IntroduzioneIn questo tutorial andremo ad analizzare,
anche se non in modo approfondito, alcuni tra i più importanti punti di
forza/debolezza di un videogioco, elementi che, pur essendo difficili da
tenere contemporaneamente in considerazione, possono in qualche modo
ampliare le vedute di chi si appresta ad affrontare in modo serio la
realizzazione di un videogioco. Occorre prima, per questioni di serietà,
sottolineare che per seguire tutte le indicazioni fornite sono necessari un
team di persone in grado di seguire il lavoro con costanza e soprattutto un
certo investimento economico.
I punti su cui riflettere per creare un titolo di livello
Vediamo adesso, suddivise in vari punti, piccole riflessioni sulle
componenti di un videogioco professionale:
- Trama - Perchè la trama risulti apprezzabile è importante approfondire
l'argomento trattato ed inserire elementi distintivi delle situazioni e
delle vicende che vengono a svilupparsi nel gioco (oggetti,
comportamenti, particolari vari, ecc.); la parola chiave è: credibilità.
L'altro elemento da non trascurare è la coerenza dell'intreccio.
- La coerenza - Un gioco deve essere il più possibile coerente
a partire dall'intreccio fino ad arrivare alle sequenze di gioco vere e
proprie: anche in situazioni di fantasia un minimo di cause e fini
logici devono sussistere; il metodo di ragionamento corretto potrebbe
essere: eccetto gli elementi di esagerazione/fantasia tutto deve
risultare strettamente consequenziale e ragionato, nulla deve risultare
illogico o mosso da motivazioni di comodo/sceniche. Se è vero che non si
può dimostrare in modo convincente l'impossibile, è importante evitare
palesi mancanze/vuoti nella trama (soprattutto se visibili persino a chi
è impegnato in uno "sforzo" di gioco).
- Originalità? - L'originalità è sicuramente un fattore
vincente ma solo se si presenta senza forzature che complicano o
infastidiscono il gameplay alterandone l'immediatezza o la capacità di
coinvolgere il giocatore; meglio un videogioco ben fatto e curato nei
dettagli piuttosto che uno incompleto o forzato da passaggi
"macchinosi".
- Quanto ripetitivo? - La ripetitività contrariamente a quanto
si può pensare non è un elemento da scartare completamente: piccole
ripetizioni con leggere variazioni sul tema (vedi difficoltà, ambiente o
altro) rendono il giocatore più sicuro di se e restituiscono sensazioni
di soddisfazione nonchè di sicurezza; livelli ripetuti non devono
tuttavia presentarsi più di 2 massimo 3 volte (e sempre con più
alterazioni, in verità il giocatore non deve quasi accorgersene).
- Immedesimazione e coinvolgimento - Un buon videogioco diventa
un "capolavoro" quando, nel suo insieme, riesce a far immedesimare
nel personaggio (o comunque nello schema di gioco) il giocatore; non si
tratta di dettaglio grafico o altri fattori singoli ma di una
commistione di: storia, musica, tensione, emozione, sistema di
controllo, ambiente, effetti, animazioni, luci (ecc.) che interagendo
offrono un'esperienza di gioco coinvolgente ed estremamente efficace
(come è ovvio utilizzare tecniche/tecnologie di gestione grafica/sonoro
più avanzate aiuta ma non è sufficiente).
- Colpi di scena/variazioni - La parola chiave è diversificare,
dare "movimento". Un videogioco anche ben realizzato se non presenta
almeno qualche piccolo colpo di scena non può che rivelarsi di
"mediocre" fattura: il fatto stesso che un videogioco abbia più livelli
mette chiaramente in luce il fatto che il gameplay assomiglierà
costantemente a se stesso per tutta la durata dell'esperienza di gioco;
inserire piccoli e grandi cambiamenti (anche brevi), accadimenti
improvvisi/imprevisti, cambi di prospettiva, interruzioni,
sconvolgimenti (ecc.) serve ad interrompere la "monotonia" dell'insieme.
Ovviamente i colpi di scena devono essere il meno possibile prevedibili
e presenti con una frequenza casuale ma non troppo marcata.
- Emozioni - I migliori videogiochi sono quelli che riescono a
far scaturire ciò che sta dentro all'essere umano e ciò che gli dà
piacere: passione, adrenalina, paura, eccitazione, esaltazione,
concentrazione, soddisfazione e mai frustrazione.
