- Anoressia -
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Scritto da: Giancarla Vietti | ||
ARTICOLO | ||
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Anoressia: aiuto diretto Un approccio a sé: prevenzione dell'anoressia. La fase iniziale. In una fase iniziale, è possibile l'autoterapia. Prima ancora: costruire se stessi è già prevenire la possibilità dell'insorgere dell'anoressia. In alcuni periodi della nostra vita, avviene che non siamo in grado di parlare dei nostri sentimenti, né di esprimerli. Di più: non sappiamo leggerli o addirittura riconoscerli. Non sappiamo leggere o focalizzare i nostri valori. Possiamo provare un approccio a noi stessi, rispondendo ad alcune domande, valutando poi le risposte, prendendo un tempo per riflettere, che spesso non abbiamo o non vogliamo avere. Porre le risposte per iscritto.
c) in pratica; Ora valuta le tue risposte. Se lo desideri, discutine con una persona a te vicina o con uno psicoterapeuta. Queste domande esigono una indagine interiore. Non solo. Esse debbono già porre la mente su un piano diverso da quello banalmente e superficialmente quotidiano, col quale la nostra società spesso ci ottunde. Esse esprimono la possibilità reale della tensione alla ricerca dei valori, per cui valga la pena vivere. La possibilità che esistano rapporti positivi e creativi, di sviluppo personale, con altre persone. La possibilità di perseguire i propri obiettivi irrinunciabili in autonomia. Progetti, questi, che, nella propria interiorità, alcune persone non hanno mai considerato possibili e che, invece, lo sono. Il diario come autoterapia Il diario è una forma di autoterapia estremamente efficace. Diventa, in questo modo, possibile prendere nota in modo dettagliato del cibo consumato e del proprio comportamento alimentare, ma, soprattutto, delle proprie idee ed opinioni riguardo al cibo e al peso. E' necessario cercare di capire cosa si sente e cosa si pensa. Inizialmente si può trovare tutto ciò estremamente difficile, ma con il passare del tempo si acquisisce una capacità di approfondimento sempre maggiore.( D. e R. Hales) Comprendere se stessi E' enigmatico il rapporto dell'uomo con se stesso. Il disagio interiore che
comporta l'anoressia, è una delle facce di questo problema. Questo è il grande dramma
esistenziale che dobbiamo trasformare in una sfida. Ogni volta da capo, fossero
mille volte. Ogni uomo non conosce se stesso, con il suo stesso pensiero. Pochi
sono in grado di farlo in maniera immediata, a maggior ragione i giovanissimi. La potenza interiore Il comportamento anoressico dà luogo, in alcuni momenti, ad un senso di onnipotenza dovuto al potere di controllo sul cibo e, quindi, sulla realtà, nella mente del soggetto, a livello più o meno conscio. Tuttavia, spesso, esso sfocia in fenomeni di demotivazione. Rifiutare la logica dell'annichilimento significa reagire. Mirare e raggiungere quelli che dobbiamo far emergere, come obiettivi propri, non quelli di altri. In un angolo inaspettato di noi stessi, ogni individuo ha una riserva, una molla interiore, che non si è mai rivelata. L'esperienza ce lo dimostra molte e molte volte, senza dover attendere gli eventi straordinari. Non permettere, o non poter permettere, a questa forza di esprimersi, anzi, al contrario, pietrificarla, diventa l'arresto, il blocco, il muro insormontabile. Trovare il modo, la strada per far partire questa carica interiore, significa innescare un circolo virtuoso inarrestabile, che si amplifica, che cambia il mondo dentro e fuori di noi. Anche fuori di noi gli sguardi cambiano, la prospettiva cambia, gli eventi si modificano: per la nostra caparbietà. Questa è una possibilità reale. Per giungervi, il primo passo è prenderne coscienza. La consapevolezza è il punto di partenza dell'azione. Forse non sappiamo che possiamo farlo.
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