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Parlare di amore è sempre difficile, ognuno
ne vive l'esperienza in modo del tutto personale e particolare, non di rado
capita tuttavia di confondersi, di scambiare qualcosa d'altro per questo
instabile ma straordinario sentimento. Nasce così l'esigenza non tanto di
trovare una soluzione valida per tutti bensì di individuare una via per "aiutarci
a capirci", a discernere cosa vogliamo e cosa cerchiamo davvero.
Partiamo a tal proposito ad analizzare caratteristiche che notoriamente si
attribuiscono all'amore ed altrettante che si riferiscono invece a
suoi emuli (l'orgoglio di vincere una sfida e il bisogno di compagnia):
- Infatuazione - Esistono persone (particolarmente
comunicative, simpatiche, affascinanti, ecc.) che attraggono e attirano
l'attenzione di tutti, stiamo parlando dei/delle partner più ambiti/e, quei
soggetti con cui chiunque vorrebbe intessere un rapporto; ebbene da qui
nasce la volontà (magari sacrificandosi o umiliandosi) di
"possederle", di dimostrarsi migliori di altri/e. Il problema è
che l'infatuazione non è amore, non coglie e non accetta
tanto la persona in se quanto quello che rappresenta per gli altri e per
noi. L'infatuazione è un'illusione, ci si innamora di un simbolo che sta
solo nella nostra testa e non nell'essenza magari del tutto differente: si
guarda ai colori della scatola e non al suo contenuto.
- Solitudine - Dal lato opposto capita di credere così poco in se
stessi
da rinunciare alla più piccola sfida, da rassegnarsi, da accettare ciò che
capita, da farselo bastare; in questo modo dimostriamo inconsciamente che è più
forte la paura della solitudine che il desiderio di amare la persona giusta.
Nemmeno il cercare compagnia equivale ad amare, il motivo si cela nel fatto
che è davvero l'egoismo dell'attimo a
guidare la nostra ricerca.
- Amore - Quando sboccia il vero amore tutto ciò che sta intorno perde di
importanza, scende ad un gradino inferiore; c'è emozione, il cuore batte
forte e si passa dall'apprensione dell'attesa al calore vibrante
della compagnia. Amare significa volere il bene dell'altro oltre il proprio,
accettare, capire e ascoltarsi vicendevolmente e soprattutto integralmente.
Naturalmente non si tratta di costanti ma di sensazioni ricorrenti, se non
le avvertiamo mai forse non è vero amore.
Un falso amore, sia che sia dettato dall'orgoglio che dalla disperazione
non può far altro che nuocere ad entrambi i partner, forse in modi e tempi
differenti, ma alla lunga il distacco non può che avvenire. Non ci si può nè
illudere nè umiliare per tutta la vita.
E' banale dire che sono scelte difficili, ma se un rapporto va avanti in modo poco convinto e c'è
davvero poca comunicazione (filing, intesa, ecc.), è forse utile provare a separarsi (anche per poco);
occorre mettersi alla prova e capire se veramente è questo ciò
si vuole, se è soddisfacente o se si deve aspirare a qualcosa di più
aderente alle aspettative/necessità nostre e del/della partner.
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