- La libertà nella costituzione italiana e
cinese - |
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LE LIBERTÀ CIVILI NELLA COSTITUZIONE ITALIANA | |||||||||||||||||||||||
Libertà: termine con cui si designa la condizione che permette a un soggetto di operare delle scelte e di agire in conseguenza senza incontrare ostacoli proibitivi o viceversa di non agire (essendo anche questa una scelta) senza subire costrizioni in senso contrario. R. Marchese, B. Mancini, D. Greco e L. Assini, Stato e società, 2001 La Costituzione italiana nella sua prima parte (dall'art. 13 all'art. 22) analizza in maniera analitica quali sono le libertà del cittadino. Vediamoli in breve.
Detto tutto ciò non si deve pensare che la carta costituzionale semplicemente riconosca queste libertà come uno status morale della persona, infatti, l'articolo 3 recita: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ciò significa che lo Stato ha il dovere di creare le condizioni perché le
libertà elencate diventino effettive, eliminando gli ostacoli di ordine
economico e sociale. La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge. Ricordiamo in conclusione il pensiero di due grandi studiosi quali Norberto Bobbio e Piero Calamandrei: Non ho mai condiviso l'illusione costituzionalistica, l'illusione cioè che una costituzione, che è pur sempre un pezzo di carta, possa porre rimedio ai mali endemici di un paese. N. Bobbio, L'illusione della grande riforma, in "Diritto e cultura", anno XII, 2002/1-2 p. 14 La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Piero Calamandrei, Discorso agli studenti milanesi, 1955 A riprova di quanto detto da costoro vediamo cosa formalmente afferma la
costituzione di un altro paese, la Cina, e cosa la cronaca quotidiana. |
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LA LIBERTÀ IN CINA OGGI | |||||||||||||||||||||||
La costituzione cinese Prima dell'arrivo della costituzione cinese, nella Repubblica Popolare Cinese
(RPC) era stata adottata dalla Conferenza politico-consultiva del popolo cinese
del 30 settembre 1949, un Programma Comune. In seguito, il 17 gennaio del 1954,
fu emanata dalla prima sessione dell'Assemblea Nazionale del Popolo (ANP), una
carta costituzionale vera e propria. In seguito essa sarà rivista dalla prima
sessione della IV ANP il 17 gennaio 1975, dalla prima sessione della V ANP il 5
marzo 1978 e infine ulteriormente emendata il primo luglio dell'anno successivo
nella seconda sessione dell'Assemblea Nazionale del Popolo. La carta
costituzionale attuale è quella redatta il 4 dicembre 1982 dalla quinta sessione
della stessa Assemblea; da allora sono stata apportate diverse revisioni nel
1988, 1993, 1999 e nel 2004. Dopo il 1840, la Cina feudale si è trasformata gradualmente in uno Stato semi-coloniale, semi-feudale. Il popolo cinese ha combattuto una dopo l'altra eroiche battaglie per l'indipendenza dello Stato, per la liberazione nazionale e per democrazia-libertà. Vediamo ora altri estratti dal secondo capitolo della Costituzione, intitolato I diritti e i doveri fondamentali dei cittadini sul tema delle libertà civili. Fa fede la Costituzione del 1982.
Gli articoli qui brevemente citati (ogni articolo ovviamente riporta limitazioni) fanno subito comprendere che la Costituzione riconosce tutti i principali diritti civili che abbiamo già visto nella Costituzione italiana, quali libertà personale, libertà religiosa, di stampa, di riunione, di associazione, di circolazione, di manifestazione, di pensiero, di corrispondenza e anche il diritto ad un domicilio inviolabile. Le modifiche del 2004 Come detto nel 2004 (15 marzo) la Costituzione cinese ha subito importanti modifiche principalmente riguardo a due aspetti: la proprietà privata (nella Costituzione italiana garantita all'articolo 42) e il rispetto dei diritti umani. Analizziamo le principali modifiche apportate alla costituzione.