- Tagliare - Se una parte del gioco risulta lenta, macchinosa o poco
rilevante per interesse o importanza occorre fare un piccolo sforzo e "tagliarla": in fase di
rifinitura, un videogioco deve essere trattato come un film, niente
scene che allungano o rendono monotona l'azione.
- Stile - Lo stile in un videogioco può essere raggiunto in
concomitanza di fattori come: grafica di livello (design accattivante),
momenti topici (es. un video del protagonista che si arma, ecc.),
colonne sonore di alto livello (importantissime, rappresentano la
maggior parte del trascinamento emotivo del giocatore), controllo
di gioco versatile (quando il controller diventa un'estensione del corpo
del giocatore), effetti audio-visivi che trasportano nella storia del
gioco facendo dimenticare di essere ancora nella realtà.
- Audio - Musica ed effetti devono (se possibile) risultare
realistici, innovativi e coinvolgenti. Gli effetti (ambiente, rumori,
voci, ecc.) devono arrivare all'orecchio del giocatore nel modo più
naturale e verosimile possibile (tecnologia avanzata e montaggi di
qualità in questo senso sono ancora una volta notevolmente d'aiuto). La colonna sonora,
è banale dirlo, deve risultare coinvolgente e a tema (senza contrasti,
se non propriamente studiati); la musica già di per se è in grado di
scatenare forti sensazioni ed emozioni, immaginiamo cosa può fare se ben
amalgamata con grafica e gameplay.
- Grafica - I colori e le tonalità di paesaggi e ambientazioni
non possono essere scelti a caso ma devono definire un filo logico che
ben si leghi allo stile/storia/musica/ambiente di gioco (es. toni cupi
per un gioco tetro, colori sgargianti/arcobaleno per giochi per
bambini). Oltre a questo risulta indispensabile mantenere costante una coerenza tra personaggi, sfondi e oggetti
attivi/non attivi (es. il protagonista non deve spezzare il rapporto con
l'ambiente bensì deve risultarne esaltato senza esagerazioni). Gli effetti
grafici sono infine quel genere di particolari che lasciano "a bocca
aperta" lo spettatore: inserirne una media dose non può che esaltare le
peculiarità del videogioco (es. acqua realistica, luci affascinanti,
trasparenze, riflessi, offuscamenti, ecc.).
- Dettagli - Più dettagli ed elementi interattivi inseriremo
più il gameplay ne risulterà arricchito, senza scadere in esagerazioni,
l'esperienza di gioco può guadagnare parecchi punti stimolando la
curiosità di chi esplora i vari livelli; a questo proposito è
fondamentale non risultare dispersivi.
- Animazioni - Le animazioni di personaggi, oggetti e ambiente
devono combaciare con un movimento reale o almeno "realistico", meglio
quindi usare più frame per descrivere un movimento fluido e non creare
così "stacchi" poco estetici; altro punto importante è lo studio di come
un corpo esegue determinate azioni per poi riprodurne i passaggi in modo
fedele e credibile; fatto questo occorre poi far collimare personaggi,
oggetti e ambiente (es. il piede deve toccare il terreno, la mano deve
impugnare la spada, nulla deve compenetrarsi, ecc).
- Inquadrature - Non serve a nulla realizzare modelli ad alta
risoluzione o sviluppare/scegliere un motore grafico in grado di
supportare livelli di dettaglio inimmaginabili ed effetti fantasmagorici
se poi l'inquadratura di gioco mostra 2 pixel del protagonista con
un'inquadratura aerea; se possiamo disporre di determinate prestazioni è
d'obbligo sfruttarne il potenziale: permettere ad esempio al giocatore
di avvicinarsi con la camera per godere di ogni particolare di oggetti,
ambiente, personaggi (ecc.) se non proprio nel gioco almeno negli
inframmezzi.
- Sistema di controllo - Spesso sottovalutato, il sistema di
controllo rappresenta la base vera e propria dell'accettabilità di un
videogioco: occorre testare il più possibile la duttilità,
l'immediatezza e il grado di immedesimazione che possono offrire comandi
e strumenti di controllo selezionati per gestire l'interazione
dell'input-utente nei confronti della nostra applicazione. Un controllo
di gioco troppo complesso o anche solo scomodo fa si che il giocatore
abbandoni la partita fin da subito.
