- Considerazioni preliminari - |
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ECOLOGIA | ||
I "PLAUSIBILI" SCENARI CATASTROFICI La comunità scientifica ritiene che nei prossimi cento anni, continuando con gli attuali ritmi di emissione di gas serra, la temperatura globale media del pianeta aumenterà con un incremento compreso tra 1,5 e 5,8 gradi centigradi. I margini di differenza, come si vede sono molto ampi, e le previsioni tutt'altro che precise. Ma è certo che anche un aumento di 2°C. avrebbe effetti catastrofici per milioni e milioni di persone, forse per miliardi di persone (Flannery, p.204). PRIMO SCENARIO CATASTROFICO: L'INTERRUZIONE DELLA CORRENTE DEL GOLFO Proprio in considerazione dell'attuale trend ambientale (surriscaldamento del pianeta), il Pentagono - cioè il cuore della potenza militare statunitense- ha commissionato uno studio scientifico per delineare i contorni di futuri "plausibili" scenari catastrofici e ipotizzare strategie militari difensive a protezione degli interessi U.S.A. Il rapporto del Pentagono è stato firmato da P. Schwartz e D. Randall nel 2003, e si intitola "An Abrupt Climate Change Scenario and its Implications for U. S. National Security". Gli autori affermano che lo scenario da essi previsto, pur non essendo dotato di minima certezza è comunque "plausibile" e "non del tutto impossibile". L'ipotesi di partenza è che il cambiamento climatico, anziché essere pensato come un graduale aumento della temperatura (è l'ipotesi comune e 'tranquillizzante'), debba essere inteso come un brusco e repentino surriscaldamento con drammatici effetti retroattivi. In sostanza, il riscaldamento continuerebbe fino al 2010 (quindi ancora per tre-quattro anni!), poi lascerebbe il posto a un formidabile raffreddamento della temperatura superficiale del globo - esattamente come quello occorso 8.000-9.000 anni fa, con un calo di temperatura di circa 15 °C. in tutta l'area nord-atlantica. (Dei, Limes, p.14) e una temperatura media (nella suddetta area) sotto lo zero (-20 d'inverno; + 13 d'estate). Perché? Per l'interruzione della Corrente del Golfo. Vediamo di capire. L'aumento di temperatura (dovuto alla emissione della CO2, che andrebbe a tutti i costi ridotta -ma il rapporto del Pentagono, significativamente, non vi fa cenno!-) determina uno scioglimento progressivo dei ghiacciai artici e la conseguente riduzione della albedo, il fenomeno di riflessione di un terzo dei raggi solari dovuto al biancore dei ghiacci (F., p.174). Aumenta dunque il calore complessivo a livello della superficie terrestre, cosa che retroagisce incrementando lo scioglimento di altro ghiaccio. Ora, la Corrente del golfo risale verso il nord Atlantico portando con sé acqua salata e calda (riscaldata dal sole dei tropici e dell'equatore). Normalmente, giunta all'altezza delle isole Faer Øer e della Gran Bretagna, la Corrente del Golfo, la più veloce corrente oceanica del mondo, ha ancora la temperatura di 8°C, ed è circondata da masse di acqua la cui temperatura è vicina allo zero. Nell'Atlantico Settentrionale, la Corrente del Golfo rilascia il suo calore e riscalda America del Nord ed Europa continentale, e poi si INABISSA, attirando così acqua calda da sud . L'acqua raffreddata ma ancora salata scende in una sorta di grande "cascata" nel cuore dell'oceano Atlantico settentrionale Così richiama a nord altra acqua calda dai Tropici.. E' questo il ciclo della Corrente del Golfo. Tuttavia, la corrente del Golfo è già stata interrotta più volte nel passato (8.200 anni fa), e può accadere ancora. In sostanza, lo scioglimento dei ghiacci artici (marini e della Groenlandia) immetterebbe grandi quantità di acqua dolce (misurata in sverdrup: 1 milione di metri cubi d'acqua al secondo) nel mare, e diminuirebbe la salinità dell'acqua. A questo punto l'acqua meno salata non sprofonderebbe più, interrompendo la circolazione della Corrente del Golfo (ricordo che l'acqua salata ha peso specifico più alto dell'acqua dolce; è più 'pesante'). Cosa accadrebbe? Che non arriverebbe più calore dai tropici: si verificherebbero fenomeni di glaciazione, e la Francia assumerebbe il clima della Siberia. A questo punto assisteremmo a migrazioni di massa e a guerre per il controllo delle riserve energetiche; Il governo degli USA tenderebbe a spostarsi a sud, verso il Messico (con una netta inversione del flusso migratorio attuale: non più messicani che tentano di passare il confine ed entrare illegalmente negli U.S.A, ma il contrario); l'UE si frantumerebbe o potrebbe aprirsi alla Russia, viste le sue grandi risorse energetiche; Cina, Giappone e India potrebbero entrare in conflitto tra di loro, con largo uso di armi nucleari... Scenario spaventoso! Milioni o forse miliardi di vittime! Quanto è plausibile questo scenario:
