|
Anteprima primavera/estate 2006
(seconda parte)
Abbigliamento, tessuti, arredamento
In piena estate, sempre anni '70: i Bohos e anche l'arredamento
La donna 2006 sarà esigente, contraddittoria e, se si lascerà ingessare
in deliziosi abitini del tutto prevaricanti, poi, nelle camicette
primaverili, ma, soprattutto per l'estate, lancerà ancora sguardi agli
anni '70 Abbiamo già fatto emozionanti viaggi in questi mondi,
indossando gli abiti del mood di quel periodo: la camicia indiana con la
coulisse intorno alla scollatura e le maniche svasate, i pantaloni più o
meno a zampa e così via. Facciamo fatica a lasciarli. Anzi ora appaiono
emergenti élites del gusto, che fanno rivivere in versione sofisticata
il mito di Woodstock. Appaiono i Bohos, i nuovi hippy , col loro
vitalismo estetico. Addirittura assistiamo a questo fenomeno anche
nell'arredamento, dove si assume la lezione dei più immaginifici
interior decorator degli anni '70. In questo campo riscopriamo sotto una
nuova luce pezzi di design di quell'epoca, i quali ormai erano stati più
che snobbati. Riscopriamo una nuova attenzione per la moquette, forse in
versione spiritosa, magari con una texture a fili esagerati, grossi e
lunghi,quasi come sotto una lente di ingrandimento. Adesso, tra l'altro,
la moquette si può posare in maniera da poterla cambiare con estrema
facilità, anche ogni anno. Per effetti estremamente controcorrente e per
uno stile significativamente alternativo, riappare la tappezzeria, con
quei favolosi disegni geometrici del periodo, che erano ormai tanto
kitsch. Ai posteri l'ardua sentenza sulla durata di queste magnifiche
riedizioni.
Il disegno geometrico
Il disegno geometrico e il disegno optical, sia per i
tessuti di arredo che di abbigliamento, rappresentano un argomento che
merita di essere studiato. I tessuti a disegno geometrico, nati già
negli anni '60, avevano poi imperato nel decennio successivo. Oggi sono
avvicinati con interesse e quasi con una attrazione fatale.
Victor Vasarely (1908-1997) è, forse, il creatore più
noto della pittura geometrica, la quale può sicuramente aver ispirato o
influenzato queste fantasie per tessuti. Ungherese, visse a Parigi dal
1930. Dapprima progettista grafico, poi pittore protagonista dell'arte
op, ovvero l'arte cinetica e programmata, tra il 1955 e il 1965.
Svolse la sua opera a New York e a Parigi. Vasarely aveva lavorato
dapprima solo col famoso bianco e nero, l'optical, e, più tardi, dandone
delle versioni simili, ma con contrasti intensi di colore. Così la moda
riprese il bicolore optical, ma anche le fantasie successive, in marrone
e blu o in nero e viola e così via.
Le "scritture" di Vasarely hanno definito la
filosofia dell'arte op, ovvero l'arte cinetica, che crea
l'illusione del movimento e indaga gli effetti della ripetitività. Esse
hanno esplorato le illusioni ottiche. L'artista fu un pioniere nella
creazione della nuova arte dell'illusione visiva. Egli organizza
tantissime piccole figure geometriche, quasi identiche e, con la sua
tecnica, genera, per esempio, illusioni di profondità, di deformazione,
di movimento, zone di gonfiamento, mentre, in realtà, si tratta sempre
di tela di canapa puramente bidimensionale. Tutti questi studi hanno
interagito con il design. Per quanto riguarda l'abbigliamento,
soprattutto ha inciso quella ripetitività, che ha creato effetti
modulari concettuali, che sono diventati simbolici per molte case.
La bellezza del gioco assurdo delle stampe bi e
tridimensionali, diventa fantasia per tessuti, sia pesanti che
leggeri, per abiti, ma osati anche per soprabiti e giacche e,
soprattutto, per camicie, che diventano must, sia da uomo che da
donna, sia in cotone che in seta. Le vediamo in collezione per tutte i
marchi più importanti, a partire da Gucci e Dolce e Gabbana.
Esse, forse sì, attraggono in maniera ipnotica.
Fantasie minuziose, cerebrali, hanno sfilato a piene
mani a Londra. Le più belle e le più guardate sono state quelle di
Jojo & Malou at fashion fringe, fatte di bianco e nero cinetico, con
macchie di colore, per vividi contrasti, dove la nuance rossa o arancio
ha un intenso risalto. Poi quelle di Basso & Brooke, invase da
allucinazione lisergica da power print, come viene chiamato. |