A queste principali modifiche si aggiungono quelle della sostituzione del
termine legge marziale con stato di emergenza e altre minori. Internet e la libertà di stampa e informazione L'articolo 35 della Costituzione cinese afferma solennemente la libertà di stampa, pensiero e parola per i cittadini della RPC, tuttavia la cronaca pare dimostrare il contrario. Per riportare solo alcuni esempi della soppressione di questi diritti fondamentali vediamo alcuni tra i più eclatanti casi che riguardano Internet. Il governo cinese nel 1998 ha dato vita al Golden Shield Project (Progetto Scudo Dorato, anche chiamato Great Firewall of China), mettendolo in atto nel 2003: esso consiste nell'impedire di raggiungere alcuni siti ritenuti pericolosi dal Ministero della Sicurezza Pubblica, o addirittura di far credere di essere su un sito mentre invece ci si trova su una alternativa gestita dal governo. Vediamo alcuni tra i principali effetti della censura cinese su Internet:
Proprio Reporters Without Borders nei suoi annuali rapporti sulle condizioni della libertà di stampa in Cina denuncia questi fatti: Indubbiamente la Cina continua a essere il paese più avanzato del mondo nella censura di Internet. Le autorità controllano attentamente i progressi tecnologici per assicurare che non si aprano nuove finestre di espressione libera. Dopo essersi inizialmente indirizzati verso siti web, chat e forum, oggi si concentrano su blog e siti di scambio video. La Cina ha oggi circa 17 milioni di blogger. Questo è un numero enorme ma molto pochi di loro osano toccare questioni delicate, ancora meno criticano la politica del governo. Prima di tutto perché gli strumenti per i blog della Cine includono filtri che bloccano stringhe di parole "sovversive". In secondo luogo, perché le compagnie che offrono questi servizi, sia cinesi che straniere, subiscono pressioni dalle autorità per controllare i contenuti. Usano eserciti di moderatori per pulire i contenuti prodotti dai blogger. Infine, in paese dove 52 persone sono correntemente in prigione per essersi espressi troppo liberamente online, l'autocensura è ovviamente pienamente in forza. Solo 5 anni fa, molta gente pensava che la società e la politica cinese sarebbero state rivoluzionate da Internet, un mezzo di comunicazione teoricamente incontrollabile. Oggi, godendo la Cina di una sempre maggiore influenza geopolitica, alcuni si stanno preoccupando del contrario, se forse il modello di Internet cinese, basato sulla censura e sulla sorveglianza, possa un giorno essere imposto al resto del mondo. Tradotto dalla lingua inglese, Reporters Without Borders, China - Annual report 2007, http://www.rsf.org/article.php3?id_article=20779 La Cina è ancora il paese che incarcera il maggior numero di giornalisti, cyber-dissidenti, utenti di Internet e attivisti della libertà di espressione. Spesso devono sopportare dure condizioni di prigionia: condividono celle sovraffollate con criminali, sono condannati ai lavori forzati e sono regolarmente picchiati dalle guardie o da altri detenuti. Il maltrattamento è al punto peggiore nelle prime settimane di custodia quando la polizia tenta di estorcere confessioni. Almeno 33 giornalisti erano in prigione in Cina il primo gennaio 2008. Tradotto dalla lingua inglese, Reporters Without Borders, China - Annual report 2008, http://www.rsf.org/article.php3?id_article=25650 Olimpiadi e libertà religiosa Per le Olimpiadi di Pechino 2008 il governo cinese ha predisposto vari locali
per il culto di ogni sorta di religione, dal buddismo all'induismo, dal
cristianesimo all'islam fino all'ebraismo. Tuttavia i promotori della campagna
Io non guardo le Olimpiadi sostengono che la libertà religiosa alle Olimpiadi
sia solamente la facciata cinese per l'Occidente. Infatti, nonostante la
Costituzione sostenga l'importanza della libertà religiosa (articolo 36),
solamente buddisti, taoisti, musulmani, protestanti e cattolici vengono
riconosciuti: le migliaia di praticanti ortodossi, ebrei, indù e bahai non hanno
luoghi di culto e non possono averne per divieto del governo. Inoltre anche le
confessioni ufficialmente riconosciute devono comunque essere composte nelle
loro gerarchie da personale registrato e devono accettare i controlli delle
Associazioni patriottiche (AP). I supervisori che stabiliscono come e quando
svolgere i riti, quali libri stampare, chi può scegliere la vocazione religiosa,
chi può andare a capo di una comunità, ecc., sono per lo più atei. "Questo
controllo non è neutrale. Esso tende a un lento soffocamento delle religioni" (Il
rovescio delle medaglie. La Cina e le Olimpiadi, Ancora, Milano, 2008, pp.
230). Dobbiamo sforzarci di creare una società armoniosa e un buon ambiente sociale per poter tenere con successo il diciassettesimo Congresso del Partito Comunista e i Giochi Olimpici di Beijing. Dobbiamo combattere duramente le forze ostili a casa e all'estero, come separatisti etnici, estremisti religiosi, terroristi violenti e "organizzazioni eretiche" come il Falun Gong che porta avanti attività destabilizzanti. Zhou Yongkang, Ministro della Sicurezza Pubblica Bu Dongwei, un praticante del Falun Gong, che ha lavorato per l'associazione
americana non governativa Asia Foundation, ha prestato servizio per due anni e
mezzo alla struttura di Tuanhe a Beijing in un RTL (Re-education Through Labour,
ovvero rieducazione tramite il lavoro). Questo per il semplice fatto di aver
esercitato il suo diritto di credenza religiosa. Non subì alcun processo, fu
semplicemente mandato all'RTL per aver "resistito all'applicazione delle leggi
nazionali" e per aver disturbato l'ordine sociale: la prova era una confessione
verbale e 80 pagine di letteratura Falun Gong che la polizia ha detto di aver
scoperto in casa sua. |
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CONCLUSIONI | |||||||||||||||||||||||
Sono stati qui portati solo alcuni esempi delle contraddizioni fortissime e quotidiane tra Costituzione cinese e fatti. Tuttavia noi stessi non dobbiamo sentirci sottratti dal pericolo, annunciato da Calamandrei e Bobbio, di trovarsi ad avere libertà solamente su un foglio. Non spetta solo alle istituzioni far rispettare quell'eccellente carta che è la Costituzione ma anche ai cittadini, che quotidianamente devono battersi perché non venga dimenticata e sia applicata pienamente. |
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