- Bathory -
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Bathory - Bathory Bathory

Gruppo: Bathory
Genere: Black Metal
Etichetta: Black Mark
Durata: 25:00
Data d'uscita: 1984
Voto: 6

1. Storm of Damnation - 2. Hades - 3. Reaper - 4. Necromansy - 5. Sacrifice - 6. In Conspiracy With Satan - 7. Armageddon - 8. Raise The Dead - 9. War
 
RECENSIONE



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Primo lavoro del mitico precursore del black metal nordico, ispiratore di gruppi quali Immortal, Marduk e Darkthrone, "Bathory" si presenta come un disco dai suoni tipicamente 80's in special modo per i riff di chitarra tipicamente trash e la batteria dai tempi slayeriani.
"Bathory" ha una registrazione amatoriale che nulla toglie, anzi aggiunge, al mitico suono di questo progetto: la chitarra con la distorsione dell'amplificatore e il suono sordo del rullante sono ormai entrati nell'immaginifico di questo genere ormai sepolto.
Il disco apre con una intro che alle nostre orecchie può apparire scontata, ma se ascoltata con le orecchie del periodo non può che confermare la svolta di questo personaggio che creò dal nulla queste atmosferiche musicali quando i Metallica e Slayer avevano sfornato da poco rispettivamente "Kill'em all" e "Show no Mercy" . I primi due pezzi "Hades" e "Reaper" sbattono immediatamente in faccia l'ideologia del vecchio caro Quorthon: ignoranza (in senso positivo) ed estremismo sonoro: la voce ancora in fase sperimentale in quello che appare un pseudo growl comunque convincente. Il riff di "Reaper" poi ha fatto la storia: quanti gruppi trash lo avranno usato?Per quanto riguarda la chitarra il lavoro si concentra su riffistica thrasheggiante e assoli tipicamente 80's come quello del quarto brano "Necromansy" . I tre pezzi successivi sono sulla stessa linea dei primi: batteria martellante e minimale (al tempo era composta da cassa, rullante e ride come riportato da lui stesso all'uscita di Blood on Ice) riff thrasheggianti e insistenti. Da ricordare "In conspiracy with Satan" che è stata coverizzata dai Marduk. "Raise the Dead" forse la canzone più bella del disco, offre un poderoso mid tempo e un riff accattivante. Veramente una canzone sempre verde. Il disco chiude con "War" canzone in tema con quasi tutto il disco e una outro che riprende il tema dell'intro.
Nel complesso può apparire monotematico anche se a mio avviso si tratta di un lavoro rispettabile sia per la svolta che ha dato alla musica estrema sia per la musica in sè. Ricordo inoltre che, per quanto questo disco abbia delle caratteristiche riprese canzone per canzone, i riff non sono noiosi e la loro durata è tale da non poterlo comunque fare. Fondamentale.
 


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