LA GRANDE DEPRESSIONE E LA BELL'EPOQUE
Verso il 1873 vi fu una forte diminuzione dei prezzi dei generi
alimentari e dei prodotti industriali, di conseguenza diminuirono i profitti, aumentò
la disoccupazione e con essa il malessere; per questi motivi iniziano a
scoppiare rivolte contadine (ad esempio in Irlanda, Sicilia e Spagna) e
comincia a diffondersi l'ideologia socialista. Già nel 1864 nasce a
Londra il primo partito socialista: l'Associazione Internazionale dei
Lavoratori, voluta da Marx e Bakunin (russo, fondatore dell'ideologia
anarchica). Essa organizzava la lotta contro il capitalista oppressore; nel 1889
nacque la Seconda Associazione Internazionale a Parigi.
Ma perché i prezzi erano scesi? Il costo del grano era calato del 30%, quello
del ferro si era dimezzato, portando gli imprenditori a disinvestire;
chiusure o limitazioni portano a licenziamenti di massa, per questo molta parte
del popolo si ribellò o scelse la via dell'emigrazione. Hobsbawm,
storico marxista, parla di una crisi di sovrapproduzione (overproduction): i
mercati erano ormai saturi. Questo ovviamente non stimolava gli investimenti.
Già in quegli anni si gettarono le basi della globalizzazione: si aveva
infatti una grande interdipendenza economica e velocità nei trasporti (si
pensi navi a
vapore e al canale di Suez del 1869). Tutto ciò portò ad un afflusso di merci sempre
maggiore, ad esempio dalle great plains statunitensi, canadesi,
australiane e russe. Inoltre nel 1880 furono introdotti per la prima volta
concimi chimici che permettono di aumentare le rese.
Dal 1896 in poi i prezzi ripresero a salire e di conseguenza gli
investimenti, ridando respiro all'economia e provocando netti miglioramenti nella vita del borghese
e in
misura minore anche in quella del popolo minuto. Comincia la Bell'Epoque.
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E GLOBALIZZAZIONE
In questo periodo ebbe anche iniziò l'età imperiale, coinvolgendo
inizialmente Stati Uniti,
Giappone e stati europei. Non solo, si ebbe anche una seconda rivoluzione
industriale. Iniziarono infatti a circolare nuove merci, prese
avvio l'età del petrolio,
della
chimica, dell'elettricità (foto, cinema, automobili).
Nel campo della produzione industriale vennero introdotte nuove tecniche per
strutturare il lavoro in modo da risparmiare tempo e denaro:
- fordismo: struttura della tipica catena di montaggio, i tempi sono dettati dalla
macchina, vi è un risparmio energetico;
- taylorismo: impongo a tutti gli operai il tempo cronometrato del
miglior dipendente;
Si giunse così ad una massiccia produzione di nuove merci. Nel 1885 nacque il motore
a scoppio grazie a Dimler e Benz; Dunlop poco dopo inventa i pneumatici.
In Italia fu prodotta la prima FIAT in grado di raggiungere i 35 km/h, nacque il telefono, il rasoio. Nel 1895 i
fratelli Lumière inventarono il cinematografo e allo stesso tempo Marconi
trasmise via radio per la prima volta. Nel 1903, i fratelli Wright,
compirono il primo volo.
Le distanze così si accorciarono, è un mondo nuovo.
Altra caratteristica fondamentale della seconda rivoluzione industriale è la
fine del monocentrismo industriale inglese, che, fino al 1780, era l'officina
del mondo (workshop of the world), unico o di gran lunga principale
centro industriale del mondo. A questo punto nuovi paesi avevano raggiunto la piena maturità
industriale e cominciarono il decollo (take-off) industriale.
Si passa ad una struttura con molti centri, in particolare nel 1900 USA e
Germania riuscirono ad eguagliare l'Inghilterra nella produzione del
ferro.
In Italia il decollo iniziò nel 1896 nel Nord Italia (1899 fondazione
della FIAT). Anche il Giappone negli ultimi decenni dell'Ottocento ebbe uno sviluppo
industriale enorme. Giappone, USA e Germania sono i cosiddetti second comers
(secondi arrivati).
In questi anni prende avvio una fortissima tendenza monopolistica, i
capitali si concentrano, si formano colossi industriali il cui obiettivo
è il monopolio in un certo bene/settore. Qui nascono i trust, enormi
imprese nate dalla fusione di più aziende o dall'assorbimento di minori, il cui
obiettivo, anche in questo caso, è il monopolio. In realtà nessuna di esse raggiunge i fini proposti,
ma si viene però a formare un oligopolio, pochi trust che competono tra loro.
Nascono anche i cartelli (soprattutto in Giappone e in Germania), ovvero
accordi tra aziende formalmente indipendenti sui prezzi per limitare la
concorrenza. Trust e cartelli limitano molto la libera concorrenza,
sopprimono nuove aziende. Comincia ad emergere negli USA una legislazione
anti-trust: la prima fu introdotta nel 1890, lo Sherman Act che mirava a rendere
più concorrenziale il mercato del petrolio (in particolare contro la Standard Oil Company).
Trust e cartelli avevano inoltre così grandi risorse finanziare da poter praticare il
dumping (letteralmente buttar giù), ovvero vendere sottocosto all'estero per
sbaragliare la concorrenza. Avevano anche potere sul governo, facendo pressione
per attuare politiche protezionistiche, nacquero così le
lobbies, ovvero gruppi di pressione che agiscono in parlamento e al governo
per tutelare gli interessi della grande industria. Fare guerra, alzare le
tariffe doganali e così via.