- Difficoltà/ostacoli di gioco - La frustrazione è il peggior
nemico di ciascun buon game designer, le difficoltà di gioco devono
rappresentare un crescendo (anche esponenziale) che si evolve però
costantemente con l'abilità del giocatore; gli ostacoli non devono in
alcun modo spezzare quel delicato equilibrio tra desiderio di rivalsa e
delusione in caso di fallimento (in questo senso è sempre utile
impostare più gradi di difficoltà); le complicazioni non devono inoltre
risultare costanti, è buona norma rilassare il giocatore e dargli
soddisfazione alternando a punti di notevole sforzo livelli di
difficoltà inferiore. Le complicazioni devono essere ragionate e
presenti solo all'interno del filo logico del gameplay (nessuna
complicazione collaterale, es. raccogliere un oggetto, attraversare una
porta, eseguire un salvataggio e/o quanto di banale può esserci nella
struttura tutta).
- Percorsi - Ove possibile è utile studiare, all'interno di un
livello, i processi mentali che muovono l'iniziativa del giocatore; con
più test su diverse persone si può arrivare a capire qual è la scelta
che in determinate situazioni tutti farebbero e stabilire quindi con il
ragionamento se è il caso di spiazzare o assecondare la tendenza
riscontrata (questo come è facile capire rende più interessante e
imprevedibile l'esperienza di gioco).
- Condivisione/competizione - Molto spesso quando si gioca a
qualcosa di ben fatto e che restituisce una buona qualità di gioco si
desidera condividere con altri l'esperienza fatta; per sfruttare al
meglio questa possibilità è utile implementare delle modalità
multiplayer (online e/o offline) e dei sistemi di gestione punteggio;
così facendo il titolo si potrà diffondere anche attraverso i giocatori
stessi che, vuoi per spirito di competizione o di condivisione, si
trasformeranno in veri e propri promotori del nostro "prodotto".
- Il motore grafico - Per creare un videogioco in grado di
competere, dato un motore grafico (scegliamolo bene), consegue
forzatamente la necessità di sfruttarne le potenzialità al 100% e oltre;
non si tratta di fare forzature ma semplicemente di "allargare" grafica,
gameplay (ecc.) in tutto e per tutto al fine di non lasciare nulla di
inutilizzato.
- Intro, inframmezzi e finali - Una cosa molto apprezzata dai
giocatori di videogiochi sono le intro/gli inframmezzi (danno corpo alla
storia) e i finali (che seguendo un traguardo ne rappresentano il
"premio" dando soddisfazione a chi riesce a raggiungerne la proiezione).
Se possibile è interessante che queste sequenze siano: animate, doppiate
nella lingua del fruitore, ad alta risoluzione e non troppo brevi.
- Opzioni e salvataggi - I salvataggi sono un punto focale
(sempre ben gradito) di un videogioco (soprattutto se di
considerevole durata): è conveniente inserirli o come facenti parte dei
livelli o come comando esterno attivabile in qualsiasi momento (opzione
che toglie da parecchie situazioni frustranti). Una rifinitura
apprezzabile è poi quella di poter regolare (prima o durante il gioco):
gameplay (difficoltà, sensibilità dei controller, ecc.), impostazioni
audio/video (ecc.).
- Longevità - Perchè un videogioco abbia un successo duraturo è
importante che le sue possibilità non si esauriscano con l'averlo finito
una volta, l'interesse deve insomma prolungarsi o per vie alternative
(espansioni, bonus, ecc.) o per vie dirette (diversi livelli di
difficoltà, gameplay alterato, ecc.).
- Espansioni - Un buon titolo aggiunge valore al suo insieme
con espansioni che prolungano il piacere del gioco, si veda: modalità di gioco ulteriori,
livelli suppletivi, editor di gioco, costumi alternativi, mini-giochi
(ecc.).
- Bonus - Un complemento finale sempre gradito dagli
appassionati è il contenuto bonus (quello che fa spesso la differenza
tra un gioco venduto e uno copiato in versione pirata): finali
aggiuntivi, espansioni, making-of, video aggiuntivi, storia, art book,
schizzi, altri titoli della saga, commenti, interviste (ecc.).
- Bug e supporto - Quando un videogioco viene rilasciato al
pubblico deve senza ombra di dubbio essere stato testato nel pensabile e
nell'impensabile, deve essere esente al 200% da bug e deve assolutamente
poter funzionare con tutti i sistemi operativi/schede grafiche
possibili, non deve infine entrare in conflitto con le applicazioni più
diffuse.
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