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Il disco, dello stesso anno di "Burzum", è molto migliore del primo.
Abbandonate alcune soluzioni troppo prolisse e ridotto il numero di
brani allo scopo di dare una struttura maggiormente pensata al disco, "Det
Som Engang Var" diventa così simile a un "concept album", e con esso
Varg Vikernes dimostra di essere un grande musicista e di possedere una
grande creatività.
"Den Onde Kysten" e "Svarte Troner", rispettivamente intro e outro del
disco, fanno da cornice all'album, dando fin da subito quell'idea di
oscurità e oppressione che accompagnerà l'ascoltatore per tutto il
disco.
"Key to the Gate" è il primo brano vero e proprio. Dopo una prima parte
veloce e "sconnessa", il brano assume una connotazione meno feroce e si
arricchisce di arpeggi e piccoli assoli. Sono proprio essi a rendere il
brano una piccola perla: minimali e distanti, portano letteralmente in
trance l'ascoltatore, e lo catapultano tra le foreste norvegesi in un
gelido inverno senza fine.
"En Ring Til Aa Herske", è un pezzo buio e atmosferico. Esso prepara
molto bene al prossimo brano: uno dei capolavori di Burzum.
"Lost Wisdom" (Saggezza perduta) è una canzone che, attraverso una
distorsione elevatissima, che lascia a malapena distinguere le note, e
un tempo lento e ossessivo, contornati da uno screaming che mescola
rabbia a disperazione, urla quello che è il pensiero di Varg, attraverso
metafore che, una volta capite e meditate, danno in un'istante l'idea di
quanto è triste la situazione del mondo di oggi. Non a caso l'album si
intitola "Det Som Engang Var" (Ciò che un tempo fu) .
Il disco ora si prende una pausa, prima del colpo finale. "Han Som
Reiste" e "Naar Himmelen Klarner", due brani strumentali rispettivamente
suonati con sintetizzatore e chitarra, lasciano riposare i sensi
dell'ascoltatore. La ripetitività dei due pezzi non stanca, al contrario
rilassa e fa dimenticare ogni problema.
Ecco l'ultima, violenta frecciata del capolavoro "Det Som Engang Var": "Snu
Microkosmos Tegn". Consuetamente si alternano parti veloci a lenti
passaggi funerei, oscuri suoni di sottofondo a note nascoste, grida
strozzate a preoccupanti silenzi.
"Det Som Engang Var", in conclusione è un disco che, una volta
terminato, lascia l'ascoltatore profondamente cambiato nella parte più
interiore, quella che noi chiamiamo anima.
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