Quelli della Metal Blade sono davvero intelligenti: pensate, hanno
deciso di inviare i promo allèzine e alle riviste mettendo due o tre
pezzi interi e basta, gli altri sono dei sample della durata di un
minuto (almeno per quanto riguarda questo disco) . Ovviamente mi è
impossibile recensire correttamente un disco vergognosamente mutilato
dalla casa discografica per evitare la pirateria. Ma servirà veramente a
questo? Le brillanti menti della Metal Blade non hanno forse pensato che
tra pochi giorni, quando il disco uscirà regolarmente nei negozi,
chiunque avrà la possibilità di metterselo sul pc e condividerlo con
milioni di utenti che avranno la possibilità di scaricarlo gratis? In
tutta questa storia chi ci rimette siamo noi che scriviamo, visto che
non mi sembra corretto dare un giudizio ad un disco che di fatto non ho
potuto ascoltare, ed il gruppo stesso che non può ricevere la benchè
minima pubblicità (sia essa positiva o negativa) che chi scrive
recensioni gli può fare in qualche modo. In questa sede mi limiterò
quindi a delle considerazioni sui 3 brani che ho potuto ascoltare (i
primi 3 per l'esattezza) e nulla più, per il resto proseguiremo la
nostra protesta insieme ai ragazzi delle altrèzine e delle altre riviste
in attesa che venga scritta la parola fine a questo vergognoso scempio.
Passiamo quindi alla breve recensione: il singolo apripista Hatchet To
The Head, che ancora non avevo avuto modo di ascoltare nonostante sia in
giro da tre mesi, non mi ha convinto molto. Classico brutal death
ultratecnico in perfetto Cannibal Corpse style ma questa volta a
deludere è addirittura la voce di George Corpsegrinder Fisher,
leggermente sottotono rispetto all'ultimo lavoro della band e
soprattutto rispetto alle mostruose esibizioni live del gruppo. Per
fortuna è solo un fuoco di paglia, le altre due canzoni sembrano
riprendere il discorso intrapreso con Bloodthirsty (alcuni di voi
avranno sicuramente pensato "solo con Bloodthirsty? Io direi con tutti
gli altri") , con la solita doppia cassa martellante dall'inizio alla
fine e la voce di Corpsegrinder finalmente su ottimi livelli sia nel
growling più pesante (anche se il buon vecchio Barnes resta
irraggiungibile) che nei suoi urlacci strazianti. Delle tre canzoni la
migliore è la tellurica Pit of Zombies caratterizzata da ritmiche
impossibili; per il resto. . Un'incognita, alcuni pezzi sono totalmente
ingiudicabili visto che si aprono con svariati secondi totalmente
strumentali se non addirittura di soli effetti e rumori vari. . Un
grazie di cuore alla Metal Blade per l'ottima intuizione, continuate
così.
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