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Ritornano con Waking The Fury gli Annihilator, una delle band più
importanti (e longeve aggiungerei anche visto che sono in circolazione
da quasi 15 anni) della scena thrash. Come al solito tutto il gruppo
ruota attorno alla figura di Jeff Waters, vera e propria anima del
gruppo oltre che unico membro sempre presente nei dischi degli
Annihilator.
Nuovo innesto è invece Curran Murphy, direttamente dai Nevermore, che si
aggiunge quindi allo stesso Waters alla chitarra. Confermato invece Joe
Comeau, l'ex chitarrista degli Overkill che già aveva preso parte al
precedente album, Carnival Diablos, e che viene considerato a tutti gli
effetti come il personaggio più importante all'interno della band dopo
Waters.
Dopo questa lunga premessa cosa dobbiamo aspettarci da questo Waking The
Fury? Molti di voi sicuramente avranno già avuto modo di sentire le due
canzoni scaricabili direttamente dal loro sito ufficiale come
anticipazione dell'album e si saranno fatti un'idea non totalmente
corretta dell'album. Già, perchè il primo e l'ultimo brano sono i due
pezzi più veloci, assieme a Lunatic Asylum di un disco che fa sì
dell'omogeneità la sua carta vincente (o perdente, dipende dai gusti) ma
che non si limita a tirare fuori 10 brani tutti uguali.
Intanto c'è da dire che il primo impatto con Waking The Fury lascia
decisamente perplessi: Waters ha deciso di creare un sound
particolarissimo con le chitarre distortissime in alcuni casi, che
esalta ancora di più gli assoli e i riff trita ossa che il talentuoso
chitarrista canadese riesce a tirare fuori dal cilindro.
Senza dubbio degna d'attenzione e particolarmente significativa per
illustrare questo tipo di sonorità e la tellurica Striker, potente e
veloce come nessun altro brano del disco.
Gli altri brani si snodano invece tra mid tempos granitici in cui la
voce abrasiva di Comeau esprime il meglio e una discreta rockeggiante
Nothing To Me dal ritornello molto orecchiabile e nel quale aleggia
l'ombra degli Ac/Dc soprattutto nelle linee vocali.
Fire Power invece sembra messa lì per dimostrare che nella line up è
entrato anche un certo Curran Murphy, vista la somiglianza con il sound
dei Nevermore, fatta eccezione per il finale.
Non si può non apprezzare il tentativo degli Annihilator di sfornare un
disco violentissimo e roccioso ma al tempo stesso melodico, tanto da far
sembrare Waking The Fury un prodotto del mercato svedese impreziosito da
alcuni riff di stampo tipicamente americano, il problema è che il
risultato non può dirsi del tutto riuscito. Intanto c'è il discorso
della produzione che però può rivelarsi un'arma a doppio taglio visto
che il pesante effetto distorsione sulle chitarre lascerà l'amaro in
bocca a più di un fan. Poi c'è un songwriting che in alcuni casi si
rivela molto meno ispirato di quanto sembri: la stessa Cold Blooded, il
brano che conclude il disco, è sì un ottimo brano da headbanging ma
quanti di voi riuscirebbero a capire che si tratta del nuovo degli
Annihilator e non di un nuovo brano degli Slayer? Sicuramente lodevole
la scelta del gruppo di non cadere nel brutto errore di affiancarsi alle
nuove tendenze del mercato stuprando il loro personale sound con duemila
effetti ed effettacci elettronici solo ed esclusivamente per conquistare
una fetta di mercato più larga.
Senza dubbio un ottimo disco thrash quindi ma sembra che manchi sempre
quel qualcosina in più per far gridare al miracolo e consegnare gli
Annihilator nell'olimpo dei mostri sacri del thrash al pari di Slayer o
Pantera. In definitiva giudizio più che positivo pur considerando alcune
pecche, ma mi sembra che oggi come oggi trovare un disco di sano thrash
che sia anche originale è una merce rara...molto rara. Se non altro gli
Annihilator si sono semplicemente limitati ad evolvere il loro sound.
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