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Scritto da: VeNoM00 | Discuti sul FORUM | ||
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Ci sono due modi di rapportarsi alla natura, uno fisico che usa le categorie e l'esperienza, e un altro in cui faccio uso di giudizi estetici (nel senso di valutazione della bellezza) che si pretende abbiano valore universale, o ancora posso pensarla come un tutto, come una finalità. Questi ultimi due modi di rapportarsi si basano su un sentimento, ma anche qui Soggettivo ("è bello", non "mi piace"). Giudizi riflettenti estetici I giudizi riflettenti estetici sono quelli che ci fanno cogliere
immediatamente la finalità della forma (formale) delle cose attraverso il nostro
sentimento di piacere e di dispiacere: quando ci troviamo davanti ad un bel
paesaggio lo sentiamo in sintonia con le nostre esigenze spirituali. In questo
caso è come se la natura ci venisse incontro e fosse fatta appositamente per
noi. L'analisi del bello Definizioni di bellezza:
Nel bello conta il sentimento: esso collega il fenomenico al noumenico, unisce la ragione (simbolo dell'etica) e l'intelletto (simbolo del fenomenico). Questa armonia non è conosciuta ma "sentita". Piacere fisiologico, piacere del buono e piacere estetico Il piacevole (inteso in senso di piacere fisiologico) è una sensazione corrotta, impura, per via del coinvolgimento dei sensi; esso è frequente sopratutto nell'attrazione verso il sesso opposto. Il coinvolgimento dei sensi rende questo piacere soggettivo, opinabile e per questo vale l'antico detto "de gustibus non est disputandum". Il piacere del buono è morale, mediato dalla ragione, ma come anche il piacevole coinvolge l'interesse per l'esistenza e quindi per il possesso dell'oggetto del piacere: per questo non è perfettamente puro. Esiste poi il piacere estetico, unico oggetto dei giudizi estetici puri: esso scaturisce dalla contemplazione della forma, è una bellezza con valore universale. Bellezza libera e aderente Kant sostiene l'esistenza di due tipi di bellezza: bellezza libera e bellezza aderente. Si ha bellezza libera quando proviamo un sentimento di bellezza senza concetti (massimo esempio ne è la musica), mentre è aderente se invece si fa riferimento ad un modello di bellezza ideale, come accade con chiese, vestiti, edifici e così via. Quest'ultima bellezza (che Kant definisce condizionata) non può essere oggetto di giudizi estetici puri in quanto sarebbero condizionati da ragionamenti, considerazioni intellettuali o pratiche in relazione al suo scopo, mentre la prima è perfettamente universale. Sublime Il sublime può essere di due tipi, matematico o dinamico. Abbiamo il
sublime matematico quando contempliamo un oggetto incommensurabile,
smisuratamente grande (come una montagna o un albero) che dapprima ci fa
sentire la nostra piccolezza fisica ma in seguito ci innalza, facendoci
comprendere la grandezza spirituale: scopriamo infatti di essere portatori
dell'idea di infinito. Dunque l'iniziale senso di piccolezza diventa stima
per il soggetto e per la sua grandezza spirituale. Il genio Il genio è quel talento innato che dà alla persona originalità, possibilità di forgiare modelli di imitazione ma non permette di essere spiegato scientificamente. È il mezzo attraverso il quale l'artista produce gli oggetti, che poi saranno giudicati attraverso il gusto. Giudizi riflettenti teleologici Il giudizio teleologico è quello che ci fa pensare alla finalità attraverso il concetto di scopo e non si tratta più di un fatto del soggetto ma dell'oggetto, per questo viene definito come reale od oggettivo. L'uomo può cogliere in maniera immediata la finalità della realtà attraverso il bello ma può anche pensarla attraverso un giudizio teleologico: questo pensiero è però indimostrabile, è un bisogno. L'uomo tende naturalmente a pensare la realtà come ricca di finalità (lo scheletro serve per reggere l'animale) e Kant stesso ritiene che le spiegazioni meccanicistiche non siano sufficienti a spiegare anche solo il perché un filo d'erba cresca, ma impone comunque di ricerca il rapporto causa-effetto anche per l'evento che dimostra la più grande finalità. Kant e i romantici Kant ha in comune con essi il tema della libertà in opposizione al determinismo illuministico. Inoltre sostiene l'autonomia del sentimento, che ha una facoltà rivelativa. Il sentimento è autonomo perché non si fa schiacciare né da intelletto né da ragione, ma fa da ponte.
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