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Ecco finalmente giungere a noi l’attesissimo "A Night at the Opera",
album che tutti aspettavano dopo due dischi ritenuti da molti dei veri e
propri capolavori come "Imaginations from the other-side" e "Nightfall
in middle-earth". Attesi al varco dopo 4 anni di spasmodica attesa, i
Bardi ci regalano (cioè... Ci vendono) un disco colmo di epicità,
potenza e... Sovraincisioni! Ciò che colpisce di "A night at the opera"
è soprattutto una produzione al limite del maniacale, necessaria per non
gettare nel calderone un miscuglio di suoni e cori, ma per riuscrli ad
inserire nel tessuto delle canzoni. Il disco inizia subito con "Precious
Jerusalem" , dal ritornello immediato, a cui segue una buona canzone
come "Battlefield" , molto maestosa ed epica. Personale apprezzamento
per una gran bella canzone come "Under the ice" e per la ballata "The
Maiden And The Ministrel Knight". La canzone "Punishment divine" spiega
che nell’ambito epic-metal se c’è da picchiare duro i Blind Guardian non
si tirano indietro. Il mega singolone "... And then there was silence"
da quattordici minuti non mi convince prò appieno, troppo prolisso e
lungo, che tende a stancare e a sembrare dispersivo.
Sono queste dieci tracce che ci consegnano i Bardi in una buona forma
nell Annus Domini 2002; però... Non è tutto oro quello che luccica.
Se da un lato le canzoni sono di una discreto livello qualitativo (a mio
avviso non raggiungono quello dei lavori immediatamente precedenti) , il
Guardiano Cieco rischia di pagare caro questo biglietto per l’Opera. La
produzione come già detto è sontuosa, ancora più apprezzabile se
ascoltata in cuffia. Ma il quesito amletico è: riusciranno i nostri
coraggiosi eroi a riproporre in sede live tali canzoni? Il buon Hansi ha
già promesso investimenti in cori et simile, in modo da non far perdere
neanche una goccia della qualità presente in "A night at the opera". I
fan italiani (e non solo) dei Bardi lo sperano proprio, soprattutto in
vista dell’appuntamento del 9 Giugno al Gods of Metal.
Alla fine possiamo dire che i Blind Guardian riescono a cavarsela a
testa alta grazie a un disco che poteva significare l’inizio della fine
proprio a causa di coloro che li attendevano al varco con il mattarello
in mano. Forse questa "Notte all’opera" non segnerà una svolta
essenziale nel panorama metal mondiale, ma di sicuro ha soddisfatto la
maggior parte del seguito che hanno i Blind su questa Terra (di Mezzo) e
ha consentito loro di rimanere ancora tra le realtà più interessanti
venute fuori negli anni '90.
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