dichiarato di vendetta
o, peggio che mai, celato: "Ah è così eh? Adesso te la faccio vedere io!".
La reazione in questo caso potrebbe essere esternato con un tradimento, una
ripicca, un'umiliazione, uno scherzo pesante, danni (ecc.).
- Miglioramento - In qualche (purtroppo) raro caso, il partner che
si sente sminuito reagisce (direttamente o indirettamente) cercando di
migliorare il proprio status o almeno di recuperare lo smalto perso; perchè
ciò avvenga è vitale che ci si metta a disposizione delle richieste del
partner: se pretendiamo un cambiamento dobbiamo accettare che ce ne venga
chiesto un'altro a nostra volta.
Dal ragionamento esposto è facile evincere che
fare dei paragoni per quanto veri, realistici o sinceri è estremamente rischioso
e talvolta dannoso per un rapporto stabile. Se è difatti vero che il dire o il
non dire una cosa non altera lo stato delle cose è altrettanto vero che urta la
sensibilità di chi ne è vittima; non c'è niente di peggio di un giudizio
negativo non richiesto.
I paragoni "malvagi" sono
spesso esposti con leggerezza e oltre che fini a se stessi possono ingenerare
ritorsioni, separazioni e delusioni. Se veramente vogliamo bene al nostro
partner non dobbiamo dargli contro inutilmente su cose che non può cambiare,
possiamo solo spronarlo a migliorare sugli ambiti alterabili, con la dovuta
delicatezza e mettendoci nella medesima disponibilità.
Se questo poi non riesce a soddisfare a pieno le nostre "esigenze" è inutile
insistere facendogli del male: si tratta unicamente di mettere i suoi pregi e
difetti su una bilancia: la parte che toccherà terra dovrà annullare l'altra e
far prendere una decisione seria: "sto con lui, o non sto con lui? Posso
sopportare le sue mancanze oppure no?".
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