- Aria di Parigi nell'autunno/inverno 2008/2009 -
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Scritto da: Giancarla Vietti | ||
ARTICOLO | ||
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Aria di
Parigi nell'autunno/inverno 2008/2009 Storie di abiti, cappotti, avvolgenti maglie, leggins, mini e micro Marithé et François Girbaud coniugano una grande abilità nei tagli, che esaltano la figura, con l'originalità estremamente alternativa dei modelli. Le due cose non sempre coesistono: modelli particolari, spesso, sono difficili da indossare e non valorizzano le linee del corpo. In questo caso, invece, le capacità tecniche e l'esperienza innovativa della maison sono in grado dicreare questa magia. Nella maglieria, grande must di stagione, si disegnano curve, si formano piccole ruches, drappeggi e molti, molti nodi e annodature. Le tonalità sono quelle del grigio, nero e bianco. I colli sono grandi, ad anello. Per i primi freddi, per coprirsi, splendido il giaccone alla marinara, con le tasche oblique, tipicamente anni '70. Dentro questo stile faremo anche un'altra scoperta: il dono aggiunto di una grande funzionalità e praticità delle proposte, fatte per essere continuamente vissute. Il piccolo cappotto grigio è smilzo, immancabile nel trend attuale, con l'altro riferimento di base, ai primi anni '60, sempre molto under e così minimale, che permette, addirittura, volendo, di portare stivali/calza, in pelle nera (con zeppa!). L'abito è l'altro must dominante, in tutte le collezioni. Johji Yamamoto si esprime nel black end white. Nel gioco, sempre fascinoso, di un Giano bifronte. Bianco e nero giocati, addirittura, con movimento asimmetrico di pezzi a contrasto, con sottolineature optical, per una donna non comune, che sfida e non teme. Grandi gonne, a volte, alla caviglia, in tessuti grezzi, su strette, piccole giacche nere, proposte anche in pelle, sempre bicolore, con effetto speculare, in tinte che si oppongono (bianco e nero) e in materiali opposti (vigogna e pelle). Originalità superba, sempre alla ricerca di equilibri. I modelli hanno sempre forme, che permettono di interpretare quel delizioso trend di questo momento, che vuole abiti e gonne, sia mini che al ginocchio, indossati sopra ai leggins, o, meglio, sopra ai pantaloni ed ai jeans. Così Isabel Marant, realizza dolci e molli leggins in lane sottilissime, impalpabili e quasi trasparenti, in cachemire, da portarsi, appunto, con abiti e caban cortissime, alla scopo di sdrammatizzarne l'appeal. Dior si esibisce per questo inverno in una full immersion nella fine anni '50 e nei primissimi anni '60. A piene mani, grandissime cotonature per le acconciature dei capelli, per una sofisticata aggressività: "remember" di antiche foto mitiche, simboli di una dolce vita intensa e perduta. Forse da ritrovare? Il trucco è accentuatissimo. Immense, esagerate ciglia. Anche finte. Il bordo occhio è ingrandito a dismisura con la rigatura bianca: solo la bocca è più in sordina. I tessuti giocano su raso e paillettes, i colori sono decisi. Le stampature rivelano fantasie fantastiche, forti, geometrie e cerchi che Vasilij Kandinskij insegna, macchie di colore, che richiamano l'arte di Pollock. Disegni forti, quasi estivi, abiti eleganti che si rivolgono ormai ad un mondo internazionale senza stagioni. Cloé, questa volta vuole vestire la brava ragazza e disegna il bon ton, con impalpabili sete a splendide, raffinate, piccole disegnature: le lunghezze sono al ginocchio, l'abbottonatura è rigorosa e girocollo. solo le scarpe trasgrediscono o per il modello o per il forte tocco di colore di un turchese scuro. Al polo opposto appaiono gli abitini impazziti di Miù Miù. Fanno tornare alla mente quel leit motiv: la donna chic, che in tutti vuole provocare una choc! L'ispirazione è futurista e suscita enigmi e dubbi, in modo interessante. Il capo è coperto da una cuffia aderente semilucida, le lunghezze al ginocchio. Esplosivo è anche Antonio Berardi che presenta capi tempestati di applicazioni metalliche eleganti e sofisticate. Esse affiancano l'uso a piene mani di strass e paillettes, che arrivano a coprire completamente gli abiti o disegnano motivi décor, curve, righe. Le pailettes, di riflesso, già da qualche tempo, possono essere giocate anche, come divertimento, su alcuni capi grigi, minimal e alternativi, di uso quotidiano e funzionale, secondo nostre regole private. Nello stile elegante e importante di Berardi, poi riappare, addirittura il metal, in piccole borchie, che creano armature moderne, dal mood medioevale, per donne guerriere. Nome significativo per chi ama lo stile essenziale, funzionale, di grande taglio, è Akris. Un minimal di perfetta modernità, stile asciutto, colli alti e rigorosi, colori understaement: grigio, marrone, bianco, cammello. Martin Margiela si diverte con mini e micro. Esse rappresentano un altro punto di riferimento di questo autunno ed inverno. Margiela si rivela ipermoderno e molto spoglio, senza sovrastrutture, estremamente portabile è la sua originalità. Per lo stile più giovane non si può non indossare Undercover, marchio innovativo, con grande carica di energia e dinamicità.
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