- Poesia -
 
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POESIA IMMAGINE


L'opposto invecchiato, be mine

Barile di sentieri, schiumi alla deriva della luna,
mentre sorprese attese, forzano le pareti del mio sabato;
vuoti di rosso, crescono nel mio antistante,
sono errori, concerti del pensiero.

Là, osservo silente,
mi bagno di barbe di profeti nascosti,
mi vedo pavido a tal coraggio da dirmi imponente.
Così trasale, l'arpa si taglia, il violino sanguina,
e io... Io sto arrivando verso me stesso.

Lì ridipingi l'asfalto di bianco, mi fai essenza,
eppure la cima della lontana miniera attendea me,
sedotta dal mio amore, da me, stiva e guanto,
da me, vena povera di memorie illibate.

Soffocata, soffocato,
mi hai riattaccata ad un ventre di calci radenti,
o assenza, che servi zie prossime all'essere scoperte,
estendimi al tuo vagare sì valido, sì odiato, sì grande.

In una tazza da un soldo, mi hai servito un fiore,
il tuo unico pensiero, calmo e puro, come follia, come falsità.
Ti ho trovata nuda, lungo le dita di un fiume,
ti ho stretta al collo, io mano e tu pace.

Dileguavo demoni e ne sono diventato specchio.
Dico solo che poco prima, ero felice, di non berti più,
ora vorrei me catturo, me accolgo, costante
ma sono solo, solo e felice.

Hai fatto di me il sottodio degli umani minori,
un dormiente decalogo di lampi di disapprovazione,
l'insulto o l'intenzione silente.

Questo, è un addio.

Giovedì 25 febbraio 2010 - 15.25.12

 


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