- Apocalypse Now -
 
Recensione film
IMMAGINE FILM DATI TECNICI

Locandina film
 



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Apocalypse Now
(Stati Uniti, 1979)

Regia: Francis Ford Coppola
Genere: Drammatico | Guerra
Colore: Colore
Durata:
150 minuti
Voto
: 9/10

Premi e nomination:
Palma d'Oro al Festival di Cannes | Oscar per la migliore fotografia | Oscar per il miglior sonoro | 32 nomination | 3 Golden Globe (miglior regista, miglior attore non protagonista, migliore colonna sonora originale).

Interpreti del film (cast):
Marlon Brando | Martin Sheen | Robert Duvall | Frederic Forrest | Laurence Fishburne | Harrison Ford.

Note:
Il film trae ispirazione dal romanzo "Cuore di tenebra" (Joseph Conrad), originariamente ambientato nell'ottocento. Ventidue anni (2001) dopo ne è stata proposta la versione Redux con sequenze del tutto inedite.
 

 Immagini e video del film  Trama e commenti


Spezzone del film




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Immagini tratte dal film

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Trama

Saigon, Vietnam. Il capitano Willard è solo in una stanza: si presenta come psicologicamente provato, le precedenti missioni lo hanno reso incompatibile con la vita civile. L'occasione di ritornare in azione gliela fornisce una missione segreta per conto delle alte sfere dell'esercito: uccidere un colonnello di nome Kurtz. Un tempo perfetto esempio di soldato, gli viene descritto come del tutto "cambiato". A prova di tale fatto stanno notizie su suoi metodi barbari e soprattutto, nonostante i successi bellici, il fatto di essersi reso del tutto autonomo. Autonomo dall'esercito americano, da se stesso e dalla dignità umana. L'accusa è di omicidio. Accettato l'incarico, Willard risale il fiume Nung insieme ad altri quattro soldati più giovani e meno esperti (un surfista, un cuoco, un ragazzino e il comandante della nave). Man mano che il gruppetto si addentra nel cuore della foresta la figura di Kurtz sembra farsi più nitida: i suoi uomini (vietnamiti, americani e cambogiani) pare lo venerino al pari di un dio. Durante la risalita del fiume accade intanto di tutto: dall'incontro con ufficiali folli, alle conigliette di Playboy, a imboscate, a momenti comici, di paura e/o di smarrimento ma, giunto al cospetto del nemico, l'equipaggio si trova di fronte alla degenerazione (teste mozzate, cadaveri che marciscono ovunque). Il capitano Willard sbarca con il surfista e ordina a "chef" (il cuoco) di rimanere sulla barca per ordinare il bombardamento in caso di fallimento della missione. Prima di incontrare il "semidio" i due vengono accolti da un invasato fotografo americano, del tutto estasiato dalla personalità di Kurtz di cui decanta la grandezza. Poco dopo Willard viene fatto prigioniero e portato al cospetto di un uomo imponente, in bilico tra follia e genialità. Questo gli descrive le motivazioni del suo agire spietato e raccontando il suo cambiamento spiega che l'orrore apre la strada a scelte efficaci senza compromessi. Dice che con uomini determinati a combattere oltre il giudizio etico/morale avrebbe potuto vincere la guerra. Il tempo passa e "chef", che sta per chiedere il bombardamento, viene decapitato dai guerriglieri. Al capitano viene poi permesso di girare libero per l'accampamento; Willard pian piano passa dal rispetto per il suo "carceriere" all'esserne coinvolto. Kurtz è però malato e, conscio di aver superato la linea di non ritorno, vuole morire da soldato. Anche se non direttamente chiede quindi al capitano di portare a termine la sua missione. Il protagonista decide di assecondarlo e preparatosi lo trafigge nella notte con una roncola (mentre in contemporanea si consuma con il sacrificio di un bue). Morendo Kurtz rivede tutta la sua vita e pronuncia queste parole: "L'orrore... L'orrore...". Dopo l'omicidio i montagnard (i suoi guerriglieri) invece di tentare di vendicarlo iniziano a venerare il "sicario" come successore del semidio che si fa così carico della testimonianza delle opere della sua stessa vittima.

Riflessioni

Un vero capolavoro, tra rumori agitati, fumogeni e musiche indimenticabili Coppola dipinge una pellicola sconvolgente dall'inizio alla fine. La riflessione che il film vuole dibattere è descritta dal protagonista e dall'antagonista, due corridori che come in una staffetta hanno bisogno l'uno dell'altro: uno per trovare la propria via, raccogliere la consapevolezza, l'altro per terminare la propria corsa già prolungata oltremodo. La figura di Kurtz rappresenta la l'estrema spietatezza finalizzata all'obiettivo concreto: vincere davvero la guerra. Il folle si proietta quindi in contrapposizione agli sprechi di un incoerente e dispersivo uso della forza (quello USA). Attraverso gli occhi del colonnello viene però illustrata una visione irreale della tattica di guerra più efficace che più che un esempio da seguire si tramuta in una descrizione dell'orrore bellico. Spiegando come e perchè si vince una guerra Kurtz non ne esalta l'attuabilità ma dimostra il danno di una lotta colonialistica immotivata, non sorretta dal bisogno di sopravvivenza. Il punto non è "come vincere" ma "perchè combattere". In modo diverso sia Willard che Kurtz mostrano quindi le deviazioni di una guerra senza capo nè coda; i vietcong vengono invece indirettamente esaltati perchè da invasi, lottano disposti ad ogni sacrificio. Lo spettatore si trova insomma a capire che, mentre i soldati americani non sanno nemmeno perchè si trovano in quella giungla di morte, i vietcong sono coscienti di dover vincere o morire. Usare ogni risorsa e oltre per difendere la propria patria contro l'invasore.

Pro - Tempi e narrazione perfetti | Privo di luoghi comuni | Recitazione molto coinvolgente, impossibile non esserne trascinati | Colonna sonora (che vanta il contributo dei Doors con "The end") ed effetti audio estremamente a tema.

Contro - A voler trovare il cosiddetto "pelo nell'uovo " si potrebbe dire che forse l'azione di Kurtz appare troppo dipendente dall'interazione del protagonista.

Approfondimenti

  • n/a

 

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