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Molte volte ci capita di sentirci sottovalutati da persone che non ci conoscono o che comunque non hanno mai approfondito la nostra conoscenza limitandosi a gesti di formale cortesia e/o sopportazione. Ebbene non di rado queste persone (o gruppi di persone) non ci considerano per un semplice motivo: non sanno nulla di noi oltre ciò che possono vedere con gli occhi. In questi casi, per riuscire ad entrare in rapporti abbiamo due ostacoli da affrontare, il primo è capire che non siamo noi ad essere inaccettabili ma che sono gli altri a non conoscerci a fondo, il secondo è invece quello che causa il primo: la timidezza.
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Prendiamo in analisi la simpatia: se da un lato riusciamo magari a far divertire i nostri amici/familiari più stretti può darsi che, in presenza di estranei, ci chiudiamo in noi stessi risultando inevitabilmente elementi noiosi e poco interessanti. La soluzione non è semplicemente quella di farsi coraggio e buttarsi con persone con cui non si ha confidenza bensì di avviare un lento processo atto a raggiungere la tanto agognata "accettazione"; vediamo alcuni spunti da cui partire:
- Mai fare battute scarse o di cui non si è pienamente certi dell'efficacia in presenza delle persone che si vuole colpire.
- Se nessuno ci rivolge la parola rivolgiamola noi a ciclo a tutte le persone del gruppo in questione (senza insomma insistere sulla stessa).
- Optare in presenza del proprio pubblico (chi già ci apprezza) per battute che sappiamo far ridere: probabilmente faranno ridere anche gli altri.
- Mai far capire che si sta cercando di dimostrarsi simpatici, il risultato sarà inverso (risulteremo falsi e quindi particolarmente odiosi).
- Se proprio siamo a corto di idee (ma meglio evitare) cerchiamo di riciclare battute di comici/cabarettisti risaputamente efficaci.
- Dimostriamoci decisi, sono gli altri ad aver bisogno di noi e non il contrario, non facciamoci mai "mettere sotto" in alcun modo, difendiamoci con classe.
- Evitiamo dall'altro lato di "mettere sotto" gli altri, dimostriamoci anzi disposti ad ascoltare/dialogare apertamente anche di faccende più delicate.
- Portiamo con noi (freschi) argomenti interessanti/divertenti come piccoli pettegolezzi (senza esagerare), argomenti di attualità, spettacolo, sport (ecc.).
- Studiamo preventivamente luoghi/svaghi che soddisfino (con buona probabilità) gusti e portafogli della maggioranza e proponiamoli con decisione.
- Manteniamo un equilibrio tra il lasciar parlare gli altri e il farsi ascoltare, non dobbiamo assolutamente essere nè logorroici nè taciturni.
- Per entrare in un gruppo occorre capire cosa ne lega i componenti e una volta compreso cercare (mantenendo personalità) di aderire a quella peculiarità.
- Sorridere e far sorridere (non di se), il sorriso è la chiave di breccia per ogni situazione, se chi ci sta intorno è felice ci cercherà sempre.
- Cercarsi rapidamente uno o più alleati/e all'interno del gruppo (se possibile tra i "membri" più influenti e capaci di condizionare gli altri ad accettarci).
Detto questo è anche vero che ci sono gruppi a cui difficilmente potremo accedere per motivi contingenti (che difficilmente possiamo cambiare), soprattutto se legati a pregiudizi molto forti e/o ad atteggiamenti che noi stessi non condividiamo; tuttavia, seguendo questi pochi consigli, avvieremo senza ombra di dubbio un "moto" che pian piano ci farà arrivare all'individuazione del nostro gruppo, quello che accetteremo e ci accetterà a sua volta (sempre che sia questo quello che davvero cerchiamo).
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