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A detta di Varg, "Hvis Lyset Tar Oss" è il suo disco preferito. C'è da
ammettere che è un album di qualità, anche se difficilmente digeribile
da persone non abituate al genere. L'album è composto di soli quattro
brani, tutti lunghi da 8 a 14 minuti circa l'uno. La cosa che più
potrebbe intimorire un ascoltatore sarebbe la ripetitività di Burzum
applicata a composizioni così lunghe. Sebbene essa sia presente, vediamo
ora brano per brano come non risulti un peso.
L'album comincia con "Det Som En Gang Var", titolo ripreso dal
precedente album, ma scritto in modo diverso. Dopo una intro lunga circa
tre minuti, e qui forse vediamo un accenno di esagerazione, la canzone
comincia con una batteria pestatissima e una chitarra che comincia il
riff che ci accompagnerà per un bel pezzo. Appena parte la tastiera, la
canzone guadagna tutta quell'atmosfera che la contraddistingue. La
semplicità e la minimalità del brano lo rendono capace di impedire
all'ascoltatore di sottrarsi all'ipnosi. Vorresti allo stesso tempo che
il brano finisca e non finisca mai. Questa è la magia di Burzum.
La titletrack è un brano veloce e tiratissimo, che non lascia respiro:
otto minuti di pura violenza. La batteria, sebbene pestata, rimane
subordinata a irriconoscibili riff di chitarra, che lasciano perdere
l'ascoltatore in una trance che gli impedisce di distinguere persino il
suono.
"Inn I Slottet Fra Droemmen" è una degna rivale di "Hvis Lyset Tar Oss",
e completa la magia che Varg ha cominciato con "Det Som En Gang Var". Lo
screaming di Varg è così strozzato da apparire come il lamento di un
anima perduta in un tempo che non è il suo.
"Tomhet" chiude un disco che per un ascoltatore abituato e istruito a
questo genere può apparire come perfetto. La magia in cui Varg ci ha
incatenato ci trasporta nell'ultima dimensione parallela prima di farci
tornare alla nostra realtà, con un brano di musica "ambient" dolce e
allo stesso tempo ipnotica. Di fatto Tomhet è divisibile in due parti
completamente diverse. La prima, più ripetitiva, è un'ottima
introduzione alla seconda parte, in cui una lontana batteria tiene il
ritmo scandito da una melodia di flauto con un riverbero altissimo,
creando un'atmosfera unica nel suo genere.
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