- Arancia meccanica -
 
Recensione film
IMMAGINE FILM DATI TECNICI

Locandina film
 



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Arancia meccanica
(Gran Bretagna, 1971)

Regia: Stanley Kubrick
Genere: Drammatico
Colore: Colore
Durata:
137 minuti
Voto
: 9/10

Premi e nomination:
Premio della Critica Cinematografica di New York per "miglior film" e "miglior regista" | Premio della Critica Cinematografica di Kansas City per "miglior film" | Nastro d'argento al regista del miglior film straniero | Premio Hugo per la miglior presentazione drammatica.

Interpreti del film (cast):
Malcolm McDowell | Patrick Magee | Adrienne Corri | Michael Bates | Warren Clark.

Note:
Il film è tratto da "Arancia ad orologeria" di Anthony Burgess | Il titolo originale è "A Clockwork Orange".
 

 Immagini e video del film  Trama e commenti


Spezzone del film




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Immagini tratte dal film

Immagine film 1 Immagine film 2 Immagine film 3


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Trama

In un futuro non troppo lontano, quattro "folli" ragazzi (i drughi) passano il proprio tempo tra furti, pestaggi e stupri; il loro capo è Alex, la cui una famiglia "benpensante" non conosce la natura dei "lavori" che di notte in notte il figlio compie. Nel gruppo si forma però una nuova coalizione volta a spodestarne il leader; di lì a poco, durante un "assalto" conclusosi in omicidio, questo viene tradito e abbandonato sulla scena del delitto. All'arresto segue l'incarcerazione (14 anni). Nella prigione il giovane psicopatico si comporta "correttamente" e si fa amico di un prete allo scopo di uscire al più presto. Dopo appena due anni l'occasione di riassaporare la libertà gliela dà il cosiddetto progetto sperimentale "Lodovico" e, con lui, un governo che promette di riconvertire i criminali in onesti cittadini. Alex accetta così di prendere parte al programma di riabilitazione (consistente nel trasformare il piacere derivato da violenza/malefatte in sensazioni di nausea e disgusto). Dopo "appena" quindici giorni di brutale tortura psicologica (costretto a tenere gli occhi fissi su scene di violenza abbinate a farmaci che provocano nausea) il trattamento si dimostra efficace. Uscito di prigione il ragazzo crede di poter riprendere una vita normale ma ad aspettarlo c'è un'intera società che lo respinge: dai genitori che lo hanno dimenticato, agli ex-drughi (diventati poliziotti e pronti ad applicargli la prima tanto amata ultra-violenza) alle vittime del passato (assetate di vendetta). Alex tenta quindi il suicidio ma fallisce e viene ricoverato. Il film finisce con il protagonista ripresosi all'ospedale dove lo stesso ministro che lo aveva esposto al progetto Lodovico lo usa ancora una volta come bandiera politica di fronte alla stampa.

Riflessioni

La violenza imperversa senza pudore, si estende su una società malata, vittima di se stessa. Tra inquadrature persistenti e recitazioni assolutamente prive del conforto di momenti allusori non si riesce a distinguere buoni e cattivi, nessuno assume comportamenti che possano identificare una posizione stabile. Tutto confluisce genialmente e senza esaltazioni su se stesso, le parti si scambiano asimmetricamente in modo costantemente inatteso. Persino la follia dei drughi si presenta come parte integrante della loro personalità, non c'è un momento in cui si ha il sentore del suo verificarsi volontario e colpevole, è sfumata, subisce variazioni impercettibili. Ogni cosa è studiata dalla saggia regia di Kubrick, ogni piccola emozione o reazione è elaborata e progettata con maniacale precisione; anche la musica, così caotica e melodiosa al tempo stesso, impedisce la concentrazione e cattura la mente in una morsa che non tende a rilasciarsi fino alla fine. Il continuo susseguirsi di clichè disattesi ed eventi "scandalosi" non fa che sovraccaricare la mente spaesata dello spettatore attonito. Lo schema è quello di una società banale, Alex ne è l'evasione, il conseguente eccesso da cui parte lo scontro impari tra potenza distruttrice e potenza conservatrice. Il filo conduttore è il percorso che viene fatto fare alla follia del protagonista riconvertita, attraverso l'inumana mano della medicina, a vantaggio del potere costituito. Arancia meccanica non parla di quanto sono efferati i crimini commessi dai drughi (questo è ovvio) ma di quelli perpetrati dalla politica e dalla scienza: violenze legalizzate e concesse da una società sempre più acquiescente.

Pro - Inquadrature, prospettive e tempi perfetti | Imprevedibile fino all'ultimo secondo | Vedere questo film significa viverlo | Colonna sonora molto efficace (rielaborazione di Beethoven e Rossini di Walter Carlos) | Ottimo anche il doppiaggio italiano.

Contro - Qualche scena di lotta non è del tutto credibile | La scena in auto con lo sfondo proiettato è poco efficace (anche per il periodo).

Approfondimenti

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