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Scritto da: VeNoM00 | Discuti sul FORUM | ||
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Il sapere scientifico Nel Seicento coesistono due teorie contrapposte sul valore del sapere scientifico: il paradigma epistemologico forte e quello debole. Nel primo la conoscenza scientifica ha un valore assoluto, mentre nella seconda solo probabilistico (ma non per questo è da considerarsi privo di valore). Cartesio sosteneva il paradigma forte, John Locke fu invece sostenitore di una scienza probabilistica, mentre David Hume è ancora più radicalmente sostenitore del paradigma debole: noi facciamo solo congetture sul mondo, le garantiamo per via della nostra tendenza a credere, crediamo che il mondo naturale funzioni sempre allo stesso modo, ma questo non è dimostrato. Le eredità empiristeKant deve molto all'empirismo inglese, e a Locke in
particolare, infatti egli, nell'introduzione a Saggio sull'intelletto umano
racconta di un salotto, dove non si riusciva a venire a capo di niente perché si
parlava di cose senza attribuirgli lo stesso significato, e questo secondo
l'autore perché non era stato indagato lo strumento: l'intelletto. Conoscendo
l'intelletto e usandolo dietro alcune regole si può superare la doxa (il
campo delle opinioni) e arrivare all'episteme (verità stabile). La seconda rivoluzione copernicana Kant promuove una seconda rivoluzione copernicana: prima i soggetti giravano attorno agli oggetti, mentre invece il filosofo di Königsberg riteneva corretto il contrario, i soggetti al centro e gli oggetti che gravitano attorno. Mi pongo delle domande sui limiti (per questo viene anche definito filosofo del limite) e sul soggetto in generale. Se non si opera in questa maniera le discussioni diventano le logomachie di Voltaire (discorsi a vuoto), e si sfocia in un campo di battaglia senza fine, prima bisogna calibrare gli strumenti. Come Copernico spostò l'obiettivo dalla terra al sole, così Kant non fa più ruotare la ragione attorno alla realtà, ma il contrario: per prima cosa devo chiedermi come funzioni il sole (metafora della ragione) e attorno ad essa farò ruotare la terra (metafora della realtà). Prima di usarlo devo sapere come funziona e fino a dove arriva. La ragione non è onnipotente, se penso così la uso senza controllo, però paradossalmente la sua grandezza è il fatto di autolimitarsi, ovvero di stabilire (nel senso di riconoscere) i propri limiti da sé. Il soggettoL'uomo è al centro di tutte le cose, ma non in senso relativistico, se la mia
mente funziona bene è lo stesso modo di quello degli altri uomini. Si tratta di
soggettivismo, non relativismo o solismo (la mia mente è chiusa
completamente separato gli altri). Esistono i gusti ma ci sono molti oggetti di
conoscenza inter-soggettive, la macchina della mente
funziona alla stessa maniera. Il Soggetto è trascendentale, è
comune, è universale, è attraverso questo che posso vedere gli oggetti, gli
oggetti sono per me, ma questo me è Universale. Io per prima cosa devo studiare
il mio trascendentale delle cose, ovvero studiare lo studio.
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