- Feuerbach -
 
SCHEDA FILOSOFO
Feuerbach e religione: ribaltamento simmetrico di Hegel


Immagine filosofo
 


FEUERBACH: PENSIERO, FORMAZIONE E INFLUENZE


Ludwig Feuerbach (1804-1872) fu un grande studioso di politica, religione e del rapporto che essa dovevano (o non dovevano) avere. Compie studi in teologia e nel 1824 a Berlino ascolta le lezioni di Hegel di cui subisce le influenze, si laurea infatti con una tesi di stampo hegeliano. Tuttavia nel 1839 sugli Annali di Halle scrive Per una critica della filosofia hegeliana, inizia a distaccarsi dunque dal pensiero del massimo filosofo del tempo, pur conservandone per lungo tempo argomentazioni e linguaggio.
Le sue opere maggiori hanno a che fare con la religione: egli è infatti il fondatore dell'ateismo contemporaneo. Ateismo che è militante, non si tratta solo di una presa di posizione personale, ma pubblica, fatto che in termini politici dell'epoca significava andare contro la monarchia. Una posizione pericolosa dunque.
Feuerbach ritiene che la religione sia da estirpare soprattutto per il suo intrinseco legame con la politica. Ne L'essenza del cristianesimo, egli analizza la religione, le sue finalità e la sua essenza, mostrando come sia assolutamente infondata e mistificatoria: vuole svelarne gli aspetti negativi.
Nel 1845 scrive un'altra opera L'essenza della religione, più generale: cerca di individuare la genesi del sentimento religioso. Egli ritiene che senza la religione gli uomini possano vivere meglio, ha un progetto politico progressista. Senza le religioni si può migliorare l'umanità (come dice in Principi per una filosofia dell'avvenire), ideale che verrà ripreso dal socialismo umanitario.
Nell'ultima parte della sua vita aderisce al positivismo: ha grande fiducia nello sviluppo tecnologico e intende portare l'umanità ad abbandonare la religione per migliorare le sue stesse condizioni. In questa fase Feuerbach ritiene che l'unica forma di conoscenza valida sia la scienza e che togliendo agli uomini la speranza dell'oppio della religione, dell'esistenza di un aldilà, essi dovranno porsi in una prospettiva di migliorarsi qui ed ora.

PER UNA CRITICA DELLA FILOSOFIA HEGELIANA

Feuerbach con quest'opera inizia a prendere le distanze dal Hegel, dopo un'iniziale adesione: si pensi semplicemente al titolo della sua tesi di laurea, De rationi uni infinita, razionalità unica universale infinita, evidentemente hegeliana.
Egli non ama il punto di partenza di Hegel: riteneva che l'empirico fosse astratto. Feuerbach rifiuta questa scelta perché parte dall'essere in quanto essere mentre in realtà si deve partire  dai dati sensibili, da individui che sperimentiamo direttamente tramite i sensi, non da parole. Inoltre tutta la filosofia hegeliana si dipana come monologo dall'essere iniziale. L'arte, la storia e la filosofia diventano assolutizzate, il tempo si ferma. Come si può andare oltre?
Feuerbach rifiuta Hegel per amor dell'empirismo, sostiene l'induzione. Rivaluta l'uomo e le sue caratteristiche individuali, anche se nella sua visione questo non significa che debba o possa vivere da solo.

L'ESSENZA DEL CRISTIANESIMO

Ne L'essenza del Cristianesimo, Feuerbach, si chiede perché siamo animali religiosi. Intende così mostrare come ci si possa liberare dalla religione, elemento puramente mortificatore. La soluzione che propone è di abbandonare la religione e di rivolgersi al progresso.
L'obiettivo dell'opera è trovare, appunto, un'essenza, che va a cercare nell'uomo, diceva infatti: "l'origine della religione va ricercata nell'antropologia". Gli strumenti sono ancora hegeliani: l'uomo è cosciente di sé a livello individuale (caratteri finiti, specifici, limitati) ma anche come appartenente al genere umano. Nel secondo caso io mi colgo come profondamente legato ad una comunità di uomini: da questo deriva la religione. Avere coscienza di sé significa essere soggetto ma vedersi come oggetto. Oggettivare sé stessi non è particolarmente difficoltoso mentre se tento di fare lo stesso con la specie umana sono più in difficoltà, ha tutte le caratteristiche e per questo non riesco a ricondurla completamente a me. Quindi nasce Dio, rappresentazione delle funzioni umane di un'intera specie. In questa visione Dio dunque è alienazione, dato che devo ipostatizzarlo, trasformo ciò che è concreto in un'entità metafisica, al di fuori di me.
Siccome queste caratteristiche sono infinite allora anche Dio diviene infinito: Dio è onnisciente, onnipotente e prova infinito amore, caratteristiche umane proiettate all'infinito.
Feuerbach, a sostegno di questa tesi, afferma che l'incarnazione di Cristo è un indizio notevole per comprendere che Dio è in realtà l'umanità stessa. Quando parlo di Dio, parlo di me, dei miei desideri, delle mie aspirazioni, ma dal punto di vista della specie umana.
Di fatto Feuerbach rovescia Hegel simmetricamente: mentre quest'ultimo dice che la religione è una forma molto alta di autocoscienza dello spirito, Feuerbach sostiene che è un forma molto alta di autocoscienza dell'uomo, quindi di qualcosa di finito e di scarso valore.

L'ESSENZA DELLA RELIGIONE

Ne L'Essenza della religione non usa più strumenti hegeliani ma empirici, parla di sentimento, bisogno umano, natura, dipendenza, studia in sostanza il rapporto uomo-natura, luogo dove io sto e verso il quale sono fortemente dipendente a livello fisiologico. Inizia la sua analisi partendo dalle religioni pagane in cui è ben evidente l'origine naturalistica (mentre il Cristianesimo è più astratto, riconducibile alla natura solo come creato). L'uomo ha un rapporto empirico con la natura: la religione è un modo per illudersi, per difendersi da morte e sofferenza, un modo per credere di controllare la natura. In questa ottica la scienza deve sostituire la religione (positivismo tipicamente ottocentesco): se mi distacco dalla religione e uso la scienza posso divenire più libero.

 

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