SECONDO SCENARIO CATASTROFICO: IL TRACOLLO DELLE FORESTE PLUVIALI L'idea base, in questo caso, è che gli effetti positivi della fotosintesi clorofilliana delle piante, che assorbe CO2 e genera ossigeno, potrebbero venire ridotti dal surriscaldamento del pianeta. L'aumento di CO2 per emissione antropica genera effetti sulla traspirazione delle piante. Infatti le piante cedono vapore acqueo aprendo gli stomi (fori sulle foglie, necessari alla respirazione delle suddette piante), e prelevano CO2 dall'atmosfera. Ma se la CO2 aumenterà eccessivamente, le piante delle foreste pluviali terranno gli stomi chiusi più a lungo e ridurranno la traspirazione. Ci sarà così minor quantità di pioggia. Lo stress biologico potrà condurre alla morte di numerose piante e alla perdita della volta della foresta. A questo punto i suoli si riscalderanno, liberando altra CO2 immagazzinata nei millenni. Le precipitazioni si ridurranno sempre più e la Foresta Amazzonica tra un centinaio d'anni potrebbe ridursi, anche a causa di incendi, a una vasta prateria o ad area cespugliosa, affiancata da zone desertiche. Il tracollo delle foreste pluviali aumenterebbe a sua volta la temperatura media globale e potrebbe innescare il primo scenario. Tale scenario catastrofico potrebbe poi essere accresciuto dal fenomeno di El Niño ( d'ora in poi = E.N.) . Il ciclo idrologico e climatico di E.N. si origina nel Pacifico. Quando si manifesta, venti e masse di acqua calda fluiscono verso est, sopraffacendo la corrente fredda di Humboldt, al largo delle coste occidentali del Sud America; in compenso, acqua fredda risale in superficie nell'area occidentale del Pacifico. Ma poiché l'acqua fredda non evapora così facilmente come l'acqua calda, questo dà luogo a siccità, che colpisce soprattutto l'Australia e il sud-est asiatico. La siccità genera poi incendi (come in Australia oggi) e devastazioni delle foreste pluviali asiatiche, come nel Borneo , nel 1998. Secondo alcuni studiosi (come Kevin Trenberth, citato da Flannery), la condizione di E.N potrebbe diventare semi-permanente a causa dell'aumento dei gas serra, che surriscaldano il Pacifico centrale portandone già oggi le acque ad una temperatura spesso vicina ai 30 °C. (F., p.109). TERZO SCENARIO CATASTROFICO: IL RILASCIO DI METANO DAI FONDALI MARINI Presso tutti i fondali marini sono presenti i clatrati (dal latino 'ingabbiati'), cioè formazioni ghiacccio-metano sepolte e mantenute solide dalla pressione dell'acqua e dal freddo. Si possono trovare già a 400 metri di profondità e a temperature vicine allo zero. Se si dovesse ridurre la pressione dell'acqua (che attualmente subisce già il processo di dilatazione termica per via dell'aumento della temperatura - dilatazione termica che è una delle cause fondamentali dell'aumento del livello dei mari) o se aumentasse la temperatura delle acque profonde, si potrebbe arrivare alla liberazione catastrofica di enormi quantità di metano, che in parte verrebbe ossidato dall'ossigeno presente nell'acqua, in parte raggiungerebbe la superficie, con conseguenze inimmaginabili: piogge acide, aumento ulteriore di temperatura, assorbimento di quantità enormi di ossigeno dall'atmosfera. Ma questo è - secondo molti scienziati- lo scenario meno probabile, almeno in questo secolo. NOTA A MARGINE: GLI AEROSOL Sono le minuscole particelle che fluttuano nell'atmosfera, e
derivano o da polvere espulsa da vulcani o da particelle letali (polveri
sottili, 'fuliggine') scaricate in cielo
dalle ciminiere di centrali elettriche a carbone etc. Estremamente
dannose soprattutto per il contenuto di anidride solforosa (che genera
cancro ai polmoni e piogge acide), queste particelle esercitano però un
notevole effetto di raffreddamento sulla superficie del pianeta, poiché
riflettono notevoli quantità di luce solare nello spazio. Esse generano
l'EFFETTO OFFUSCAMENTO (F., p.194). Nonostante la adozione di depuratori
(scrubbers) negli anni Settanta, depuratori che hanno eliminato almeno
gran parte della anidride solforosa, oggi le ciminiere delle centrali
elettriche a carbone e i tubi di scappamento delle auto continuano a
produrre grandi quantità di aerosol e nel contempo di CO2. E' come se la
stessa sorgente (le ciminiere e le auto) generasse due forze opposte
(gli aerosol che 'offuscano' e uccidono, ma 'raffreddano'; la CO2 che
aumenta la temperatura) di cui una, la CO2 è leggermente più potente
dell'altra. (Flannery, p. 196). La soluzione è però sempre la stessa:
ridurre i consumi di combustibile fossile, per ridurre sia gli aerosol
sia la CO2. |
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