- Anoressia -
 
Scritto da: Giancarla Vietti
ARTICOLO

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Prima che la realtà sfugga
È tendenza: l'anoressia.

Anoressia significa perdita dell'appetito, il cibo diventa un nemico, una minaccia al proprio senso del sé, della propria identità ed autonomia. Essa è conseguenza di un anomalo desiderio di esagerata magrezza, di un' enorme paura di ingrassare, che arriva fino alla percezione distorta delle dimensioni o della forma del proprio corpo. Infatti, anche nel momento in cui è stato raggiunto il peso ideale, la persona continua a trovarsi grassa e si preoccupa ogni giorno di più di perdere il controllo e di mettere addosso chili.

Sappiamo che, in tempi di boom economico, la tendenza è quella di desiderare una figura di donna magra o magrissima. Nei momenti di crisi, invece, il sogno avvicina l'immagine di una donna più prosperosa, come simbolo di abbondanza. Così pare sia sempre stato: vedi le dive del dopoguerra, ad esempio (Sofia Loren), e vedi le modelle degli anni '60, in piena ripresa economica (Twiggy). Probabilmente il periodo che stiamo vivendo si sta rivelando più contraddittorio degli altri. Da molti anni, e sempre in crescendo, nelle ragazze e nelle giovani donne, si manifesta l'anoressia e un grande desiderio di magrezza. Ciò, benché attraversiamo un lungo periodo di recessione. Nell'ultimissima ora, la moda, specificamente nel business, cerca di privilegiare la donna con "le taglie più" oltre la 46. Per la prima volta, quest'anno per le collezioni estate 2007, Milano in Fieramilanocity ha dedicato a questa tendenza un ampio spazio dedicato del Salone. Si tratta di un mutamento culturale dell'impostazione mentale del gusto oppure si tratta di puro business, che valuta un ricco vuoto di proposte per un, in realtà vasto, bacino di utenza trascurato? I fenomeni non sono così semplici e spesso si intersecano con i loro opposti. La speranza è che sia proprio questo meccanismo, a creare evoluzione.

Il disagio interiore

La spasmodica ricerca di magrezza da parte delle ragazze, soprattutto tra i 14 e i 25 anni, è, in realtà, il segno di un disagio interiore. Già a 10 anni la snellezza, in alcuni casi, diventa l'obiettivo principale. Poi, un solo commento, può scatenare un processo di esasperazione, che si sviluppa nell'adolescenza. Non bisogna stupirsi, la donna esce da un grande processo di innovazione del proprio modo di essere, che forse non si può concepire senza travaglio e senza crisi. Il disagio interiore è proprio già del Novecento, lo hanno vissuto i simbolisti, gli esistenzialisti, tutta la pittura contemporanea, ma anche in altre epoche esso è stato uno scricchiolio dell'animo umano, spesso, con l'intelligenza dell'intuito e della razionalità, capace di generare creatività e positività.

Le motivazioni alla radice

  • la più semplicistica potrebbe essere quella di voler assomigliare alle top model (schiavizzate per comodità di riuscita scenica ed economica dagli stilisti e dalle case di moda), come miraggio imposto dal fashion-system: questo fattore è quasi sempre presente;
  • condizionamento da modelli sociali precostituiti;
  • rifiutare il modello fisico adulto e/o maturo delle proprie madri:

    - per motivi estetici;
    - per affermare la propria indipendenza e identità;
    - per contestare;
     
  • rifiutare una società opulenta;
  • inconsciamente ricercare forsennatamente più l'apparire che l'essere (questa motivazione esige una ricerca interiore per essere esplicitata);
  • una moda irrinunciabile;
  • al contrario, una ricerca di essenzialità o di perfezionismo, non equilibrate;
  • contestazione di un'immagine di donna superata, per un'immagine di donna nuova, cui non interessa attrarre l'uomo con il proprio corpo, ma configurare quest'ultimo come quello di una donna "guerriero" (esiste anche un marchio con questo nome) emancipata, che rifiuta, addirittura, o ritiene superflua la propria femminilità;
  • nelle situazioni radicalizzate, poiché l'anoressia può avere diversi gradi e/o fasi, la motivazione è la paura di ingrassare per una percezione distorta delle dimensioni e forma del proprio corpo: questa causa è la più difficile da rimuovere.

Barrare mentalmente le motivazioni in elenco, che si condividono, o che si potrebbero condividere tendenzialmente, può servire ad una presa di coscienza ed a una autovalutazione intorno a questo argomento.

 

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