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In questo articolo cercheremo delle
soluzioni/rimedi a quel tipo di solitudine spiacevole, quella che non è pace ma
abbandono, non relax ma isolamento. Ebbene quella di cui andiamo a parlare non è
una condizione contingente ma voluta e generata da chi ne permette l'avvento,
vediamo perchè.
In situazioni normali, la solitudine è una situazione mentale, costruita
su idee e atteggiamenti errati che, con un po' di sforzo, possiamo combattere e
cambiare. Per avere successo dobbiamo però fare prima un'analisi autocritica ed
evidenziare quei pregiudizi, quelle insicurezze, svogliatezze, paure ed egoismi
che ci tengono lontani dalla vita sociale.
Per superare questo stato di
"negatività" dobbiamo sostanzialmente reinventare il nostro modo di
rapportarci con il mondo. L'obiettivo è passare da esseri passivi e sofferenti
ad attivi e felici.
Vediamo come fare per stravolgere la condizione
che ci chiude in casa e in testa: chi non rimane mai solo? Ecco:
- Sorriso - Chi diffonde entusiasmo, allegria e spensieratezza; a
nessuno piace stare con persone mono-espressione negativa/triste.
- Disponibilità - Tutti vogliono stare con chi porge aiuto (aiuto
efficace) senza chiederne (se non in rarissimi casi); in generale chi offre
se stesso/a invece di chiedere agli altri.
- Comunicazione - Chi ha sempre qualcosa di interessante da dire su
tutto, chi evita la creazione di imbarazzanti silenzi ed è apprezzato/a, chi
tiene poco per se, chi supera vergogne e titubanze.
- Simpatia e interesse - Chi riesce a strappare risate o sorrisi
sinceri (con battute argute, sciocche, ecc.), chi ha saggezza o sapienza da
condividere ma senza boria.
- Positività - Chi non mette sempre al centro i propri problemi ma
anzi ha una visione positiva del mondo: pochi vogliono farsi carico dei
problemi altrui.
- Ascolto - Chi sa dare delle soddisfazioni agli altri, chi sa
ascoltare e non solo parlare, chi non cerca un pubblico, chi non cerca gli
atri per mettersi al centro dell'attenzione.
- Azione - Chi non aspetta che siano gli altri ad invitare ma
invita a sua volta, cerca nuove persone, crea delle serate, organizza, si fa
vedere, esce, telefona, chi insomma si dà da fare (sbaglia e riprova,
sbaglia e riprova finchè riesce).
- Leggerezza - Chi non si impunta, non si offende, non si lega le
cose al dito, chi sorvola sulle scaramucce, chi non è orgoglioso, chi non dà
peso alle sconfitte.
- Umiltà - Chi ha quella giusta via di mezzo tra umiltà e dignità,
chi sa quanto vale ma non si prende troppo sul serio, chi sa fare un pizzico
di auto-ironia, chi sa accontentarsi.
- Presenza - Chi fa vita sociale, chi va in palestra, chi va tutti
i giorni in un dato locale, chi è iscritto ad un club, chi lavora a contatto
con il pubblico (ecc.).
- Sincerità - Chi sa essere sincero/a (in primis con se stesso e
poi con gli altri), chi è diretto/a, chi non è sciocco ma onesto, chi dà
fiducia agli altri.
- Sicurezza - Chi sa mettersi in gioco e non rimane in disparte per
paura di danneggiare il suo equilibrio, la sua (supposta)
perfezione/stabilità, chi non bada troppo alla suo apparire o alla sua
immagine.
Insomma guardiamo chi non è mai solo, guardiamo le persone con cui vorremmo
uscire noi e chiediamoci perchè? Perchè invece che con noi tutti preferiscono
stare in sua compagnia? E' un essere umano quanto noi, che cosa fa di diverso?
Le risposte sono nei punti precedentemente elencati.
In conclusione è interessante dire che chi cerca la solitudine è raro che sia
davvero solo o che avverta davvero l'abbandono, in tutti gli altri casi ci sono
due volontà: quella di avere amicizie e amori contrapposta a quella di fallire,
di sfigurare, di perdere, di soffrire, di essere umiliati. Quale vogliamo far
prevalere?
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