|
COME TROVARE UN BUON IMPIEGO
I segreti per trovare un buon lavoro e superare tutti i colloqui sono tre:
fare ciò che ci piace, ciò che sappiamo fare e soprattutto pensare non come
dipendenti che vogliono essere assunti a tutti i costi ma come chi ci deve
assumere. A tal proposito ecco alcuni spunti molto interessanti su strategie
per essere scelti:
- Cosa pensa il datore di lavoro? - Anche se è brutto dirlo (e
sbagliato pensarlo), a nessuno piace condividere i propri guadagni con
altri, tantomeno con degli sconosciuti. Se proprio lo si deve fare, come
minimo, si desidera di avere l'impressione di non spesare un
frequentatore di social network ma un collaboratore solerte che conosce
il settore e ha buona volontà se non addirittura passione. Oltre a
dimostraci competenti dobbiamo entrare immediatamente in confidenza,
uscire dall'anonimato.
- La prima impressione - In genere il datore di lavoro pensa di
essere una specie di divinità in grado di giudicare chiunque in pochi
secondi: sfruttiamo questa sua presunzione e dimostriamoci subito molto
disponibili e attivi; penserà di aver trovato una persona di valore
pronta a dare all'azienda una sferzata in positivo. Mettiamoci sulla sua
stessa linea d'onda e condividiamo le sue ambizioni.
- Dimostrarsi disponibili - Essere disponibili significa:
rispondere alle domande in modo completo, accettare le critiche,
prevedere le richieste e dare l'idea di essere pronti a lavorare sodo.
Impariamo, con il giusto equilibrio tra umiltà e dignità, a muoverci
rapidamente, non permettiamo agli altri di fare quello che potremmo fare
noi. Agiamo al nostro meglio: evitiamo le leggerezze e le mancanze di
concentrazione.
- Come rispondere alle domande - Mai rispondere a monosillabi,
in modo aggressivo/altezzoso, con altre domande, rimandando al
curriculum vitae e/o in modo vago. Se ci viene fatta una domanda non
dobbiamo disattenderla ma darle soluzione. Parliamo in modo chiaro ma
senza far sentire ignorante il nostro interlocutore (ricordiamo che come
noi lavora per passione, denaro o desiderio di potere, in nessuno dei
tre casi per essere umiliato dall'ultimo arrivato).
- Come rispondere alle aggressioni - Prima di pensare a come
rispondere, pensiamo al perchè veniamo aggrediti; in genere si tratta di
motivi indipendenti da noi, dovuti ad incapacità nella vita sociale o
lavorativa di chi ci sta di fronte. Punire una persona frustrata con
insulti è inutile e deleterio, anche perchè è probabile che ci stia
mettendo alla prova, che stia cercando di capire se metteremo in
discussione o meno la sua leadership. E' inoltre praticamente certo che
se ignoreremo le sue provocazioni questo smetta di lanciarcene.
- Prima dare, poi avere - Assumere una persona è un rischio per
un imprenditore, impariamo a diminuire la sua paura dimostrandogli il
nostro valore; noi sappiamo quanto valiamo, lui no, dobbiamo esporglielo
fin da subito; mettiamoci nei suoi panni: preferiremmo stipendiare una
persona che ci dice "quando si comincia?", "posso iniziare da subito?" o
un'altra che ci chiede "quanto è la paga?", "quante ferie avrò?". Di
norma gli imprenditori preferiscono non perdere piuttosto che rischiare
per guadagnare, in questo senso, regalare un "assaggio" del proprio
contributo significa passare dalla parte da preservare.
- Superare i pregiudizi - Di primo acchito non dobbiamo
vantarci e/o cercare di apparire straordinari, la perfezione allarma le
persone, dobbiamo semplicemente non apparire "inadatti" (non esaltiamo i
nostri titoli, lasciamo che li scopra da solo sul
curriculum
vitae). In secondo luogo non dobbiamo dare l'idea di turbare
l'ambiente e le sue regole. Scopriamo come si vestono e che
atteggiamento tengono i dipendenti ed emuliamoli nei punti in cui ci
sembra di essere troppo "fuori da coro", sembreremo fin da subito "di
famiglia".
- L'atteggiamento del corpo - Un sorriso positivo (non di
scherno) vince sempre su tutto. Vedendo il nostro sorriso la prima
reazione (d'invidia) sarà quella di togliercelo dalla bocca, se
resisteremo, la seconda sarà volerci avere sempre a fianco per allietare
le giornate. Oltre a questo dobbiamo imparare: a scherzare, a mantenere
una postura dignitosa, ad osare (con rispetto), a stringere la mano con
energia e a guardare negli occhi la persona che ci sta di fronte.
- Capire chi abbiamo di fronte - Se vediamo una persona
frustrata non ostentiamo la nostra persona e mostriamoci disponibili; se
vediamo un "mostro" che scoppia di passione seguiamo la scia dei suoi
sogni; se vediamo un "accaparratore" diamogli l'idea di fregarci, o
meglio, di fare un affare ad assumerci; se vediamo una persona disperata
calcoliamo se siamo in grado di risollevare l'azienda o se è meglio
lasciar perdere; se troviamo uno stacanovista dimostriamogli che
condividiamo la sua filosofia. Impariamo ad adattarci alle persone con i
fatti e mai con le parole ci apprezzeranno e non ci considereranno mai
dei lacchè.
- Mai farsi sottomettere - Essere disponibili e abbassare
(inizialmente) il capo è di vitale importanza ma non dobbiamo mai e poi
mai farci mettere i "piedi in testa" nè tantomeno sacrificare la nostra
personalità. Come capire se stiamo danneggiando la nostra vita?
Semplice: se ci sentiamo schiavizzati prima di aver iniziato a lavorare
ci stiamo lamentando troppo (la nostra potrebbe essere solo
un'impressione), se dopo il primo mese sentiamo che la nostra persona
sta venendo annullata, dobbiamo invece cambiare lavoro.
Seguendo queste semplici indicazioni non ci sarà raccomandazione in grado
di superarci perchè, fin da subito, il datore di lavoro si accorgerà di non
potere fare a meno di noi; verremo visti come un terreno fertile pronto a
dare i suoi frutti invece di un arido deserto. In conclusione, se da un lato
è vero che per rispondere ai requisiti bisogna forzatamente contenere un po'
l'orgoglio, dall'altra, possiamo dire che abbiamo sudato ma abbiamo
raggiunto il nostro obiettivo. L'orgoglio non va confuso con la dignità il
primo ci fa cadere a terra, il secondo ci tiene in piedi.
|