GULAG E GRANDI PURGHE
Negli anni Trenta in Unione Sovietica venne costruito il GULAG, sigla
che indica l'universo concentrazionario stalinista: l'insieme dei campi di
concentramento russi, il corrispondente dei lager nazisti. Nel gulag finirono
milioni e milioni di persone, i cosiddetti zek. Essi costituirono una
vera e propria
forza di lavoro schiavile di cui lo stato si servì per costruire grandi
opere pubbliche e modernizzare il paese. Il numero dei morti non si
verrà mai a sapere con certezza. Tra i vari campi sono da ricordare
particolarmente il campo di Kolyma, in Siberia, dove si lavorava
l'oro e le isole Soloveckie, luogo di lavoro (taglio del
legname) durissimo. Le condizioni lavorative erano pessime: quaranta gradi sotto-zero con razioni di cibo scarsissime.
Finire nel gulag era molto facile. Nei
primi anni del regime stalinista furono inviati principalmente kulaki, ma successivamente il terrore stalinista colpì qualunque gruppo
di potenziali oppositori; arrivò persino a colpire addirittura all'interno
dello stesso partito comunista e dell'Armata Rossa. Si stima che i morti
comunisti siano stati come minimo 600 o 700 migliaia. Come ha detto Solzenicyn in Arcipelago gulag (1973) nei campi di concentramento finivano i
troppo: i troppo attivi, intelligenti, appariscenti, in sostanza tutti
coloro che il regime paranoico di Stalin riteneva potenziali oppositori,
l'ideale per la sopravvivenza era la mediocrità.
Il culmine del terrore stalinista si verificò negli anni compresi tra il 1936 e
il 1938 attraverso le
grandi purghe: furono eliminati centinaia di migliaia di membri del
partito. Nel 1938 si svolse un famoso processo pubblico a Bucharin,
uno dei grandi leader della rivoluzione d'Ottobre e unico potenziale rivale di
Stalin. Egli fu accusato di deviazionismo di destra (ovvero di voler
reintrodurre la NEP) e anche di trotzkismo. Pubblicamente
riconosciuto colpevole e fucilato, fu riabilitato dopo il 1989.
Stalin guidò l'URSS fino al 1953, anno della sua morte; tre anni più tardi il
nuovo segretario del PCUS, Nikita Kruscev, al ventesimo congresso del
Partito Comunista diede inizio alla destalinizzazione: riconobbe
pubblicamente alcuni dei crimini di Stalin, limitandosi però solo a quelli nei confronti del partito. Al contempo
Kruscev mandava un messaggio pacifico agli USA, momento iniziale della
distensione.
LO STALINISMO COME TOTALITARISMO
Molti studiosi ritengono che non sia giusto parlare di totalitarismo per
l'URSS, perché il termine indica la pianificazione economica, il controllo dei
mezzi di comunicazione di massa, una religione politica e una forte
pianificazione economica. Questo termine usato per indicare nazismo, stalinismo
e fascismo tende a far annullare le differenze tra i regimi.
Studiosi come Enzo Traverso, autore nel 2002 di Il totalitarismo,
invitano ad usare questo concetto con cautela operando i necessari distinguo.
Stalinismo e nazismo sono caratterizzati dalla presenza di campi di
concentramento, e sono egualmente da condannarsi sotto il profilo morale.
Tuttavia vi è una grande differenza: i nazisti utilizzarono le ferrovie e i prodotti chimici
per sterminare milioni di persone giudicate biologicamente inferiori; gli
stalinisti con i gulag sterminarono milioni di persone per costruire ferrovie
e industrie chimiche.