In più e più situazioni capita di trovarsi a dover scegliere tra il rispetto per il proprio partner e la giusta dose di gelosia: come comportarsi quindi di fronte a personalità molto espansive e abituate a stare in compagnia? Dove sta il sottile confine tra fiducia ed eccesso di protezione? In questo articolo cercheremo di porci dei dubbi e di far così luce sull'argomento.
Se è certamente facile conoscere le proprie intenzioni interiori non si può affatto dire altrettanto di quelle altrui; mentre ciò che accade nella nostra mente è sotto il nostro "controllo", ciò che avviene in quella di chi ci sta di fronte ci è totalmente ignoto. Non sapendo pertanto come e cosa pensa la nostra dolce metà facciamo appello a quell'idea d'intesa che chiamiamo "fiducia".
Purtroppo, come ben sappiamo, non è raro che speranze e convinzioni vengano disattese: come comportarsi allora? Che fare? Immaginiamo che il nostro partner ci chieda di uscire con un amico/a di vecchia data di cui non sappiamo nulla (una persona che riconosciamo come attraente), ebbene abbiamo due possibilità:
Nel primo caso il pericolo è quello dell'eccessivo attaccamento, nell'altro del manifesto distacco o sottomissione, nel primo caso possiamo infatti sembrare soffocanti, nel secondo troppo permissivi. Ovviamente non esiste soluzione sempre valida ma c'è una facoltà, l'idea base di ogni buon ragionamento, quella che ci distingue da tante altre specie animali terrestri: la capacità di immedesimazione.
In questo frangente, non esiste altro giudice attendibile al di fuori di noi stessi. Chiediamoci se siamo severi, se ci sono dei rischi reali, come ci comporteremmo noi nel caso e se abbiamo motivi concreti per dubitare; poniamoci domande serie e diamoci risposte schiette. Stabilito questo è giusto dare (con giudizio) la stessa libertà che vorremmo avere noi, avere il coraggio di dare la risposta che noi stessi ci aspetteremmo.
La reazione che avrà il/la nostro/a partner potrà essere uno sguardo di comprensione o uno sfogo di rifiuto ma è solo una conseguenza che non deve in alcun modo alterare i nostri ragionamenti (frutto della nostra personalità, di ciò che siamo). Insomma, il modo più efficace di ragionare è quello di pensare agli altri (e come gli altri) ma con la propria testa.